Non tutti hanno apprezzato il 13-0 degli Stati Uniti ai Mondiali femminili

«Avrebbero potuto battere la Thailandia con umiltà e grazia, ma non ci sono riuscite».
di Redazione Undici

La Nazionale femminile degli Stati Uniti ha infranto tutti i record relativi ai Mondiali, battendo 13-0 la Thailandia nel secondo match del girone F (che comprende anche Cile e Svezia). Si tratta del distacco più ampio in una singola partita mai verificato in un match di Coppa del Mondo, per l’edizione femminile ma anche estendendo la statistica a quella maschile – tre partite nella storia dei Mondiali maschili si sono conclusi con uno scarto di 9 gol, e sono Ungheria-Corea del Sud 9-0 (1954), Jugoslavia-Zaire 9-0 (1974) e Ungheria-El Salvador 10-1 (1982); tra le donne, il record precedente apparteneva alla Germania, che nel 2007 aveva battuto per 11-0 l’Argentina.

Il risultato era scontato dato l’enorme divario tra le due squadre in campo, ma non tutti hanno apprezzato la dimensione del punteggio finale – propiziato da 5 gol di Alex Morgan (record dei Mondiali condiviso con la connazionale Michelle Akers, 5 marcature contro Taipei Cinese nel 1991) e dalle reti di Lavelle (doppietta), Mewis (doppietta), Horan, Rapinoe, Pugh e Lloyd. Come riportato dal medium americano ABC, molti esperti di calcio femminile hanno attaccato la Nazionale statunitense, perché troppo crudele nei confronti delle thailandesi. L’ex calciatrice canadese Kaylyn Kyle ha detto di essere «disgustata» dal comportamento delle americane, mentre un’altra ex giocatrice, Clare Rustad, ha attaccato l’esultanza delle giocatrici della USWNT: «Celebrare così tanti gol durante la stessa partita è praticamente inutile, penso solo che avrebbero potuto vincere con un po’ di umiltà e grazia, ma proprio non sono riuscite a farlo».

Sono state registrate anche delle posizioni meno severe nei confronti delle giocatrici americane. La giornalista Kim McCauley, per esempio, ha scritto su Twitter che «la Nazionale statunitense non è da biasimare, il risultato forse è stato eccessivo ma loro hanno fatto semplicemente il loro dovere. La colpa è della Fifa, che investe poco nel calcio femminile e permette che ci siano disparità così ampie tra le squadre che partecipano ai Mondiali». L’ex calciatrice americana Abby Wambach si è schierata in maniera ancora più chiara contro la Fifa, e dalla parte delle sue connazionali: «Le calciatrici hanno lavorato tanto e hanno rispettato il gioco: il loro compito è fare il meglio in TUTTE le partite, per TUTTI i 90 minuti. La Fifa dovrebbe fare di più e dare più risorse ad alcuni di questi paesi: ne va del prestigio della Coppa del Mondo. Avremmo criticato lo stesso se un risultato del genere fosse avvenuto in una partita maschile? Non credo».

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