Come si giocherà a tennis nel futuro, visto oggi

Le Next Gen Atp Finals di Milano, vinti dalla rivelazione Sinner, rappresentano un evento innovativo e interessante nel panorama tennistico.

A gennaio di quest’anno, Jannik Sinner era al numero 553 del ranking Atp e in pochissimi conoscevano il suo nome. Dieci mesi dopo, il tennista altoatesino ha vinto il suo primo titolo Atp, le Next Gen Finals, riservate ai migliori otto under 21 del mondo. Sinner, oggi intorno numero 95 al mondo (nessuno tra i primi cento è più giovane di lui), era la cenerentola del torneo di Milano, dove si è qualificato grazie a una wild card. Eppure, è stato l’assoluto protagonista, e in finale ha battuto il numero 18 al mondo Alex de Minaur 4-2 4-1 4-2. Qualcuno, compreso il suo allenatore Riccardo Piatti, gli ha ricordato che anche un certo Roger Federer aveva vinto il suo primo titolo Atp nella città lombarda. Sinner, come nel suo stile che pian piano il pubblico sta conoscendo, non ha certo azzardato paragoni: «Sono felice di aver vinto anch’io a Milano il primo torneo Atp. Roger ormai è una leggenda, non c’è altro da aggiungere».

Il nome di Sinner è oggi conosciuto anche tra chi non è appassionato di tennis, e di lui ha parlato anche Novak Djokovic: «Ho visto la finale della Next Gen. Jannik è sicuramente la prossima stella che i tifosi seguiranno». Sinner sulla carta era il giocatore meno favorito – altri tennisti avevano già raccolto risultati di rilievo: Tiafoe è arrivato ai quarti di finale degli Australian Open di quest’anno, de Minaur al quarto turno di Us Open – eppure ha saputo sconfiggere ogni avversario con una maturità eccezionale per un ragazzo della sua età (ad agosto ha compiuto 18 anni). Sinner ha avuto un passaggio a vuoto solo nella partita del venerdì, in semifinale contro Kecmanovic quando ha perso il primo set («Ero teso e non ho servito bene»), ma poi ha controllato bene la pressione che aveva addosso e gestito benissimo le varie situazioni di gioco nonostante la relativa inesperienza – trasformando, poi, in energia positiva la carica che gli trasmetteva il pubblico dell’Allianz Cloud, schierato tutto a favore dell’italiano.

Il gioco di Sinner si basa su attacchi rapidi e precisi, tesi a concludere lo scambio il prima possibile. Rispetto agli scorsi anni, dove si stava imponendo, senza successo, la figura del super-atleta tutto potenza, il tennis del futuro sembra andare in una direzione sempre più veloce – pur rimanendo fondamentale la tenuta atletica, attacco è la parola chiave del gioco dei prossimi anni. Pochi dettami, ma determinanti: servizio solido, dominio dello scambio e punto in pochi colpi – e se necessario, chiudere a rete. Lo ha dimostrato Sinner, ma anche i vari de Minaur, Tiafoe e gli altri tennisti che sperano di ribaltare le gerarchie consolidate da anni nell’immediato futuro.

Il torneo Next Gen Atp Finals, che dalla sua nascita, nel 2017, si gioca a Milano, è una grande occasione proprio per questo: scoprire come si giocherà a tennis nel futuro. Non solo per vedere all’opera i prospetti più in vista del circuito, ma anche perché tutto, nel torneo, è predisposto per cambiare l’essenza stessa del tennis: partite dalla durata dimezzata, campi ultra-tecnologici, atmosfera più vicina a un palazzetto Nba che a un tradizionale appuntamento tennistico. Ospiti di TAG Heuer, abbiamo potuto vedere da vicino quelle che sono le novità che potrebbero cambiare il corso del tennis.

Il regolamento, innanzitutto: la questione sulle partite che si trascinano per ore – spesso mettendo a dura prova l’organizzazione dei vari tornei – è da anni al centro del dibattito (quest’anno, per esempio, persino il torneo più conservatore come Wimbledon ha deciso di introdurre il tie-break al quinto set, seppur solo sul 12 pari). Nel torneo di Milano, si gioca al meglio dei cinque set (come negli appuntamenti Slam), ma basta vincere quattro game per assicurarsi il set (sul 3-3 si disputa il tie-break). Regola ancor più rivoluzionaria è la mancanza dei vantaggi: sul 40 pari vince il game chi si aggiudica il punto, evitando così che un game possa durare svariati minuti.

Il contributo effettivo di TAG Heuer come Official Timekeeper di Next Gen ATP Finals passa attraverso lo Shot Clock, il countdown che scandisce i 25 secondi che, secondo le regole del torneo, possono trascorrere tra il gioco di un punto e quello successivo, l’orologio di campo e l’orologio TAG Heuer Connected Modular al polso degli arbitri, connesso con la tecnologia “occhio di falco”, in grado di informarli in tempo reale sulla condizione di “in e out” delle palle giocate. Questo ha permesso di evitare l’impiego dei giudici di sedia: gli out vengono chiamati in modo automatico – con una voce registrata che si attiva ogni volta che la pallina termina fuori dal campo – e in caso di pallina vicina alla linea viene mandato subito il replay a beneficio degli spettatori.

Il coinvolgimento del pubblico riveste un ruolo decisivo: il rinnovatissimo Allianz Cloud – lo storico Palalido, riaperto nel giugno di quest’anno – è stata l’indovinatissima cornice dell’evento. Moderno e ipertecnologico, il palazzetto è un gioiello di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, grazie alla presenza di pannelli fotovoltaici e isolanti, illuminazione con tecnologia led e modularità dell’impianto di riscaldamento. La visuale è perfetta da ciascuno dei circa 5000 posti a sedere: dj set durante pause e cambi campo, gioco di luci dopo i punti più belli, pannelli luminosi su cui vengono proiettate le informazioni e jumbotron su cui rivedere i replay hanno coronato un appuntamento di grande successo.