Ibrahimovic e Rooney stanno combattendo per i diritti dei giocatori della Mls

Il loro passaggio negli Stati Uniti ha un importante significato politico.

L’esperienza negli Usa di Zlatan Ibrahimovic e Wayne Rooney ha un significato politico che travalica lo sport, che supera l’aumento dell’appeal della Mls dopo il loro arrivo, che va oltre i numeri del rendimento sul campo. Anche quelli, in realtà, sono molto positivi: soprattutto lo svedese ha impattato alla grande sulla lega nordameericana, con 49 gol in 53 match ufficiali con i Los Angeles Galaxy. Rooney ha cifre più umane ma comunque soddisfacenti, 25 reti in 47 partite con la maglia dei Dc United, squadra di Washington. Come detto, però, il loro passaggio negli Stati Uniti sarà ricordato anche per altri aspetti, legati alle accuse lanciate contro la Mls per quel che riguarda la condizione dei calciatori americani. Ne ha scritto oggi il Guardian, in un articolo dal titolo emblematico: «How Ibrahimovic and Rooney became advocates for Mls players’ rights», letteralmente “Come Ibrahimovic e Rooney sono diventati sostenitori dei diritti dei giocatori Mls”.

Le critiche dei due ex calciatori del Manchester United hanno scosso dall’interno la lega americana, e la loro riconoscibilità ha fatto da megafono alle loro dichiarazioni. Ibrahimovic si è espresso in maniera estremamente negativa sul format del torneo, e non ha usato troppi giri di parole, com’è nel suo stile: «Il sistema dei playoff è una mer*a, perché non porta alla costruzione di una mentalità vincente. Come faccio a voler migliorare in allenamento se mi basta arrivare settimo per concorrere fino alla fine per il titolo?». Con queste parole, Zlatan ha voluto allargare il cono di un’altra dichiarazione piuttosto eloquente sul valore medio dei giocatori in Mls («Sono come una Ferrari che corre in una gara di Fiat»), evidenziando come la struttura della lega non stimoli lo sviluppo dei giocatori, soprattutto quelli cresciuti nei vivai americani.

Rooney, invece, ha evidenziato come le regole salariali della lega statunitense siano svantaggiose per i talenti locali: in un’intervista a Espn, ha detto che i suoi colleghi americani «sono sottopagati, meritano più soldi e la Mls dovrebbe seriamente pensare di aggiornare i propri parametri economici se vuole essere competitiva con i campionati europei». Per la Mls, Rooney è un Designated Player”, ovvero un calciatore che riceve uno stipendio che può eccedere il salary cap imposto per regolamento a tutte le franchigie. La cifra massima per un calciatore non “Designated” è di 10mila dollari a settimana. Per fare un confronto, lo stipendio medio dei calciatori di Premier League è di 70mila dollari a settimana. Oltre alla critica sui parametri salariali, Rooney ha attaccato anche il sistema dei voli charter: il regolamento Mls impone un tetto massimo di quattro tratte private per ogni club, quindi i giocatori devono muoversi principalmente su aerei di linea per spostarsi da una città all’altra degli Stati Unti. In questo modo, i trasferimenti possono durare anche 12 ore. Sul suo profilo Twitter, Rooney si è lamentato di questa situazione, alimentando una polemica già sollevata da altri calciatori. Solo che la riconoscibilità di Rooney è decisamente superiore rispetto a quella di tutti i suoi colleghi, e questo ha inevitabilmente aumentato il peso delle sue dichiarazioni.

Le critiche di Rooney e Ibrahimovic non sono arrivate in un momento casuale: il contratto collettivo tra la Mls e i giocatori scade il 31 gennaio 2020, quindi da qui a pochi giorni scatteranno le trattative per il rinnovo. Alcuni giocatori della lega hanno dato un segnale importante, aggiungendo la dicitura “I Am The Mlspa” alle bio dei loro account social  – Mlspa è la sigla del sindacato statunitense dei calciatori professionisti. Non è esagerato pensare che Ibrahimovic e Rooney possano aver avuto un ruolo attivo nel cambiamento che sembra poter avvenire a breve nella lega americana.