Tutti i dubbi di Roma e Milan
Non è un buon momento per le due squadre che si affrontano all’Olimpico nella partita più suggestiva della nona giornata di Serie A. La Roma di Fonseca non vince da tre partite tra campionato ed Europa League – anche se il pareggio contro il Borussia Moëchengladbach è arrivato a causa di un rigore senza senso assegnato nel finale ai tedeschi –, il Milan è reduce dal pareggio interno con il Lecce e dal ribaltone Giampaolo-Pioli, che ha cancellato subito il progetto del tecnico marchigiano e ha costretto tutto l’ambiente a una virata filosofica, a demolire e ricostruire una struttura appena abbozzata, un lavoro iniziato da pochissimo. E ora il calendario non sorride ai rossoneri, che dopo il 2-2 a San Siro con la squadra pugliese affronteranno la Roma, appunto, poi la Spal, la Lazio, la Juventus e il Napoli, così, una dietro l’altra. I problemi di Fonseca e Pioli in vista della sfida di domenica sono di natura differente: il portoghese ha otto giocatori fuori causa per infortunio (Cristante, Diawara, Kalinic, Mkhitaryan, Pellegrini, Santon, Under e Zappacosta), probabilmente dovrà rinunciare anche a Pastore; in questo modo è molto difficile immaginare e immaginarsi una Roma che cresca nel suo progetto di gioco, che progredisca seguendo le idee ambiziose del suo tecnico, qualcosa si è percepito nelle prime partite della stagione, ma poi i problemi fisici di tutta la rosa, o giù di lì, hanno rallentato il processo – al punto che la società ha dovuto riaprire il mercato in entrata, lo svincolato Rodwell sembra essere vicinissimo alla firma. Il Milan, invece, è ancora tutto da scoprire, da mettere a punto, l’impatto di Pioli è stato ovviamente minimo finora, allora la partita di Roma servirà proprio a capire cosa vuole fare e dove vuole andare il nuovo allenatore. Le sue idee sembrano già essere molto diverse rispetto a quelle di Giampaolo, come approccio, come impostazione, quindi come scelte di giocatori e formazione. In pratica, è come se una partita come Roma-Milan non contasse, se non per l’unica cosa che conta: la classifica. Un paradosso, anche perché ormai siamo alla nona giornata, siamo ben dentro alla stagione, il tempo degli esperimenti sarebbe finito e invece continua, per necessità e/o per scelta.
Scoprire Thiago Motta
Il Genoa ha già compiuto il suo (consueto) ribaltone stagionale, questa volta però la scelta di Preziosi ha generato attesa, non solo nei tifosi rossoblu, ma in tutti gli appassionati. Merito di Thiago Motta, o meglio: merito di quello che si dice di Thiago Motta allenatore, dato che la sua nuova carriera ha solo un anno di età – ha guidato l’Under 19 del Psg nella stagione 2018/19 – e che si è parlato molto del suo approccio tattico al gioco. Le alte aspettative sull’italobrasiliano sono anche un’eredità del suo ricordo come calciatore cerebrale e culturalmente avanzato, non compreso da tutti nella sua importanza come centro motore di squadre fortissime – il Barcellona, l’Inter, il Psg –, una sensazione confermata da tutti gli allenatori che sono entrati a contatto con lui. Il match interno col Brescia dirà inevitabilmente poco sul Genoa di Thiago Motta, del resto le rivoluzioni, soprattutto quelle più radicali, hanno bisogno di tempo. Si può dire, però, che il prevedibile cambio di approccio immediato del Genoa sarà subito sottoposto a un vero e proprio crash test: il Brescia di Corini è una squadra ambiziosa, che non rinuncia mai a giocare, e che ha mostrato di avere valori importanti in tutti i reparti. I lombardi non vincono da un po’ (ultimo successo il 21 settembre, in casa dell’Udinese), quindi anche per questo sono chiamati a una prestazione convincente. In virtù di tutto questo, la gara di Marassi sarà una delle più interessanti di questo nono turno, potrebbe essere che un giorno ricorderemo questa partita come l’esordio di un allenatore che si presentava come un futurista, un rivoluzionario, e che è riuscito a imporsi fin dal primo momento.
L’Inter affronta una squadra in salute
Inter-Parma è un match che stuzzica i ricordi nostalgici di fine anni Novanta, ma che anche oggi assume un significato importante. A San Siro, tre giorni dopo la grande vittoria contro il Borussia Dortmund, Conte e i suoi uomini avranno modo di confrontarsi con un avversario in grande condizione, che dovrà fare a meno di Cornelius – bloccato da un problema muscolare – ma potrà contare sulla voglia di affermazione di Kulusevski, la più grande rivelazione di questo inizio di stagione, non solo per quanto riguarda la Serie A. Da parte sua, l’Inter dovrà dimostrare di poter sostenere il doppio impegno campionato-Champions senza rinunciare a nulla: il match infrasettimanale contro il Borussia è stato molto dispendioso, non a caso le probabili formazioni della vigilia raccontano del possibile turnover di Conte, che potrebbe lanciare Bastoni, Biraghi e Sebastiano Esposito dal primo minuto per far rifiatare De Vrij, Asamoah e Lukaku in vista del turno infrasettimanale, poi di un altro turno di Champions League tra poco più di dieci giorni. Si tratta di un esame importante per l’Inter, proprio perché finora la vetrina internazionale era stata percepita più come un surplus di impegno rispetto al campionato. La grande prova contro il Borussia ha dimostrato che non è così, ha evidenziato come Conte e i suoi giocatori tengano tantissimo anche al torneo continentale, solo che ora sarà importante che la squadra non subisca contraccolpi negativi per le rotazioni, e che continui ad assicurare prestazioni dominanti e risultati positivi nonostante gli inevitabili cambi di uomini. Probabilmente, è (già) uno degli ultimi step da compiere perché l’Inter possa essere considerata una squadra di primo livello, in grado di essere competitiva contemporaneamente in campionato e in Champions League, come impongono le ambizioni del nuovo progetto. In questo senso, il Parma è un cliente scomodo, perché è una squadra in salute e per il suo modo di giocare, fondato sulla densità difensiva e sulle ripartenze rapide. Inoltre, anche il ricordo dell’ultimo precedente a San Siro è tutt’altro che positivo per l’Inter: l’anno scorso i gialloblu si imposero 1-0 a Milano, grazie a un gol indimenticabile di Federico Dimarco.