La nuova ambizione della Dinamo Zagabria

Il progetto del club croato si basa tutto sulla valorizzazione del talento.

La Croazia è l’undicesimo Paese più visitato d’Europa, esaltato delle spiagge famose per l’acqua cristallina e i festival musicali che attraggono giovani da tutto il mondo. Inoltre, al successo turistico hanno contribuito anche le maggiori città del Paese, Spalato, Dubrovnik e soprattutto la capitale Zagabria. La più grande città della Croazia è un luogo molto sottovalutato, spesso passa in secondo piano nei paragoni con gli altri luoghi più caratteristici dell’est Europa, ma in realtà è profondamente in evoluzione. Un concetto che si sposta dal turismo al pallone, dove la Dinamo Zagabria, che nel 2016 risultò una delle peggiori squadre nella storia della Champions per punti, gol fatti e subiti (sei sconfitte su sei con zero reti realizzate e quindici incassate), continua a soffrire l’identificazione con una realtà sempre sfruttata, sempre sofferente. Ma le cose si stanno evolvendo, la Dinamo è una società con molti limiti ma sicuramente sta guardando al futuro in maniera ambiziosa.

A gennaio, la Dinamo ha visto partire il suo miglior giocatore, Dani Olmo, ceduto al Lipsia per 30 milioni di euro: un intrigo internazionale che ha coinvolto tanti club ben più ricchi e importanti della piccola Dinamo – che, in ogni caso, conta 54 trofei in bacheca e 45 apparizioni fra Champions League (21) e Europa League (24). Ma Olmo ha aspettato ad andarsene, ha atteso fino al momento migliore e, alla fine, è partito solo quando la Dinamo non avrebbe più giocato in Europa per il resto della stagione. Oltretutto, il suo ricordo dell’esperienza croata è stato molto positivo.

La Dinamo Zagabria ha esordito in questa Champions League battendo l’Atalanta 4-0 al Maksimir, alla fine del girone ha portato a casa cinque punti, mancando per una sola lunghezza il terzo posto che gli avrebbe garantito l’accesso in Europa League. Il campionato croato non è certo la forma di allenamento più probante: la Dinamo ha vinto tredici degli ultimi quattordici edizioni, e magari ha sofferto in Europa anche per questo. Eppure gli attuali progressi dei risultati e del gioco non sono una casualità. Dal 2018 l’allenatore è Nenad Bjelica: 49enne, un passato in panchina in Austria e un anno allo Spezia in Serie B, Bjelica ha costruito alla Dinamo un’identità in grado di insidiare le squadre avversarie anche a livello europeo. Ma a un tale avanzamento non ha contribuito solo l’allenatore bensì l’intera società, che ha costruito una rosa che va oltre l’idea di esporre talenti, piuttosto è diventata un gruppo con potenziale tangibile e concreto, oltre la semplice prospettiva.

Una programmazione intelligente ha permesso ai tifosi del Maksimir di poter vedere una squadra abbastanza competitiva anche in Europa. La grande differenza col passato va ricercata nella disponibilità dei giocatori di trasferirsi e soprattutto rimanere a Zagabria: lo stesso Dani Olmo, per esempio, è stato acquistato dal Barcellona B, ha speso in Croazia quattro stagioni e poi ha lasciato la Dinamo solo quando le condizioni di vendita soddisfacevano il club della capitale. Un chiaro segnale rispetto alla qualità dell’organico di Bjelica arriva da Transfermarkt: secondo il portale tedesco, il valore complessivo dei giocatori della Dinamo è di 97 milioni di euro, nonostante l’addio di Olmo – il cui cartellino, da solo, costa 35 milioni di euro.

I migliori elementi sono l’attaccante Bruno Petkovic e il portiere Livankovic, che hanno un valore di mercato di 13,5 e 13 milioni di euro, rispettivamente; poi c’è Mislav Orsic, 27enne valutato 9,5 milioni di euro, tra i migliori nell’ultima esperienza in Champions. Altri giocatori di talento sono Amer Gojak (centrocampista), Nikola Moro (centrocampista) e Luka Ivanusek (trequartista). Al pacchetto di talenti della Dinamo si unirà presto anche Robbie Burton, gallese classe 1999, ex capitano dell’Arsenal Under 23 e da poco arrivato a Zagabria; l’ex dei Gunners è stato mandato a giocare – momentaneamente – con la formazione B, vale a dire l’Under 19 della Dinamo. Insieme a lui è arrivato pure Matìas Godoy, attaccante del 2002 preso dall’Atlético de Rafaela e anch’esso aggregato alla seconda squadra.

Miroslav Orsic, a sinistra, ha segnato 19 gol stagionali in tutte le competizioni, di cui quattro nella fase a gironi di Champions League (Sergei Supinsky/AFP via Getty Images)

È evidente come l’acquisto di Burton sia un tentativo di ripetere l’operazione-Olmo. La Dinamo non può certo definirsi una squadra di prima fascia – è 45esima nel ranking UEFA –, ma i progressi compiuti nell’ultimo periodo stanno spingendo verso una realtà diversa. Per il club croato sarà sempre difficile mantenere un nucleo di giocatori forti per diversi anni, ma la svolta della Dinamo riguarda proprio la capacità di attrarre dei nuovi talenti, di essere una meta prediletta dai giocatori giovani. Il club di Zagabria vuole offrire un modello sportivo intelligente e silenzioso, un contesto dove si può maturare gradualmente e si possano ottenere risultati di un certo livello.

In pratica, la Dinamo vuole invitare i giocatori a replicare in Croazia quanto fatto da Haaland: il norvegese ha scelto il Borussia Dortmund, una società importante ma intermedia tra il Salisburgo e i top club, per crescere e lanciarsi definitivamente nel calcio dei grandi. Olmo, come Burton e altri giovani talenti in forza alla Dinamo, hanno scelto di partire da Zagabria per maturare in un ambiente discreto, non troppo esigente ma in ogni caso formativo.

Oltre ai 20 campionati croati, nel palmarés della Dinamo ci sono anche quattro edizioni della Prva Liga, torneo che metteva di fronte i club di tutta la Repubblica Socialista di Jugoslavia prima della sua dissoluzione, avvenuta nel 1992 (Damir Sencar/AFP via Getty Images)

Merito anche dei feedback raccolti negli anni dal vivaio della Dinamo Zagabria, l’accademia da cui sono partite le carriere di Boban, Modric e Mandzukic, tra gli altri. La Dinamo ha un sistema di formazione che permette ai calciatori di accedere alla prima squadra con molte modalità diverse: al termine del ciclo giovanile, un ragazzo cresciuto nel club può passare direttamente in prima squadra o transitare per l’Under 19 (la Dinamo Zagabria II); o ancora, può andare a giocare alla Lokomotiv Zagabria, formazione con cui la Dinamo ha una partnership e a cui spedisce giocatori in prestito: da un lato la Lokomotiv aumenta il proprio fatturato, dall’altra la Dinamo dispone di una formazione satellite nella massima categoria croata. Per l’Akademia è arrivato un importante risultato in occasione di Russia 2018: nelle liste dei convocati ai Mondiali, c’erano nove giocatori usciti dal vivaio della Dinamo Zagabria.

I risultati di questa politica combinata sono evidenti. I 30 milioni incassati per Olmo sono la cifra più alta mai investita per un trasferimento che ha coinvolto un club della Croazia; nelle ultime stagioni, poi, la Dinamo ha infilato i migliori risultati europei della sua storia recente: gli ottavi di finale raggiunti in Europa League un anno fa, la vittoria con il Benfica al Maksimir (1-0 poi ribaltato al ritorno dai lusitani), ma anche i cinque punti raccolti in questa Champions League –  uno score che non vedeva dalla stagione 1999/2000 – sono segnali importanti rispetto al livello raggiunto dalla Dinamo. In attesa della prossima stagione, Bjelica allena già qualcosa in più di una squadra materasso. Merito di un progetto moderno e ambizioso, che ha riportato una società storica un po’ più vicina al centro del calcio europeo.