La MLS rischia il primo lockout della sua storia

Non c'è ancora l'accordo tra la lega e i giocatori per il contratto collettivo.
di Redazione Undici

C’è grande attesa, negli Usa ma anche in Europa, per l’inizio della stagione 2020 di MLS. La grande attrattiva è ovviamente l’esordio dell’Inter Miami di David Beckham, ma ci sono anche altri spunti di interesse – lo sbarco del Chicharito Hernández a Los Angeles, Thierry Henry sulla panchina di Montreal. Solo che le notizie che arrivano dagli Stati Uniti non sono proprio positive: l’inizio della regular season potrebbe essere rimandato, non c’è ancora l’accordo tra la lega e il sindacato dei giocatori (MLSPLA, MLS Players Association) per il rinnovo del contratto collettivo – l’ultimo rinnovo risale al 2015. Il rischio concreto è che le prime partite potrebbero slittare, portando quindi al primo lockout nella storia del calcio nordamericano contemporaneo (la Mls è stata fondata nel 1996), un’eventualità che in passato ha colpito anche le altre grandi leghe statunitensi – la Nba nella stagione 2011/12, la NHL in quella successiva.

Una situazione simile si era già verificata all’inizio dell’edizione 2014, quando però furono gli arbitri a indire uno sciopero per il mancato rinnovo del contratto. Per le prime due settimane della stagione furono usati giudici sostitutivi, poi l’agitazione rientrò. Oggi tocca ai giocatori protestare nei confronti della lega, soprattutto per alcuni aspetti logistici. Come riporta il Guardian, uno dei punti più divisivi riguarda il numero di voli charter a disposizione dei club, non più di quattro nell’intera stagione – in passato Rooney e Ibrahimovic erano stati molto critici con i dirigenti per questo motivo. Perciò spesso i giocatori sono stati costretti a utilizzare rotte commerciali, come cittadini comuni, con ovvie ripercussioni sulla velocità degli spostamenti e quindi sulla possibilità di tornare ad allenarsi il prima possibile dopo una partita – negli Usa le trasferte possono essere molto lunghe, per esempio i giocatori di Vancouver che sfideranno l’Inter Miami saranno costretti a volare almeno per sette ore. Su questo punto, il commissario della MLS Don Gerber sembra essere ottimista: «Nel prossimo accordo collettivo, ci saranno più voli charter per i giocatori». Un altro aspetto che i giocatori vorrebbero ridiscutere riguarda la Free Agency. Il sistema sportivo degli Stati Uniti è differente da quello europeo, i calciatori possono restare senza contratto solo al verificarsi di certe condizioni – devono aver compiuto 28 anni e aver giocato almeno otto stagioni in MLS. Il sindacato ha intenzione di abbassare questa età minima, così che le società possano avere meno controllo sul mercato dei giocatori. Infine, c’è anche un problema di disuguaglianza salariale, infatti il complicato sistema di retribuzione privilegia solo alcune categorie di giocatori, mentre altri restano indietro – per esempio i giovani cresciuti nei vivai locali.

L’inizio del campionato è previsto per il 29 febbraio, in realtà ci sarebbe ancora tempo per trovare un accordo. Secondo le indiscrezioni filtrate dagli Stati Uniti, le trattative sarebbero in corso, ma c’è un’altra scadenza importante che si avvicina: il 18 febbraio è in programma il primo turno della CONCACAF Champions League, se le discussioni dovessero trascinarsi ancora, sarebbe in dubbio la partecipazioni dei club MLS che si sono qualificati (Seattle Sounders, Los Angeles FC, New York CIty e Atlanta United).

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