«Un tedesco quando vinciamo, un immigrato quando perdiamo»

Cosa ha scritto Mesut Özil in una lettera molto forte contro il razzismo in Germania, annunciando l'addio alla Nazionale.
di Redazione Undici
23 Luglio 2018

C’è un bel po’ di tensione nel mondo del calcio in Germania, nonostante siano passate ormai molte settimane dalla sorprendente eliminazione del team di Löw dai Mondiali in Russia. Mesut Özil, trequartista dell’Arsenal e della Nazionale dal 2009, ha scritto una lunga lettera su Twitter per annunciare l’addio alla Mannschaft, attaccare il presidente della Deutscher Fußball-Bund – la federazione calcistica tedesca – Reinhard Grindel, e denunciare il razzismo a cui è soggetto in Germania.

Le polemiche contro Özil – nato a Gelsenkirchen, tedesco di terza generazione, con più di 90 presenze in Nazionale sulle spalle – nascono da un episodio in particolare: una foto scattata con il presidente turco Erdogan lo scorso maggio, in compagnia del centrocampista del Manchester City Gündogan. Fu, in Germania, criticato moltissimo: da parte del presidente Grindel, ma anche da parte di altri dirigenti, in un certo modo anche da Angela Merkel, e da molti tifosi. Özil tornò a essere contestato dopo la fine del Mondiale. Grindel continuava a incalzarlo: avrebbe dovuto spiegare quel gesto.

Tra domenica 22 e lunedì 23 luglio l’ex Real Madrid ha pubblicato una lettera molto dura contro Grindel e un atteggiamento discriminatorio di cui accusa parte della società tedesca. Sulla fotografia con il presidente Erdogan, Özil dice che «non era una cosa legata alla politica o alle elezioni (in Turchia si è votato il 24 giugno, ndr), era una questione di rispetto per il più alto incarico politico della nazione da cui viene la mia famiglia. Il mio lavoro è fare il calciatore e non il politico, e il nostro incontro non significava un appoggio di nessuna politica. Abbiamo parlato dello stesso argomento di cui avevamo già parlato in passato: calcio». Avrebbe fatto una foto con qualsiasi presidente turco fosse stato in carica, ha aggiunto.

Nella seconda parte della lettera Özil attacca invece i media tedeschi: dopo il Mondiale, scrive, «non hanno criticato le mie prestazioni, non hanno criticato le prestazioni della squadra, hanno soltanto attaccato la mia origine turca. Questo atteggiamento supera un limite che non andrebbe mai superato: con giornali che provano ad aizzare la nazione tedesca contro di me». Ha proseguito citando un incontro, molto recente, tra Lothar Mätthaus e Vladimir Putin, per cui nessuno, tra i media tedeschi, ha criticato l’ex giocatore. «Forse le mie origini turche mi rendono più meritevole di essere un bersaglio?», ha scritto.

La terza parte è quella più violenta contro La Dfb e Grindel: «Dalla fine del Mondiale, Grindel è stato sottoposto a una grande pressione a proposito delle sue scelte prima del torneo, e a ragione», scrive Özil. «Recentemente, ha pubblicamente detto che io dovrei spiegare le mie azioni ancora, e mi ha incolpato per i risultati, scarsi, in Russia, nonostante mi avesse detto a Berlino che fosse tutto a posto. Non ho più intenzione di fungere da capro espiatorio per la sua incompetenza e la sua incapacità di fare bene il proprio lavoro. So che mi voleva fuori dalla Nazionale dopo quella foto, e l’ha scritto su Twitter senza ragionarci su o consultare qualcuno, ma Joachim Low e Oliver Bierhoff mi hanno difeso e protetto. Negli occhi di Grindel e di chi è con lui, io sono un tedesco quando vinciamo, ma un immigrato quando perdiamo. Questo perché nonostante paghi le tasse in Germania, sia attivo nella beneficienza verso scuole tedesche, nonostante abbia vinto con la Germania un Mondiale nel 2014, non sono ancora accettato nella società». Ha continuato: «Sono nato e cresciuto in Germania, perché allora ci sono persone che accettano che io sia tedesco?».

Özil ha anche citato le parole di Bernd Holzhauer, un politico della Spd, che descrisse – dopo la foto con Erdogan – la Nazionale come composta da «25 giocatori e due scopa-capre (Ziegenficker, ndr)», riferendosi ai giocatori di origine turca. «Queste persone hanno utilizzato una foto con il Presidente Erdogan come un’opportunità per esprimere le loro tendenze razziste, e questo è pericoloso per la società. (…) Non sono diversi da quel tifoso che mi ha urlato, dopo la partita con la Svezia, “Özil, vaffanculo merda turca, vattene, maiale turco”». «Queste persone rappresentano una Germania del passato, una Germania non aperta a nuove culture, e una Germania di cui non sono orgoglioso».

 

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