La Premier League vuole fare una nuova rivoluzione del calcio in tv

Con una nuova piattaforma Over the Top potrebbe ricreare l'effetto Netflix.

Richard Masters, nuovo CEO della Premier League, ha recentemente dichiarato che il campionato inglese si aprirà a nuovi sistemi di broadcasting, e che la sua intenzione è quella di inaugurare, verso il 2022, un sistema di streaming OTT (Over the top) simile alla piattaforma americana Netflix. L’intervento del dirigente inglese è significativo, perché sottolinea una volta di più l’evoluzione della fruizione dello sport con il mezzo televisivo. Il cambiamento, negli ultimi anni, è evidente in tutto il mondo: dalla stagione 2018/19 Dazn è attivo in Italia, poi ci sono My Ligue 1, Liga Sports Tv, Eleven Sports, o anche Nba Pass negli Stati Uniti.

Anche la Premier League ha partecipato direttamente alla rivoluzione: a dicembre 2019 c’è stato lo storico esordio di Amazon nel mercato del broadcasting sportivo. L’azienda di Jeff Bezos ha investito 105 milioni di euro per i diritti di venti partite di Premier League, dieci di un intero turno giocato durante le feste e dieci dell’iconico Boxing Day, a Santo Stefano; la trasmissione delle gare, disponibile su Amazon Prime Video e accessibile solo agli abitanti del Regno Unito, non richiedeva costi aggiuntivi agli abbonati alla piattaforma.

La trasmissione di eventi sportivi ha subito diverse fasi storiche: i diritti televisivi sono una peculiarità nata negli anni Ottanta, parallelamente all’esplosione del fenomeno pubblicitario e al conseguente aumento degli interessi economici per i club di calcio. Il sistema tradizionale era basato sulla presenza quasi monopolistica di un’emittente privata – come Sky in Italia –, ma ora stanno comparendo delle piattaforme OTT, un sistema che non conosce differenze fra i contenuti, che siano eventi sportivi o spettacoli o cinema. Il meccanismo della OTT riguarda il broadcasting di contenuti streaming e on demand tramite la connessione internet: Netflix, Amazon Prime Video, Apple TV, Rai Play, Dazn, sono tutte piattaforme che permettono agli utenti di fruire contenuti anche in periodi successivi al loro svolgimento. La cosa più attuale e accattivante è che tutto ciò può essere fatto da mobile o tablet,. La rivista Recorde ha rivelato nel 2018 che Netflix ha ottenuto un 10% dello share annuale dei programmi televisivi, una cifra enorme per un’azienda che offre contenuti in streaming, e che non conta su notiziari o sui live show.

Questo è indicativo di come il ricambio generazionale stia diventando un tema sempre più centrale nello sviluppo dei nuovi media – informazione mobile first, podcast, Instagram Stories, cinema sul piccolo schermo – e dunque, pure nello streaming sportivo, non può che affermarsi un nuovo modo di intendere la trasmissione degli eventi. La generazione Z sta crescendo in un mondo digitalizzato, e quindi, per i suoi componenti, non è una novità guardare una partita di calcio su un iphone; allo stesso modo, per molti teenager non è un più problema finire uno spettacolo televisivo in metro prima di andare a lavoro.

La Premier League è il torneo di calcio più ricco al mondo, con una retribuzione per i diritti tv pari a 3,4 miliardi per il triennio 2019-2022 e un broadcasting che copre 188 paesi su 193 al mondo. Di fatto, la lega inglese riceve la maggior parte dei suoi introiti dalla vendita dei diritti di trasmissione delle partite all’estero. Con un sistema Over The Top, la cifra potrebbe addirittura aumentare. Partendo da costo di Dazn per l’Italia, (9,99 euro al mese, la stessa cifra di Netflix), The Athletic ha calcolato che i guadagni arriverebbero a 24 miliardi di sterline – la Premier è seguita da oltre 200 milioni di spettatori in tutto il mondo. Una cifra enorme ma soprattutto maggiore di quanto recepito adesso attraverso il broadcasting tradizionale.

Per il Boxing Day, Amazon ha assunto 43 fra telecronisti e talent, tra cui Henry e Crouch (Laurence Griffiths/Getty Images)

L’ottica commerciale domina la programmazione tanto dei club quanto dei campionati, e dunque, una volta inteso che una possibile app possa far incassare di più del sistema attuale, l’accettazione del nuovo modello da parte delle società di Premier sarebbe più semplice. Gli stessi club offrono già delle proprie app e dei canali Youtube, e tramite essi propongono continuamente approfondimenti e contenuti esclusivi ma senza poter trasmettere le partite. Un sistema streaming di un intero campionato permetterebbe invece agli utenti di vedere le partite di tutto un torneo, e in più, selezionare solo contenuti di questa o quella  squadre e di quei protagonisti. È la tendenza del customized content, dove la selezione della visione è il servizio principale che offre la piattaforma – che siano film, serie tv o anche eventi sportivi – e che è più calibrato sulle esigenze degli utenti di oggi.

«Vi è un rischio associato a questa piattaforma. Le competizioni sportive come la Premier League hanno avuto successo nel cercare collaborazioni con emittenti affermate e nel garantire il sistema di finanziamento come un modello. Le entrate con licenza protetta e le entrate dirette al consumatore sono strategie completamente diverse: il passaggio dall’una all’altra, se e quando accadrà, sarà un grande momento». Così ha detto Masters sui rischi della proposta, citando un drop di cui non si conoscono bene tutti gli effetti. Eppure, il servizio OTT è piaciuto in Inghilterra, come dimostrano i risultati sull’audience pubblicati da Amazon dopo il ciclo di partite dell’ultimo Boxing Day.

Nei giorni scorsi, la Premier Leagua ha ufficializzato un nuovo accordo per la vendita dei diritti televisivi nei paesi nordici: i club inglesi incasseranno 380 milioni di euro a stagione dal 2022 fino al 2028 (Michael Steele/Getty Images)

Dunque, che la piattaforma si farà è certo, anzi inevitabile. Magari ci si augura che il fenomeno possa espandersi, abbracciando anche la Serie A e il suo modo di intendere il rapporto con gli spettatori. Per ora, in quest’ottica, il campionato italiano ha proposto tanto ma ha concretizzato poco, e l’unica attività OTT esistente è Serie A Pass, che rende disponibili gli highlights e le dirette delle partite del massimo campionato in alcuni paesi all’estero. Serie A Pass si avvicina molto all’OTT presente anche in altri paesi, come My Ligue 1 in Francia, dove la Ligue 1 propone all’estero una piattaforma gratuita per guardare alcuni incontri del campionato francese e i suoi highlights.

Un sostrato da cui partire quindi c’è, e oltretutto, rinnova la sensazione di un campionato in evoluzione dal punto di vista mediatico e per quanto riguarda l’appeal verso l’estero. In attesa che la Premier League mostri, per l’ennesima volta, come si fa ad arrivare prima di tutti nel futuro.