La Red Bull del calcio sta vivendo un momento d’oro

Due squadre, 14 vittorie e un pareggio, con 62 gol realizzati.

Il progetto Red Bull, uno dei programmi più futuristici e ambiziosi del calcio europeo, sembra essere arrivato a uno stadio molto avanzato, vicino ai grandi risultati. Anzi, proprio i risultati di questo inizio di stagione sottolineano come la forza dei due club ammiragli, il Lipsia e il Salisburgo, sia ormai così elevata che il prossimo obiettivo debba essere per forza un grande successo finale, un’affermazione in un grande torneo. Partiamo proprio dai numeri: entrambe le squadre sono imbattute nel contesto domestico e in Europa, solo che questo dato è oltremodo riduttivo nella forma, perché la sostanza dice che il Lipsia ha vinto 5 dei 6 match giocati finora, con un pareggio contro il Bayern Monaco, mentre il Salisburgo ha fatto ein plein, con 9 successi su 9 incontri, tra cui il clamoroso 6-2 in Champions League contro il Genk – un risultato segnato dalla tripletta del norvegese Haland.

Le cifre aggregate sono mostruose: 14 vittorie, un pareggio, 62 gol fatti e 15 subiti. Anche oltre il 6-2 al Genk, il Salisburgo ha contribuito in maniera enorme a questo score: nel campionato austriaco, ha segnato 34 gol in 7 match, praticamente 5 in tutte le partite meno una. La supremazia del Red Bull Salzburg, nome ufficiale del club, è assoluta: ha vinto 10 campionati austriaci, di cui 9 nelle ultime 11 stagioni e 6 nelle ultime 6; quest’anno ha battuto per 5-1 il Tirol in trasferta, per 7-2 l’Hartberg in casa, ha violato con un comodo 6-0 il campo del St. Polten. Il RB Leipzig (in questo caso RB sta per RasenBallsport, i regolamenti della Bundesliga non permetterebbero l’inserimento del nome di un’azienda nella ragione sociale della società, ma è evidente l’escamotage) ha numeri più umani: oltre l’1-1 col Bayern Monaco, ha battuto 4-0 l’Union Berlin in trasferta e soprattutto il Benfica al Da Luz, 2-1 con doppietta di Timo Werner.

I giocatori del Lipsia esultano dopo un gol realizzato contro il Benfica; in casa dei lusitani, la squadra tedesca ha colto la prima vittoria esterna della sua storia in Champions League (Patricia De Melo Moreira//AFP/Getty Images)

Proprio le affermazioni europee segnano la differenza rispetto al passato, quantomeno in questa forma così schiacciante. Il Salisburgo, infatti, ha raggiunto la semifinale dell’Europa League nel 2017/18, ma fino a quest’anno non era mai riuscito ad accedere ai gironi di Champions League, con 10 eliminazioni nei turni preliminari estivi. Il Lipsia, invece, aveva già ottenuto il pass per il tabellone principale, ma l’esperienza non fu molto positiva, terzo posto nel girone con Besiktas, Porto e Monaco e “retrocessione” in Europa League. Ora le cose sembrano cambiate, anche grazie a due nuovi allenatori: il Lipsia è stato affidato a Nagelsmann, 32enne reduce da tre ottime stagioni sulla panchina dell’Hoffenheim, un possibile uomo-simbolo per il progetto di gioventù sostenibile e valorizzazione del talento avviato anni fa dalla Red Bull. Il Salisburgo, invece, è guidato dall’americano Jesse Marsch, un altro elemento che incarna lo spirito con cui Red Bull ha approcciato al calcio: giocatore simbolo dei Chicago Fire, è stato assistente allenatore della Nazionale americana, poi tecnico dei NY Red Bull (la squadra Mls di proprietà dell’azienda), assistente al Lipsia e oggi è arrivato sulla panchina degli austriaci. Nell’era delle multiproprietà in giro per il mondo, la Red Bull rappresenta un esempio virtuoso, anche se questa sua cultura espansionistica non è apprezzata proprio da tutti, anzi in Germania il Lipsia è una squadra fortemente osteggiata dai gruppi di tifosi più tradizionalisti. Che ora, però, devono fare i conti con un avversario non solo ideologico, ma anche molto competitivo in campo.