Le migliori esultanze di gruppo, quando si potevano fare

La pandemia ci toglierà la gioia di vedere trenini, balletti, partite da bowling subito dopo un gol. Riguardiamo i migliori.

Noi ancora non lo sapevamo, ma il calcio del futuro – in qualche modo – lo abbiamo già vissuto. Era l’8 marzo: stavamo capendo che il Coronavirus non era «poco più di una normale influenza» e, mentre il premier Giuseppe Conte si preparava ad annunciare le più grandi limitazioni delle libertà personali della storia repubblicana, si giocavano a porte chiuse le ultime partite di Serie A prima della sospensione del campionato. Rivedere oggi i video di quelle gare è un’esperienza utile per abituarsi al calcio che sarà (che ci piaccia o no). Un calcio senza tifosi e con quella strana sensazione di immersione totale nel campo che danno le urla degli allenatori e i dialoghi tra i giocatori percepiti ad alto volume perché non più coperti dal rumore degli spalti.

Anche le esultanze dopo i gol sono state un po’ diverse dal solito, in quell’8 marzo in cui gli scienziati ci mettevano già in guardia sui pericoli degli assembramenti. E se è vero che i calciatori della Juventus hanno celebrato con due maxi abbracci le reti di Ramsey e Dybala all’Inter, durante Milan-Genoa, per esempio, Francesco Cassata ha festeggiato tutto solo, correndo verso la sua panchina tra l’immobilità generale, il raddoppio dei liguri. Non so se i suoi compagni di squadra stessero rispettando il distanziamento fisico o se fossero semplicemente increduli per essere in vantaggio 2-0 a San Siro alla fine del primo tempo, ma tant’è. Qualche giorno fa il Telegraph ha scritto che, in caso di ripartenza della Premier League, dopo la realizzazione di un gol potrebbero essere vietate le esultanze di gruppo. In attesa di tornare alla normalità, abbiamo scelto le migliori dal calcio del passato.

Il trenino del Bari

Probabilmente è l’esultanza di gruppo più famosa di sempre, tanto da finire anche in un film di Carlo Vanzina (Selvaggi, del 1995). Eppure la sua genesi non fu semplice: la prima volta che i pugliesi la proposero, il 25 settembre 1994 in una vittoria per 2-0 a Padova, il trenino deragliò prima che il terzo giocatore riuscisse ad accodarsi ai compagni. «Abbiamo dovuto lavorarci parecchio e allenarci durante la settimana anche su questo, perché all’inizio era piuttosto complesso capire quale era la giusta posizione di gambe e braccia», racconterà l’attaccante Sandro Tovalieri, riconoscendo a Miguel Ángel Guerrero i meriti dell’idea: «Il trenino venne in mente a Guerrero, che praticava questa esultanza già in Colombia». La perfezione venne raggiunta qualche settimana dopo, il 16 ottobre 1994, per l’esibizione alla Scala del calcio: il Bari vinse 2-1 a San Siro contro l’Inter e dopo il raddoppio di Tovalieri la locomotiva partì spedita sotto la Curva Nord, per poi essere ripetuta più volte durante la stagione fino a diventare un vero e proprio simbolo della città.

Sarà ripreso anche nel 2010, ma questo è il trenino originale della Bari

L’omaggio del Bayer Leverkusen al macellaio e ristoratore turco Salt Bae

Nel Bayer Leverkusen 2016/17 c’erano due giocatori turchi, il vice capitano Ömer Toprak e Hakan Calhanoglu, che a quei tempi prometteva molto bene. Furono loro, dopo un gol all’Hertha Berlino nel gennaio 2017, a coinvolgere i compagni di squadra in una bizzarra esultanza che consisteva nel chinarsi sul campo per strappare qualche ciuffo d’erba e, come se fosse del sale, versarlo muovendo le dita su un’immaginaria bistecca gigante. «È un omaggio a un cuoco turco che ha un modo tutto suo di condire la carne», spiegò Toprak ai curiosi giornalisti tedeschi nell’intervista post partita. E Calhanoglu aggiunse, tra il divertito e l’imbarazzato: «Si chiama Nusret ed è un macellaio molto famoso. Cercatelo su Google, capirete tutto». Nusret Gökçe ha una pagina Wikipedia in italiano: preferisce però farsi chiamare Salt Bae e grazie alla sua tecnica di condire la carne è diventato un meme. Su Instagram ha 27 milioni di follower: forse avete capito chi è.

:ok_hand:

Tutte quelle dello Stjarnan

In questo elenco non poteva certo mancare la squadra islandese celebre per le sue esultanze che qualcuno ha definito «una nuova forma d’arte». Lo Stjarnan è stato fondato nel 1960 a Garðabær, un paesino a dieci chilometri dalla capitale Reykjavík in cui si trova l’unico negozio Ikea di tutta l’Islanda. Ha vinto un campionato, una Coppa d’Islanda e due Supercoppe, e nell’estate 2014 ha sfidato l’Inter nei playoff di Europa League perdendo 3-0 all’andata e 6-0 al ritorno. In questi anni lo Stjarnan ha festeggiato i suoi gol nei modi più assurdi possibili: da una sfida di nuoto con tanto di tuffo dal blocco di partenza alla bicicletta umana, dalla simulazione di un parto a gare di bob e canottaggio, da un valzer collettivo a un omaggio al film Rambo. Molti giocatori dello Stjarnan sono cresciuti insieme nelle giovanili del club e queste esultanze sono il risultato di un’amicizia che va oltre lo spogliatoio. Quella più famosa, però, rimane quella della “pesca del salmone”, imitata dal Sudamerica al Giappone. Venne in mente al centrocampista Halldór Björnsson mentre stava pescando con suo padre: «I pesci non abboccavano, quindi ho avuto molto tempo per pensare».

Sei minuti, e vale la pena guardarli tutti

I balletti

Un vasto sottogenere delle esultanze di gruppo sono i balletti. Ai Mondiali 2014 la Colombia è arrivata fino ai quarti di finale e James Rodríguez è stato il capocannoniere della manifestazione con sei gol, ma in quei giorni non si parlava d’altro che della tradizionale salsa con cui la nazionale colombiana festeggiava le sue reti. Ogni Paese ha il suo: dalla della Repubblica Democratica del Congo alla danza intorno alla maglietta del Senegal del 2002, dopo lo storico gol di Boupa Diop nella vittoria per 1-0 contro la Francia campione in carica. Il mio balletto preferito, comunque, è la simil-Macarena del Sudafrica dopo il sinistro all’incrocio dei pali di Tshabalala che ha aperto i Mondiali 2010.

Dopo un gol splendido, tra l’altro

Il bowling

Poche cose sono nonsense nel mondo del calcio come ciò che state per leggere. Nelle ultime stagioni hanno infatti festeggiato un gol con un bowling umano il centrocampista Arles Flores dello Zamora Fútbol Club, una società venezuelana, e soprattutto l’attaccante giapponese Hidetoshi Wakui con il Nõmme Kalju, una delle tante squadre di Tallinn, la capitale dell’Estonia. Wakui ha giocato anche in Brasile, Singapore, Slovenia, Austria e Bielorussia. Ora è all’IF Gnistan, che milita nella seconda divisione finlandese. Ah, ovviamente l’esultanza del bowling è stata usata anche dall’immancabile Stjarnan.

Strike, era ovvio

Bonus track: l’abbraccio di Florenzi a sua nonna

Non è un’esultanza di gruppo, è vero, ma secondo l’ultimo DPCM in occasione degli incontri con i congiunti «devono essere rispettati il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie». E dire che Conte è pure romanista.

Robbie Williams – “She’s the one”