Il nuovo Real Madrid di Zidane è costruito sulla difesa

In Liga, 13 gol subiti in 21 partite: nessuno ha fatto meglio in Europa.

Mai come in questa stagione la difesa del Real Madrid era stata così impenetrabile. La terza linea di Zidane ha subito solo tredici gol in ventuno incontri di Liga, archiviando un positivo record di gol incassati a questo punto della stagione che nella sua storia si è ripetuto solo in tre occasioni (1934-35, 1964-65 e 1987-88). Grazie a questi numeri, il Real è la squadra con meno gol subiti di tutti i migliori cinque campionati europei; se invece viene allargata la panoramica a tutte le competizioni disputate dai Blancos, il Real è la seconda squadra meno perforata fra le prime dieci squadre del ranking UEFA con 23 reti incassate in 30 incontri giocati, una cifra superiore solo a quella del PSG (19 gol incassati in 33 incontri).

Gli altri top club europei hanno cifre difensive peggiori. Il Manchester City, per esempio, ha incassato 36 gol in 37 partite di tutte le competizioni; il Liverpool è a quota 39 in 38 partite (ma in Premier ha una difesa imperforabile, 15 reti subite in 23 partite); il Barcellona ha incassato 33 gol in 29 partite, la Juventus ne ha subiti 29 in 30 partite. Fa ancora peggio il Bayern Monaco, bucato 31 volte in 28 gare stagionali.

L’allenatore Zidane ha costruito per questa stagione un pacchetto difensivo di estrema competitività, tale da registrare una media di reti subite pari a 0,7 a partita. In estate il Real Madrid ha portato nel proprio roster dei difensori il centrale brasiliano Éder Militão (dal Porto) e il laterale francese Benjamin Mendy (dal Lione), entrambi molto giovani (22 e 24 anni) e che finora hanno accumulato 812 e 1813 minuti di gioco, rispettivamente. In sostanza, dunque, solo il francese ex Lione si è imposto come titolare, prendendo spesso il posto di Marcelo (quest’anno mai pienamente in forma); Militão non ha giocato tantissimo, sfruttando i turni di riposo di qualche centrale ma senza impressionare nelle prestazioni.

Zidane, dunque, non ha cambiato lo schema del suo “vecchio” Real Madrid: la terza linea a quattro è imperniata ancora su Dani Carvajal, Sergio Ramos e Raphaël Varane, gli stessi uomini con cui aveva conquistato tre Champions League consecutive. Nella sua nuova esperienza, il tecnico francese ha deciso di ricostruire la sua squadra partendo proprio dall’affiatamento dei suoi uomini-simbolo in difesa. Una strategia che ha pagato, lo confermano i confronti statistici: un anno fa, la squadra allenata da Julen Lopeteguei e Santiago Solari aveva subito 41 gol in questo momento della stagione; anche il Real di Zidane aveva numeri difensivi meno soddisfacenti, 38 gol incassati nella stagione 2017/18 e addirittura 43 nel 2016-2017.

Da quando è arrivato al Real Madrid, nel 2011, Varane ha conquistato 17 trofei, a cui va aggiunto il Mondiale vinto con la Francia nel 2018 (Angel Martinez/Getty Images)

L’ottimo dato difensivo va fatto risalire alla grande affidabilità degli uomini scelti, ma anche – se non soprattutto – all’introduzione in campo di un giocatore che fino all’anno scorso era marginale nelle gerarchie del Madrid: Federico Valverde. Se era noto che Casemiro si aggiustasse sulla linea dei difensori per assistere Ramos e Varane in impostazione e coperture preventive, Valverde ha portato polmoni aggiuntivi al centrocampo. L’uruguaiano è un calciatore box to box, è molto bravo a coprire e a trasformare l’azione da difensiva in offensiva. Oltre all’esplosione di Valverde, di cui hanno beneficiato tutti i reparti, i motivi del miglioramento difensivo del Real si esplicano anche grazie alle performance dei singoli: su tutti spiccano Mendy, e soprattutto Courtois, molto criticato a inizio stagione ma poi decisivo con grandi interventi, soprattutto in occasione della finale di Supercoppa vinta contro l’Atlético Madrid.

Il Real Madrid ha migliorato il rendimento difensivo giocando meglio gli incontri contro le piccole squadre e subendo solo cinque gol nelle sfide contro i top club (cinque reti dal PSG in Champions League e zero contro Atlético e Barcellona in Liga). In questo tipo di confronti, ad esempio, il Manchester City (9) e il Liverpool (15) hanno subito molte più reti dei Blancos — ma va tenuto conto del fatto che in Premier League ci siano squadre “medie” qualitativamente migliori rispetto alla Liga, anche se il Liverpool ha subito pure tre gol dal Napoli in Champions. In ogni caso, Zidane ha proposto un modo di giocare non troppo differente dal precedente ciclo vincente, alterando gli interpreti che per i moti del calciomercato non potevano più essere gli stessi. Momentaneamente, però, non si possono non considerare le eccellenti statistiche difensive, che hanno condotto il Real al primo posto del campionato spagnolo con 46 punti, tre in più del Barcellona secondo. E sabato, alle ore 16, c’è il derby contro l’Atlético al Bernabéu, terza sfida fra i due club madrileni in stagione dopo lo 0-0 del Wanda Metropolitano a settembre e il già citato successo del Real nella Supercoppa giocata a Gedda, in Arabia Saudita.