Contro la Fiorentina, nell’ultimo turno di campionato, la Juventus ha esibito per la prima volta in Serie A il nuovo kit da trasferta: maglia bianca, dettagli (tra cui il logo) e pantaloncini rossi. Una scelta stilistica originale per il club, anche se, come evidenziato sui social, non particolarmente apprezzata da tifosi e non – «sembra la Polonia», uno dei commenti più gettonati. E invece va riconosciuta nella scelta della Juventus una precisa strategia, che ancora una volta pone all’avanguardia il club bianconero: quella di posizionarsi con forza sul mercato cinese. In Cina il rosso è il colore più popolare, in quanto è quello associato alla fortuna: rossa è la bandiera del Paese, come pure la maglia della Nazionale (che nella versione da trasferta diventa bianca con inserti rossi). Non è un caso che la Juventus abbia esibito il biancorosso in una partita delle 15, vale a dire la fascia oraria primetime per il mercato asiatico. Uno scenario che si ripeterà: la Juve ha chiesto di scendere in campo nel primo pomeriggio italiano molto spesso, proprio per accrescere la propria esposizione in Oriente. Dopo Firenze, la squadra di Sarri nelle prossime settimane sarà in campo alle 15 contro Spal (28 settembre), Lecce (26 ottobre), Atalanta (23 novembre), Udinese (15 dicembre).
La Juventus, nella sua espansione commerciale, ha dunque deciso di privilegiare il mercato asiatico, come provato dalla tournée estiva – che ha visto Ronaldo e compagni giocare a Singapore, Nanchino e Seul. La maglia biancorossa è stata presentata a luglio proprio in Cina, a Shanghai, nello Juventus Village che il club ha ideato in concomitanza con l’arrivo della squadra. Nei giorni successivi è stata lanciata la “Shanghai edition”, un’edizione limitata della divisa da trasferta: 500 copie in vendita nello store online del club e altre 500 sul mercato cinese. Le particolarità erano i nomi dei giocatori scritti in ideogrammi e una grafica all’interno dei numeri che rimandava allo zodiaco cinese e associato all’anno di nascita di ciascun giocatore – Miralem Pjanic (1990, anno del cavallo), Matthijs de Ligt (1999, anno del coniglio), Cristiano Ronaldo (1985, anno del topo), Adrien Rabiot (1995, anno del maiale) e Federico Bernardeschi (1994 anno del cane). Inutile dire che le maglie sono andate sold out nel giro di poche ore.
Nella crescita del brand juventino in Cina c’entra, ovviamente, l’arrivo di Cristiano Ronaldo: la popolarità dei bianconeri è cresciuta del 70 per cento, e in termini di seguito sui social la Juventus ha aggiunto oltre 300mila follower cinesi soltanto nella settimana in cui il trasferimento si è concretizzato. Giorgio Ricci, Chief Revenue Officer della società, ha spiegato: «Il successo di Ronaldo non è semplicemente legato alle sue prestazioni in campo: in Cina i giocatori hanno un’influenza molto maggiore sui tifosi rispetto alle squadre. I fan sono diventati sempre più affezionati ai singoli: i giocatori hanno quasi il 30 per cento in più di follower rispetto ai loro club».
Il boost di popolarità assicurato dal portoghese ha accelerato il piano di espansione della Juventus in Cina. Nel corso del 2019 sono state lanciate due nuove Academy, a Shanghai e a Suzhou, portando a sei il numero delle strutture bianconere – per un totale di circa 700 ragazzi coinvolti. Ma questo è solo l’inizio: «Il piano è crescere rapidamente e avere 1200 bambini giocare nella Shanghai Academy nei prossimi tre anni», ha detto Luca Adornato, Head of Marketing del club. «Il programma sarà lanciato anche in altre città cinesi: la J Academy è parte della nostra strategia di trasformare la Juventus da una squadra di calcio in un brand globale». Premesse che aprono a nuove opportunità commerciali: «Siamo alla ricerca di partner giusti che possano essere rappresentativi del brand Juventus in quel territorio».
La presenza commerciale della Juventus in Asia è già forte grazie ai tre Global Partner (Konami, Ganten e Linglong) e ai due Regional Partner (China Merchants Bank e Costa Cruises) presenti sul territorio. Per proseguire lo sviluppo in Oriente, ad agosto il club ha aperto una branch a Hong Kong, che, come riportato sul sito ufficiale della società, «esprime la forte volontà di essere più a stretto contatto con171 milioni di fan potential e di porre le basi per una pianificazione di attività a lungo termine. La possibilità di conoscere in modo più approfondito la cultura e i mercati orientali, cinesi in particolare, e allo stesso tempo l’opportunità di avvicinare gli appassionati alla storia, ai valori e all’unicità di Juventus, permetterà al club di incrementare la propria fan base e di potenziare la riconoscibilità del brand».