Dove si costruisce il vivaio in Italia

Il programma dei Centri Federali Territoriali punta a creare un'identità tecnica moderna, condivisa.

Qual è la strategia migliore per rintracciare e costruire il talento calcistico? O meglio: può esistere un programma che permetta di rendere sistematiche l’individuazione e la crescita dei giovani più promettenti? In Europa, nel corso degli anni, sono stati ideati e attuati modelli diversi per approccio ed esecuzione: le federazioni di Francia e Belgio, per esempio, hanno creato dei percorsi integrati di scouting e formazione che esaltano le qualità individuali dei ragazzi, mentre quelle di Spagna, Germania e Inghilterra sono partite da presupposti differenti, hanno prima diffuso una cultura tattica comune, imposta dall’alto, per tutte le scuole calcio, poi hanno allevato i giovani perché potessero essere già pronti, nel futuro, per interpretare un certo tipo di gioco.

Metodi diversi richiedono strutture e strumenti diversi, in questo senso la scelta dell’Italia è stata chiara: la valorizzazione del talento deve partire da un’identità riconoscibile, da una pianificazione guidata e condivisa che coinvolga il maggior numero possibile di giovani in tutto il Paese. Perciò dal 2015 è stata attivata la rete dei Centri Tecnici Federali, un format pensato e attuato con obiettivi ambiziosi: monitorare i giovani calciatori nel medio-lungo termine, sviluppare un percorso di formazione tecnico-sportiva coordinato, ridurre la dispersione e contrastare l’abbandono dell’attività sportiva, definire un indirizzo formativo ed educativo centrale.

L’obiettivo dei Centri Federali Territoriali è crescere i migliori talenti del calcio italiano, ma anche i cittadini e le cittadine del futuroVito Tisci, presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, ha sintetizzato in poche parole il senso del progetto: «Vogliamo ridurre il gap con gli altri paesi europei attraverso l’uniformità tecnica, che si crea alimentando la sinergia tra i nostri 50 centri sparsi in tutta Italia. I nostri giovani calciatori e calciatrici saranno cresciuti come atleti, ma anche come cittadini del futuro». Il Programma di Sviluppo Territoriale non si rivolge solo ai giovani atleti dai 5 ai 15 anni, ma anche ai tecnici e ai dirigenti, alle società del territorio e alle famiglie. In questo modo, la valorizzazione dei giovani è parte di un percorso più ampio, che attraverso l’interazione tra tutte le componenti promuove la cultura sportiva finalizzata all’educazione, la costruzione di un rapporto di collaborazione con le società private e lo sviluppo del calcio femminile.

Dal punto di vista pratico, il progetto si articola in circa 1600 allenamenti nei Centri Federali Territoriali, 1500 eventi per le Scuole Calcio del Territorio, almeno 150 giornate open day, 5mila ore di allenamento e 3mila ore complessive di formazione per i tecnici del territorio, attraverso lezioni frontali, work shop, newsletter. I Centri Federali Territoriali non sono pertanto solo delle strutture, ma rappresentano soprattutto una metodologia che la Figc intende diffondere ovunque sul proprio territorio.

Nella stagione 2019/2020 è stata avviata l’attività delle Aree di Sviluppo Territoriale: la fase pilota partirà nella provincia di LecceIl Programma di Sviluppo Territoriale, di cui Eni è partner ufficiale, attualmente si avvale di 50 Centri Federali dislocati in maniera capillare in tutto il territorio italiano: la regione con il maggior numero di strutture è la Lombardia (6), seguita dal Lazio e dall’Emilia Romagna (4), dalla Sicilia, la Puglia, il Veneto, il Piemonte, la Calabria e la Toscana (3). Nell’ottica di una evoluzione del programma e di una sua maggiore diffusione, dalla stagione 2019/20, la Federazione, attraverso il proprio Settore Giovanile e Scolastico, ha avviato, partendo con una fase pilota dalla provincia di Lecce, la costituzione di vere e proprie Aree di Sviluppo Territoriale che prevede la presenza costante dei tecnici federali presso le Scuole Calcio Élite che costituisce i primi veri destinatari di una strategia di sviluppo rinnovata e mirata ad un’azione sempre più capillare sul territorio.

Questo nuovo percorso, oltre a monitorare un numero maggiore di giovani calciatori e calciatrici, coinvolgerà in modo ancora più diretto e secondo i principi del “reality based learning” i tecnici e dirigenti del territorio, con l’obiettivo di trasferire i presupposti della metodologia di lavoro all’interno di ogni società. Un programma che, a partire dalla pros sima stagione sportiva, verrà ulteriormente ampliato e allargato all’intero territorio nazionale, investendo le 650 Scuole Calcio Élite presenti nel nostro Paese.

Le foto in queste pagine sono state scattate a Viggiano, in provincia di Potenza, nel cuore della Val d’Agri, durante un Open Day