Bellissimo – Real Madrid vs Ajax, Champions League 2019

La notte in cui una veronica di Tadic e tutto l’Ajax hanno messo fine al dominio europeo del Real Madrid.

Gli esseri umani si adattano e si abituano in fretta a quello che accade intorno a loro. Ci siamo abituati a usare gli smartphone (mia mamma si arrabbiò moltissimo quando mio padre le regalò il primo), ci stiamo abituando a vivere in casa mentre fuori c’è una pandemia, ci abitueremo a non andare per un po’ allo stadio, ai concerti, o a prendere i mezzi pubblici mantenendo il distanziamento fisico. Ci siamo anche abituati al fatto che, in un modo o nell’altro, la Champions League la vincesse sempre il Real Madrid. È successo per tre anni di fila, dal 2016 al 2018. Per questo ci siamo tutti sentiti parte di una piccola rivoluzione quando, il 5 marzo del 2019, una squadra piena zeppa di giovani che aveva perso l’andata per 2-1 in casa ha eliminato il Real Madrid dagli ottavi di finale vincendo 4-1 al Santiago Bernabéu.

A parte rarissime eccezioni, il calcio si è fermato all’inizio di marzo in tutto il mondo e chissà quando riprenderà. Le televisioni sono state costrette a rivedere i loro palinsesti e hanno iniziato a trasmettere partite del passato. Bobo Vieri è diventato una star con le sue dirette su Instagram. I canali ufficiali del Milan hanno intervistato Kakà e Carlo Ancelotti. Stiamo vivendo una primavera in cui oltre ai tulipani fiorisce anche la nostalgia. Ne usciremo migliori, dicono, e per farlo dobbiamo rimettere i buoni sentimenti davanti all’odio e al rancore. Cosa c’è stato quindi di più bello, nel calcio recente, dell’Ajax 2018/19?

Durante la fase a gironi della scorsa Champions League non avevo mai visto una partita dell’Ajax e per questo ricordo bene la sensazione che ho provato durante l’andata degli ottavi di finale contro il Real Madrid. Nel primo tempo l’Ajax ha tirato undici volte, ha colpito un palo, ha segnato un gol annullato dal Var per fuorigioco e non è passato in vantaggio solo a causa delle parate di Courtois. Gli olandesi univano il pressing a una rapidità d’esecuzione governata da un eccellente tasso di tecnica individuale che il più delle volte rendeva le loro azioni un caos quasi perfetto. Sandro Modeo le ha definite dei «veri effetti-sciame». E ciò che metteva ordine in questo caos, come un’imprevedibile pallina da flipper che piano piano trova la sua strada sbattendo sulle sponde del gioco, erano gli appoggi, le verticalizzazioni e gli uno-due di Dusan Tadic, schierato come falso nueve da Erik ten Hag. Ero stordito. Quella partita, comunque, l’ha vinta il solito Real Madrid con un gol di Asensio a tre minuti dalla fine.

Poi è arrivata la notte della rivoluzione, nella partita di ritorno al Bernabéu. Al diciottesimo minuto, sul risultato di 1-0 per l’Ajax, Tadic ha ricevuto la palla poco dopo la linea di centrocampo. Quella che nel fotogramma qui sotto sembra una gabbia formata da quattro avversari in realtà era una marcatura molto più svogliata da parte del Real Madrid, e così Tadic ha potuto girarsi, alzare la testa e guardare la porta.

A quel punto davanti a lui c’era soltanto Casemiro. Il numero 10 dell’Ajax, con l’esterno destro, si è allungato dolcemente il pallone di quel tanto che serviva per arrivare poi al tocco successivo proprio a ridosso del centrocampista brasiliano.

È probabile che Casemiro, per anni considerato (a ragione) il giocatore fondamentale per l’equilibrio del Real Madrid, stesse già immaginando come far ripartire l’azione della sua squadra dopo aver vinto il contrasto. Ma il contrasto non c’è stato.

La suola del piede sinistro di Tadic aveva infatti già spostato la palla verso la suola del piede destro, e il serbo dopo una piroetta era al limite dell’area per offrire un passaggio filtrante perfetto a David Neres per il gol del 2-0.

La partita è andata avanti in un caos in cui più volte lo stesso Ajax ha rischiato di affondare. Il Real Madrid ha avuto tante occasioni per segnare l’1-2 che sarebbe valso i supplementari e alla fine i tiri degli spagnoli saranno venti. Al sessantaduesimo minuto, però, proprio Tadic ha trovato il 3-0 con un sinistro all’incrocio dei pali. Poco dopo sono arrivate anche le reti di Asensio e Schöne, e a meno di dieci minuti dal termine, quando Benzema è scivolato nell’area piccola solo davanti a Onana, i tre volte campioni in carica hanno alzato definitivamente bandiera bianca sulle loro ambizioni di rimonta.

Il 5 marzo del 2019 non ci sono stati né rigori all’ultimo minuto, né errori dei portieri avversari, né triplette di Cristiano Ronaldo e neppure colpi di testa di Sergio Ramos a salvare gli spagnoli. È come se Tadic, facendo quella veronica su Casemiro, si fosse liberato (e con lui tutti noi) dal mondo che conoscevamo prima, quello in cui la Champions League la vinceva sempre il Real Madrid, per scoprire il mondo dopo, il mondo dei giovani dell’Ajax. Un mondo nuovo.

Il video parte dalla giocata di Tadic contro il Real Madrid, ma prima e dopo ci sono tutti i gol e gli assist del giocatore serbo nella scorsa stagione, è un video lungo ma vale la pena di guardarlo

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione, cantava Guccini. E la storia speciale dell’Ajax è finita due mesi dopo in maniera crudele, con il gol di Lucas all’ultimo secondo che ha mandato in finale il Tottenham. Il regista di quella squadra, Frenkie de Jong, in estate è passato al Barcellona per 75 milioni di euro. Lo scorso dicembre, dopo aver vinto 2-1 a San Siro contro l’Inter, le telecamere lo hanno inquadrato mentre cercava sul tabellone dello stadio il risultato della partita decisiva per la permanenza in Champions League dei suoi ex compagni. L’Ajax aveva perso ed era stato eliminato, lui era triste. Chissà se qualche volta de Jong ci pensa ancora a quella squadra, mentre trascorre la quarantena, guarda un po’, ad Amsterdam.