Cosa succede alle maglie da calcio invendute delle passate stagioni?

Ci sono vari metodi per smaltirle.
di Redazione Undici 19 Ottobre 2018 alle 11:10

Possedere la maglia della propria squadra di calcio è un piacere a cui tutti i tifosi hanno ceduto prima o poi nella loro vita. Tuttavia, come tutti i prodotti di consumo, le maglie diventano obsolete nell’istante in cui quel giocatore che hai scelto per personalizzarla viene ceduto, o più semplicemente, quando viene presentata la divisa ufficiale della nuova stagione. Inoltre nonostante le stime di vendita siano fatte da professionisti del settore, capita spesso che un club o un negozio si trovi a dover gestire un numero troppo elevato di maglie, che quindi non riesce a vendere in toto.

L’Equipe si è posta questo quesito e ha elencato i vari accorgimenti per gestire la situazione. Un modo elegante per liberarsi di questo surplus è quello di regalare le divise invendute ad associazioni benefiche, come ha fatto il Saint Etienne o a centri di formazione come hanno fatto negli ultimi anni il Basilea, l’Austria Vienna e parecchi club tedeschi. Un’altra soluzione “verde” è quella adottata dalla Stella Rossa che, in collaborazione con Adidas, ha utilizzato la tecnica dell’upcycling per trasformare vecchie maglie di gioco in gonne e tute. Le scelte però più comuni sono quelle del destocking e dei saldi. I prodotti invenduti vengono mandati a negozi discount che li terranno sugli scaffali finché non saranno tutti venduti oppure i diversi distributori, o gli stessi club, possono decidere, come spesso fanno, di applicare cospicui sconti sui prodotti vecchi in modo da favorirne la vendita.

>

Leggi anche

Calcio
Come funziona la clausola di recompra che tiene legato Nico Paz al Real Madrid (e che il Como vorrebbe provare a modificare, ma è molto difficile)
Vendendo il talento argentino a titolo definitivo, i blancos si sono però assicurati ben tre opzioni di riacquisto a una modica cifra: la più probabile è nel 2026 e il Como sta facendo tutto il possibile per rinegoziare l'accordo.
di Redazione Undici
Calcio
Ci sono sempre più calciatori d’élite che lavorano con preparatori privati, e c’è il rischio che questa tendenza diventi un problema
Da Elanga a Alexander-Arnold, passando per Haaland, soprattutto in Premier League si fa largo fra i giocatori la tendenza a svolgere lavoro fisico extra. E questo a club e allenatori non piace.
di Redazione Undici
Calcio
Il Pafos qualificato in Champions League non è esattamente una favola calcistica
Il club cipriota è stato fondato solo undici anni fa, è di proprietà russa e fa parte di una multiproprietà calcistica.
di Emanuele Giulianelli
Calcio
Il Kairat Almaty si è qualificato in Champions, e questo significa che molti club europei potrebbero affrontare la trasferta “continentale” più lunga di sempre
La squadra kazaka ha sede in prossimità del 76esimo meridiano Est, ben più a Oriente di Teheran.
di Redazione Undici