La Cina sta importando calciatori per convocarli in Nazionale

La Federcalcio di Pechino ha incoraggiato l'acquisto di giovani stranieri di origine cinese.
di Redazione Undici 28 Marzo 2019 alle 18:16

Lo sviluppo del campionato cinese non è riuscito a compiersi in maniera definitiva, le grandi – e dispendiose – operazioni di mercato concluse negli ultimi anni dai club della Chinese Super League non hanno portato a un concreto aumento di appeal della lega, quantomeno il trasferimento in Cina non è diventata un’aspirazione per i grandi fuoriclasse che giocano in Europa. Una crescita limitata che ha influito anche sulla Nazionale, ancora lontana dalla competitività immaginata ed agognata dal governo di Pechino. La squadra allenata da Fabio Cannavaro, successore del dimissionario Marcello Lippi, è reduce dall’eliminazione in Coppa d’Asia per mano dell’Iran (ai quarti di finale), ma soprattutto non riesce ad esprimere giocatori di valore o comunque di prospettiva. Non a caso, l’età media dell’organico selezionato da Lippi per la kermesse continentale superava i 30 anni, con soli due elementi impegnati in una lega europea – Zhang Yuning, attaccante del West Bromwich Albion in prestito all’ADO Den Haag, e Wu Lei dell’Espanyol.

Anche per questo motivo, i club cinesi e le istituzioni calcistiche hanno deciso di cambiare la loro strategia di reclutamento: secondo quanto riporta il Times, la Football Associations di Pechino sta incoraggiando l’acquisto di calciatori giovani con origini cinesi, in modo da avviare il processo di naturalizzazione e renderli disponibili alla convocazione nelle selezioni nazionali. Il precursore di questo nuovo gruppo di giocatori è stato John Hou Saeter, nato a Trondheim e con circa 40 presenze nelle Nazionali giovanili norvegesi. Sua madre è originaria di Luoyang, nella Cina orientale, Saeter ha esordito con il Beijing Guoan in occasione dell’ultima Supercoppa ed ha assunto il nome cinese Hou Yongyong. Anche il nuovo difensore del Guangzhou Evergrande, il nativo di Liverpool Tyias Browning, ha un nonno cinese e quindi è potenzialmente eleggibile per la Nazionale maggiore. Stesso discorso per l’ex Arsenal Nico Yennaris, acquistato dal Beijing Guoan a gennaio: può essere convocato da Cannavaro dati i natali cinesi di sua madre e dei suoi nonni. Come loro, sono arrivati anche Roberto Suicho (nativo del Perù), Ming-yang Yang (originario della Svizzera), Jaime Carreño (Cile) e Javen Siu (Inghilterra). Sono tutti calciatori sotto i 25 anni, evidentemente l’obiettivo è inserirli nei club e poi in Nazionale per aumentare la competitività nell’immediato e cercare di stimolare lo sviluppo dei talenti locali.

Tyias Browning (a destra) in azione con la maglia del Guangzhou Evergrande

La naturalizzazione di calciatori stranieri è una strategia molto utilizzata in Asia: 17 delle 24 Nazionali partecipanti all’ultimo torneo continentale hanno convocato elementi nati in altri paesi, soprattutto sudamericani. La Cina vive una situazione diversa, i cittadini cinesi di seconda o terza generazione sono presenti in tutto il pianeta, quindi il bacino d’utenza è potenzialmente enorme. Poi è anche una questione di convenienza regolamentare ed economica: i giocatori con il passaporto cinese non sono soggetti alle regolamentazioni che la Chinese Premier League impone ai suoi club in merito alla tassazione sugli stipendi e alla possibilità di schierarli in campo. Il nuovo modello è potenzialmente virtuoso, è stato implementato da poco, la prima verifica avverrà alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Un appuntamento importante per la Cina, che non a caso ha nominato Guus Hiddink come allenatore della Nazionale giovanile in vista dei Giochi. Forse è un periodo di tempo troppo breve perché si possano già percepire gli effetti di questo cambio di politica, ma di certo questa nuova strategia è più orientata alla crescita a lungo termine dei club, e quindi della Nazionale, rispetto all’era degli acquisti costosi dall’Europa vissuta fino ad ora.

 

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