Rodri si è già preso il Manchester City

È un giocatore che sembra davvero perfetto per Guardiola.
di Redazione Undici
02 Ottobre 2019

La strategia del Manchester City nell’ultimo mercato estivo si è basata sulla ricerca della solidità, nel senso di continuità, rispetto al progetto di Guardiola. Pochi interventi, interventi mirati: scambio con la Juventus, Cancelo in Inghilterra e Danilo a Torino; l’acquisto di Rodri dall’Atlético Madrid. Tutto qui, basta e avanza. Ieri sera, al termine del match contro la Dinamo Zagabria, abbiamo iniziato a capire i motivi che hanno spinto il tecnico catalano a insistere così tanto per avere Rodri a disposizione – un’infatuazione vicendevole, almeno stando a quanto raccontato dai media spagnoli.

Rodri è stato schierato per la nona volta da titolare su undici partite stagionali, in pratica ha saltato solo il match di Coppa di Lega contro il Preston North End. È evidente come Guardiola abbia deciso di avviare il processo di successione interna con Fernandinho, che però ieri è stato schierato insieme allo spagnolo, per un motivo ben preciso: il City ha dei problemi numerici in difesa, sono assenti contemporaneamente Laporte e Stones, quindi l’ex Shakhtar è stato utilizzato come centrale di destra. Rodri, invece, è la costante davanti alla difesa: l’ex Atlético è stato il giocatore con il maggior numero di palloni giocati (144), con una percentuale di precisione nei passaggi del 91%; oltre al contributo in fase di costruzione, ha messo insieme 3 duelli aerei vinti (solo Otamendi ha fatto meglio nel City), 3 contrasti vinti e 2 palloni intercettati.

Oltre all’equilibrio garantito al sofisticato sistema di Guardiola, Rodri è stato anche assoluto protagonista dell’evento più importante della partita (nel video in apertura): la Dinamo è riuscita per lunghi tratti del match a rendere sterile il possesso del City, poi però il centrocampista spagnolo ha indovinato uno splendido corridoio per servire Mahrez, l’algerino era tutto spostato sulla parte sinistra dell’area eppure ha ricevuto un pallone perfetto sui piedi, preludio al cross basso che ha permesso a Sterling di trovare il gol del vantaggio. Un gol classico per il City e nel calcio che Guardiola ha in testa, che però nasce dall’intuizione di un calciatore arrivato solo da pochi mesi alla corte di Pep. Non è un caso che i due si siano cercati e voluti così tanto, viene da dire.

Nella somma tra questa giocata e il contributo dato in tutta la partita c’è l’essenza del calcio secondo Guardiola: Rodri si è già preso il Manchester City, tra l’altro operando in una zona di campo delicata, il cuore della mediana, grazie alla sua capacità di essere un calciatore di sistema ma anche un elemento che risolve le partite con un lampo – perché il passaggio per Mahrez è un lampo assoluto, bellissimo, geniale. In un articolo pubblicato dal Guardian alla vigilia di questa stagione, si leggeva dei continui paragoni tra Rodri e Busquets, ma anche di come «l’ex centrocampista dell’Atlético Madrid potrebbe diventare un giocatore ancora migliore». Ecco, ora che abbiamo iniziato a conoscere e capire Rodri, possiamo affermare che questa considerazione non era così esagerata. Anzi, il tempo potrebbe renderla anche molto aderente con la realtà.

 

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