C’è Henry dietro la crescita di Lukaku

L'azione del 3-2 contro il Giappone dimostra come l'attaccante belga stia diventando più utile per la squadra, e non solo con i gol.

Con Harry Kane che ha allungato a sei gol, probabilmente nel Mondiale resta un solo rivale che potrebbe scippargli il titolo di capocannoniere: Romelu Lukaku, che fin qui ha messo a segno quattro reti, frutto di due doppiette, contro Panama e Tunisia. Dopo aver riposato nell’ultima gara del girone, contro l’Inghilterra, Lukaku è rimasto a secco nell’ottavo contro il Giappone: non la sua miglior prestazione, riscattata però dal movimento che ha permesso a Chadli di insaccare liberamente per il gol del ko, che ha portato il Belgio ai quarti di finale contro il Brasile.

Nell’azione del 3-2 belga Lukaku non tocca mai palla ma è determinante: prima scatta verso il centro del campo, attirando Nagatomo in marcatura e aprendo così lo spazio sulla fascia per Meunier; poi si fa scudo con il corpo per impedire a Yoshida di intervenire sul pallone, che lascia passare per la conclusione a colpo sicuro di Chadli

Noto animale da gol – è il miglior marcatore nella storia della Nazionale belga con 40 reti – in quest’azione si apprezza la capacità, in via di sviluppo, di giocare per la squadra. Un tema su cui sta avendo un’influenza importante Thierry Henry, assistente di Martínez sulla panchina dei Diavoli Rossi. Sin dai primi giorni del nuovo incarico, l’ex attaccante dell’Arsenal aveva ben chiari gli aspetti del gioco in cui Lukaku avrebbe dovuto migliorare: «Dobbiamo perfezionare alcune parti del suo gioco che, in passato, qualcuno ha criticato: può giocare con l’avversario chiuso nella propria metà campo? Può leggere gli spazi quando non è in possesso di palla? Dev’essere un gran cambiamento per lui. A 28 anni, io stesso non ero lo stesso giocatore che ero stato a 24».

Lo stesso Lukaku ha ammesso l’importanza di avere un al suo fianco un mentore di livello assoluto come il francese: «Imparo da Henry ogni giorno. Mi dice come attaccare gli spazi nel modo in cui lui era solito fare». Su The Players Tribune, il belga ha svelato anche il tono dei discorsi tra i due: «Forse è l’unica persona al mondo che guarda più partite di me. Discutiamo di tutto. Ci sediamo e discutiamo persino della seconda divisione tedesca. Tipo: “Thierry, hai visto come gioca il Fortuna Düsseldorf?”. E lui: “Non essere sciocco, ovviamente sì”».