Una nuova coscienza civile per il mondo del calcio

Rispetto ad altri sport, il calcio in Europa raramente ha fatto sentire la propria voce sui temi sociali. Un gap culturale che va colmato al più presto: anche i calciatori devono farsi avanti.
di Redazione Undici 13 Agosto 2020 alle 02:09

Negli ultimi mesi, le strade degli Usa sono riempite da centinaia di migliaia di persone che chiedono la fine di un sistema di razzismo endemico nella società. Instagram, martedì 2 giugno, si è trasformato in uno schermo nero grazie all’hashtag #BlackoutTuesday. Subito dopo l’omicidio di George Floyd, LeBron James ha diffuso un’immagine che mostra, in parallelo, Colin Kaepernick inginocchiato prima di una partita, e l’agente Derek Chauvin nella stessa posizione sul collo di George Floyd. La didascalia dice: «Ce la fate a capire ADESSO!!??!!??». Il giorno prima, aveva ripostato una foto che lo mostrava, nel 2014, appena prima di una gara di Nba con indosso una maglietta con scritto «I can’t breathe», la frase sussurrata, prima di morire soffocato, da Eric Garner.

Cosa succedeva, nel frattempo, nel calcio? Durante la partita di Bundesliga in cui era impegnato il Borussia Dortmund, Jadon Sancho, dopo un gol, esibiva un sottomaglia con la scritta: «Justice for George Floyd». Pochi secondi dopo, in seguito al gesto, l’arbitro gli sventolava un cartellino giallo. I giorni in cui questa rivista va in stampa sono anche quelli di giugno, ovvero il Pride Month, un altro territorio in cui il mondo del calcio non riesce, incredibilmente, a fare dei passi avanti. Se solo non ci fossimo così abituati, ci accorgeremmo e stupiremmo di quanto il mondo del pallone (anzi: il mondo del pallone maschile) sia conservatore su temi basilari come i diritti civili, la lotta all’omofobia e al razzismo.

Se alcune squadre hanno da poco fatto loro una comunicazione attenta su questi temi, i giocatori sono ancora troppo timidi, o ignoranti. Forse per paura, forse per ingenuità, di certo non per motivi economici, considerando l’attivismo dei loro colleghi di altri sport. Il calcio del futuro, anzi, del presente non può che accelerare immediatamente: con etichette di comportamento da parte delle squadre, con l’eliminazione delle ridicole sanzioni per i messaggi sulle magliette, e guardando come esempio a chi da anni sta trainando il cambiamento: il mondo del calcio femminile.

Da Undici n° 33
>

Leggi anche

Calcio
Lorenzo Musetti può ancora qualificarsi alle ATP Finals, ma ha una sola possibilità: deve vincere il 250 di Atene
È stata confermata la presenza di Djokovic a Torino, quindi al momento Auger-Aliassime è sopra il tennista italiano.
di Redazione Undici
Calcio
Elogio di Mattia Zaccagni, giocatore sottovalutato ma sempre decisivo, uomo-simbolo della Lazio
La squadra biancoceleste ha vissuto un inizio di stagione complicato, in tutti i sensi possibili. Ora sta rinascendo, nel segno di Sarri e del suo capitano.
di Redazione Undici
Calcio
L’Union Saint-Gilloise è diventata la squadra per cui tifano molti degli impiegati negli uffici dell’Unione Europea
Il club belga si presta perfettamente a essere sostenuto dagli expat, per i suoi risultati e per le sue radici in un quartiere molto particolare.
di Redazione Undici
Calcio
Zohran Mamdani, candidato democratico e favorito per diventare sindaco di New York, è pazzo per il calcio
La sua passione per il soccer nasce grazie all'Arsenal, e continua ancora oggi.
di Redazione Undici