“No al Razzismo”, il nuovo progetto di Lack of Guidance e Naomi Accardi

Tra moda e idee editoriali per dire basta alle discriminazioni nel mondo dello sport.

Siamo nel corso di un anno e di un’era storica che, anche attraverso lo sport, sta cercando di combattere il più possibile il razzismo e le discriminazioni. I recenti casi di George Floyd e Jacob Blake hanno stimolato molti calciatori e atleti professionisti di altre discipline a schierarsi in maniera chiara, decisa, una notizia importante soprattutto per l’Europa, un luogo geografico in cui gli sportivi non avevano ancora compreso e quindi esercitato la loro influenza su certi temi. Ma in realtà il calcio è sempre stato un’interlocuzione importante nei discorsi sulla razza, data la sua natura popolare e considerando il suo valore culturale ed economico per la società. Per far sì che i professionisti di questo sport e dello sport in generale alimentino le loro coscienze e conoscenze in merito a questioni così importanti, Naomi Accardi, firma che spesso trovate anche su Undici, ha realizzato in collaborazione con il brand Lack of Guidance un progetto intitolato “No al Razzismo” – una capsule speciale con una T-Shirt e una pubblicazione sul razzismo.

Il capo è disponibile in due colorazioni – bianco e grigio melange – ed è basato sulla rielaborazione di Ciao, la mascotte dei Mondiali italiani del 1990. Sì, perché l’Italia e il suo controverso rapporto con il razzismo sono i temi centrali del progetto di Lack of Guidance e Naomi Accardi: nel magazine “No al Razzismo”, infatti, ci sono le testimonianze di calciatori, professionisti e dilettanti, sulla loro esperienza con la discriminazione nel nostro Paese; tra questi c’è anche Tiémoué Bakayoko, ex centrocampista del Milan oggi di proprietà del Chelsea. Il prezzo dell’intero pacchetto è di 70 euro, ed è disponibile a partire da giovedì 10 settembre sul sito www.lackofguidance.com. Il ricavato dell’operazione sarà devoluto in beneficenza, all’organizzazione milanese Bimbe Nel Pallone, che offre un’alternativa alle società sportive tradizionali nel quartiere multirazziale Pasteur, periferia Nord-Ovest della città, per tutte le famiglie a basso reddito che non possono permettersi attività extrascolastiche a pagamento.