Il Wolverhampton ha speso 40 milioni per Fábio Silva, e potrebbe non essere una follia

Nonostante parliamo di un giocatore nato nel 2002 e che ha giocato poco più di 500 minuti tra i professionisti.

Al Molineux Stadium di Wolverhampton è arrivato un portoghese in più, il decimo nella rosa del manager Nuno Espírito Santo (anche lui portoghese, ovviamente). Si tratta di Fábio Silva, l’acquisto più caro della storia del club: 35 milioni di sterline, ovvero 40 milioni di euro circa, per un giocatore nato nel 2002 e che ha messo insieme solo tre 182 minuti giocati in Primeira Liga con la maglia del Porto, più altri 338′ in altre competizioni ufficiali con i Dragões. Il suo score da giocatore professionista è di tre gol segnati e due assist decisivi serviti, ma in realtà le reference su cui si sono basati i Wolves sono ben altre: 20 gol in 26 partite per il Porto Under 19, più altri 17 in 37 gare con la squadra di categoria inferiore. A questi numeri personali, vanno aggiunti i successi di squadra nella Youth League edizione 2018/19 – 3-0 in finale contro il Chelsea – e nel campionato di prima divisione portoghese, e poi i record di precocità battuti: grazie alla fiducia concessagli da Sergio Conceicão della scorsa stagione, Fábio Silva è diventato il più giovane giocatore ad esordire con la maglia del Porto in campionato, nelle competizioni europee e in assoluto.

Di che giocatore stiamo parlando? Di un centravanti atipico, di un numero 9 dotato di un grande senso del gol che predilige giocare sulla linea del fuorigioco avversaria, ma che ama pure scambiare il pallone con i compagni e defilarsi verso l’esterno per poi accentrarsi e puntare la porta. Suo padre e suo fratello – entrambi si chiamano Jorge Silva – hanno giocato e/o giocano a calcio: Jorge senior era un centrocampista, mentre Jorge junior è un difensore, e in questo momento gioca nella Lazio. Insomma, il pallone ha sempre fatto parte della sua vita fin dalla primissima infanzia. Tanto che il suo primo allenatore da bambino, Pedro Fonseca, in un’intervista a Mais Futebol, l’ha descritto così: «C’era qualcosa di speciale in lui, soprattutto il rapporto con la palla. Ma aveva un caratteraccio: odiava perdere. Si agitava quando perdeva. A volte facevamo esercizi tecnici come se fosse naturale a quelle età, e lui si annoiava. Perché si annoiava? Perché per lui erano troppo facili».

Al Wolverhampton, Fábio Silva partirà dietro nelle gerarchie, davanti a lui c’è il messicano Raúl Jiménez – autore di 27 gol in 55 partite ufficiali della stagione 2019/20. Anche questo fa un po’ riflettere: perché un club che ha già un attaccante titolare di alto livello spende 40 milioni di euro per acquistare un giovane che non ha avuto il tempo per mostrare il suo talento, e che probabilmente guarderà molte partite dalla panchina? Per una questione di continuità progettuale, per preparare il terreno alla successione di Jiménez, certo. La realtà, come ha spiegato The Athletic in questo articolo, è che i Wolves hanno approfittato delle difficoltà economiche del Porto, costretto a incassare il più possibile in questa finestra di mercato. Pur non essendo un giocatore della scuderia Gestifute, Jorge Mendes ha fiutato l’affare e ha spinto i due club ad accordarsi. Secondo alcuni report di osservatori portoghesi, la cifra versata per l’acquisizione del cartellino di Fábio Silva è da considerare «folle», ma in realtà il Wolverhampton ha semplicemente agito in prospettiva, e con enorme fiducia: dalle parti dello stadio Molineux, credono infatti che il talento lusitano avrebbe compiuto lo stesso percorso fatto da João Felix con il Benfica, quindi hanno cercato semplicemente di anticipare la concorrenza. Sono serviti 35 milioni, ma la speranza è che questa cifra possa essere moltiplicata nel corso dei prossimi anni, mentre il giocatore sviluppa il suo talento sul campo.

L’attaccante ex Porto ha scelto la maglia numero 17, e il Wolverhampton ha deciso di annunciarlo sui propri social tramite una clip che si apre con questa frase: “This kid could be a star”. È proprio questo il senso dell’operazione conclusa dai Wolves, l’ennesimo trasferimento orchestrato da Jorge Mendes in Premier League. L’influenza del superagente portoghese sulla proprietà cinese del Wolverhampton (detenuta dal gruppo Fosun) è sempre stata enorme, forse eccessiva, ma finora ha portato dei risultati importanti, in campo e fuori: nel 2019 i Wolves sono tornati a disputare una competizione europea trent’anni dopo l’ultima volta; poche settimane fa hanno confermato il settimo posto in Premier League ma non la qualificazione all’Europa League, solo a causa del successo dell’Arsenal in FA Cup; sul mercato, invece, Mendes è riuscito a piazzare alcuni colpi senza investimenti eccessivi, basti pensare che Ruben Neves e Adama Traoré, due colonne della squadra di Espírito Santo, sono arrivati per una cifra complessiva inferiore ai 40 milioni; certo, alcuni affari non hanno generato grandi tornaconti tecnici e/o economici – per esempio l’acquisto di Cutrone per 22 milioni – ma si tratta di inevitabili incidenti di percorso per un progetto fortemente orientato al player trading. Un progetto che, con la spesa imponente fatta per Fábio Silva, è semplicemente entrato in una fase più ambiziosa, più ricca, ma anche più rischiosa, ovviamente.