Seedorf, leggende, Wimbledon: il numero 22 di Undici

Cosa trovate nel nuovo numero "speciale" dedicato al calcio 1998-2018.
di Redazione Undici 05 Luglio 2018 alle 12:07

Sono i giorni più caldi dell’anno, sono anche i giorni dei Mondiali di Russia, e tra una partita e l’altra siamo riusciti a confezionare, stampare e far uscire in edicola questo nuovo numero di Undici, il ventiduesimo ormai, giusto in tempo per avere una lettura con cui occupare il tempo sotto l’ombrellone, o in montagna, in barca, nelle ore più afose in una città, a seconda dei gusti vacanzieri di ognuno. Sono giorni di Mondiali, dicevamo, e per “celebrare” a modo nostro questa ricorrenza abbiamo pensato che questo numero potesse essere, a suo modo, speciale. Uno speciale sulle leggende del calcio degli ultimi 20 anni, quei 20 anni che hanno segnato così indelebilmente lo sviluppo del gioco, iniziati con i Mondiali “del futuro” in Francia, in cui abbiamo potuto ammirare, uno contro l’altro, Luís Nazário da Lima e Zinédine Zidane, e che terminano simbolicamente con questo, con il ritiro dai principali palcoscenici dei giocatori che segnarono quell’epoca: Andrés Iniesta, Andrea Pirlo, Francesco Totti, Kaká, Xavi.

In copertina c’è una di queste leggende, Clarence Seedorf, uno dei giocatori che più di ogni altro ha saputo coniugare potenza ed eleganza, classe e concretezza. Ha vinto tutto e lasciato il segno ovunque, è stato l’allenatore in campo in ogni sua squadra, e oggi è pronto ad affermarsi come allenatore in panchina. Abbiamo parlato molto di questo, un pomeriggio a Milano, e delle sue idee innovative su come gestire una squadra contemporanea: a partire dalla testa, soprattutto. Con qualche deviazione per chiacchierare anche di Zinédine Zidane, Pep Guardiola, Alexandre Pato e Mario Balotelli. L’intervista è di Davide Coppo, le fotografie di Andy Massaccesi.

A proposito di leggende: abbiamo scelto cinque nomi che, con le loro carriere, hanno “riscritto” i loro rispettivi ruoli, e abbiamo chiesto ad altrettante firme di descriverli, in breve. La loro potenza mediatica, oltre a quella tecnica, il racconto emotivo da cui sono stati accompagnati, l’eredità che hanno lasciato: Zidane, raccontato da Francesco Guglieri; Pirlo, raccontato da Giuseppe De Bellis, Ronaldo; raccontato da Cristiano de Majo; Roberto Carlos, raccontato da Marco Bucciantini; Maldini, raccontato da Leonardo Colombati.

Spazio, poi, a un po’ di analisi: Francesco Paolo Giordano su Xaxi, Pirlo, Lahm, Lampard, Alonso, e tutti i campioni che si sono ritirati negli ultimi anni. Se siamo entrati in una nuova epoca del calcio lo dobbiamo a loro, che al talento hanno aggiunto un’interpretazione del gioco basata sull’intelligenza: la differenza in campo per loro l’ha fatta il pensiero, inteso come strumento per comprendere quanto accade in campo e piegarlo alla propria volontà. A seguire, un viaggio fotografico in 23 momenti storici che hanno segnato il calcio dal 1998 al 2008, e una chicca di cui siamo molto felici: un reportage da Fuentealbilla, tra vigneti e altipiani, il Paese d’origine di Andrés Iniesta. Siamo andati a parlare con i vecchi amici, gli allenatori, i parenti, a visitare il Bar Luján, oramai una specie di museo, e le Bodegas Iniesta, l’azienda di proprietà del centrocampista che produce vino proprio qui, nella sua terra d’origine. Parole di Antonio Moschella, fotografie di Leonardo Garcia Mendez.

Ancora un po’ di Europa: un’intervista a Juan Carlos Valerón, bandiera del SuperDepor e del Las Palmas, firmata Davide Zanelli; James Horncastle racconta la Serie A Mania dell’Inghilterra negli anni Novanta, trainata da Gascoigne e da programmi come Gazzetta Football Italia di Channel 4; Jon Spurling analizza le nuove autobiografie dei calciatori, e la transizione da genere “di bassa lega” a vero e proprio fenomeno letterario e commerciale.

Altri sport? Certo. Il longform è italiano e acquatico: con le parole di Matteo Codignola e le fotografie di Gaia Cambiaggi andiamo in Liguria, per immergerci nel fascino della pallanuoto. Uno sport misterioso, estremamente diverso dagli altri, in cui i giocatori percorrono nuotando una vasca dopo l’altra senza fermarsi mai pur provando per il nuoto una vera ripugnanza fisica. Entrambi liguri – la regione “patria” della pallanuoto italiani – sono stati per qualche giorno a Recco, città della “Pro”, semplicemente la squadra più vincente d’Italia e del mondo. Poi, naturalmente, Wimbledon. Visto però concentrandoci non sul campo, ma sulle tribune: Ben Chatfield ci porta nel mondo delle code, Federico Ferrero nei luoghi dei Championships che hanno costruito la leggenda, Fabio Severo sull’innovazione del tetto del Centrale, che permette di vedere e giocare i match anche in notturna.

Ci vediamo in edicola, buona lettura e buona estate!

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