Leroy Sané è l’acquisto perfetto del Bayern Monaco

Per il suo valore come giocatore, ma anche perché è destinato a diventare l'uomo immagine del club bavarese nei prossimi anni.

«Siamo molto contenti di dare il benvenuto a Leroy Sané. È un giocatore eccezionale che ha dimostrato le sue qualità negli ultimi anni, specialmente in nazionale. Mi congratulo con Hasan Salihamidžić per aver concluso questo trasferimento». Questa frase imbevuta di riconoscenza, con cui il Ceo del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, ha commentato l’acquisto di Leroy Sané, racconta il valore del giocatore e l’importanza che dovrà avere nella sua nuova squadra. Poi però Rummenigge aggiunge un dettaglio sulla politica di mercato del club bavarese: «Il nostro obiettivo è quello di riunire i migliori giocatori tedeschi al Bayern, e la firma di Leroy ne è una prova». L’Allianz Arena deve essere la destinazione ideale dei migliori giocatori tedeschi, con un corollario: meglio ancora se questi giocatori non costano cifre con troppi zeri, se sono giovani e hanno ampio margine di miglioramento. L’identikit di Leroy Sané, in pratica.

Ora, qualcuno starà giustamente simulando un paio di colpi di tosse mentre fa il nome di Timo Werner, ma per concludere la trattativa con il nuovo centravanti del Chelsea c’erano troppi ostacoli: la concorrenza di Lewandowski, la reticenza del Lipsia nel cedere il suo miglior attaccante al Bayern, la liquidità dei Blues dopo il blocco al mercato e in un periodo di crisi economica. Ma anche senza Werner la strategia dei bavaresi è perfettamente leggibile nelle ultime sessioni di mercato. Il trasferimento di Sané si inserisce infatti nel solco degli acquisti finalizzati nel recente passato: nel 2015 arrivò un giovanissimo Joshua Kimmich, nel 2017 ecco Niklas Süle e Serge Gnabry, poi nel 2018 è il turno di Leon Goretzka. Per tutti loro il Bayern ha rappresentato l’occasione per fare l’upgrade definitivo, per entrare nel contesto più competitivo del calcio tedesco. Non è un caso che oggi il Bayern sia una delle società che valorizza meglio il talento in Europa: la rosa a disposizione di Flick è stata costruita investendo 356 milioni di euro sul mercato e oggi vale 757, più del doppio. Secondo i dati di Transfermarkt, solo il Liverpool di Klopp ha un delta maggiore tra il valore attuale e la cifra spesa per la sua rosa.

L’acquisto di Sané però aggiunge ancora qualcos’altro rispetto a quelli del recente passato. Non è solo un altro giocatore tedesco che finisce al Bayern: è quello con maggiori prospettive, quello che ha mostrato il talento più limpido prima del suo arrivo. Il suo status non è ancora quello di un fuoriclasse assoluto, ma ha già un grande appeal mediatico, e poi le qualità sono immediate e futuribili allo stesso tempo. E ancora: il suo trasferimento non è stato troppo impegnativo a livello finanziario (circa 49 milioni di euro come investimento iniziale, altri 11 potrebbero aggiungersi come bonus), un dettaglio fondamentale per un club sempre attento alla sostenibilità del modello economico. Sané era l’unico giocatore che potesse dare continuità alla strategia di mercato del Bayern elevando esponenzialmente la squadra a livello qualitativo: in pratica, è l’uomo immagine prefetto per il nuovo ciclo del Bayern Monaco. Si può dire che sia stato acquistato per essere l’uomo-copertina di una nuova era, dopo quella segnata dal binomio Ribery&Robben: dall’olandese, infatti, Sané dovrebbe la maglia numero 10 – non è ancora ufficiale perché in rosa c’è ancora Coutinho, ma è un evento del futuro praticamente scontato.

Certo, va detto pure che la strategia sul lungo periodo è resa possibile anche dalla competitività relativa della Bundesliga: anche con un lavoro di prospettiva il Bayern può mantenere lo status di superpotenza del campionato tedesco, contenendo i rischi al minimo e con investimenti mirati. Ma nel frattempo il club bavarese ha iniziato a costruire una vittoria in Champions League che dovrà arrivare nei prossimi anni.

Il cammino, però, non è stato necessariamente lineare e privo di imprevisti. La scorsa estate fu segnata dall’incoerenza progettuale dei dirigenti del club, divisi tra una strategia espansiva – il presidente Hoeness annunciava che per il Bayern era arrivato il momento di «investire una grossa somma sul mercato, in modo da avvicinarsi ai club più importanti d’Europa» – e una più sostenibile, come quella voluta da Rummenigge: «Dobbiamo stare attenti a non destabilizzare il nostro ordine salariale. Le cifre di tanti contratti stanno assumendo dimensioni enormi». Sono due visioni chiaramente opposte, perché l’acquisto di giocatori affermati comporta un investimento proporzionato, quindi corposo, anche per quanto riguarda gli  stipendi.

Leroy Sané si è unito al Manchester City all’inizio della stagione 2016/17, la prima di Guardiola in Inghilterra: da allora, ha accumulato 135 presenze e 39 gol in competizioni ufficiali (Alex Livesey/Getty Images)

A un certo punto sembrava che la strategia più intraprendente avesse preso il sopravvento, con l’acquisto dei due campioni del mondo Lucas Hernandez e Benjamin Pavard – 110 milioni complessivi – ma senza una vera e propria programmazione aziendale degna di una società come quella bavarese. Ce ne eravamo accorti proprio con l’infortunio di Sané: l’ex Manchester City era stato identificato come nuovo uomo simbolo dal Bayern Monaco già la scorsa estate, poi l’infortunio al crociato ha fermato un’operazione di mercato che sembrava già fatta. E così il Bayern ha dovuto ripiegare su Coutinho, un giocatore con caratteristiche tecniche ma soprattutto “commerciali” molto diverse da Sané.

In realtà, il Bayern scelse di temporeggiare: aveva deciso di fare del ragazzo di origini senegalesi quello che nella Nba verrebbe riconosciuto come uomo-franchigia. Ha pensato che non ci fosse una figura migliore di Sané per quel ruolo, così ha preferito aspettare un anno anziché cambiare bersaglio. Quell’episodio aveva dimostrato come un imprevisto capitato a un giocatore di un’altra squadra potesse mandare a monte i piani di una dirigenza che non aveva un Piano B e sarebbe arrivata a fine estate con un calciomercato chiuso solo a metà. Allo stesso tempo, però va sottolineato il fatto che una certa visione non sia stata modificata.

Con la Nazionale tedesca, Sané conta 21 presenze e cinque gol realizzati; nel 2018, la sua mancata convocazione per i Mondiali suscitò grande sorpresa (e molte polemiche) in Germania, e non solo (Ross Kinnaird/Getty Images)

È ovvio che la consapevolezza di poter competere – quantomeno – in Bundesliga aveva permesso di iniziare la stagione senza troppi rimpianti. Ma poi anche alla prova del campo erano arrivati alcuni intoppi: a novembre, dopo un inizio di campionato negativo c’era stato il cambio di guida tecnica con l’esonero di Niko Kovac e l’arrivo di Hans-Dieter Flick in panchina. Quello che doveva essere solo un traghettatore si è rivelato l’uomo più adatto per gestire il talento malleabile collezionato sul mercato, dando spazio a Gnabry, Pavard e ai giovanissimi Michaël Cuisance, Joshua Zirkzee e soprattutto Alphonso Davies, ormai titolare inamovibile nel ruolo di terzino sinistro. Durante la stagione, l’ex collaboratore di Löw nella Nazionale tedesca ha trovato un mix perfetto di tecnica, esperienza e freschezza atletica in una squadra dal potenziale futuro enorme – la rosa ha un’età media di 25 anni – e ha riservato un posto in squadra per una stella offensiva da affiancare a Lewandowski.

Ora, seppur con un anno di ritardo, l’acquisto perfetto di Sané può dare il via al nuovo ciclo del Bayern Monaco: il club più forte di Germania non ha trovato solo il suo pilastro per la squadra di oggi e di domani, ma anche un uomo-immagine che rappresenta compiutamente il brand del club bavarese, i suoi valori, la sua strategia fuori dal campo.