La Francia e il Brasile sono i migliori produttori di talento del calcio mondiale

Un'analisi sui flussi migratori del mercato.
di Redazione Undici 24 Novembre 2020 alle 14:02

Nel corso della storia, il calcio si è evoluto tantissimo, e una delle trasformazioni più interessanti è stata sicuramente il suo diventare un movimento globale nel quale le barriere e i confini non sono più una discriminante per la crescita di un giocatore. Il nuovo rapporto settimanale dell’osservatorio sportivo CIES ha parlato proprio di flussi migratori nel calcio moderno, analizzando 126 campionati professionistici e osservando i giocatori che militano in una lega diversa, di una nazione diversa, rispetto quella nella quale sono cresciuti.

I Paesi che producono il maggior numero di giocatori, quelli più rappresentati nei campionati professionistici di tutto il mondo, sono il Brasile, l’Argentina e la Francia: ci sono calciatori brasiliani in 23 campionati diversi, quelli argentini sono in 15 leghe mentre quelli francesi in 13. Nessuna sorpresa: si tratta di nazioni con una grande tradizione calcistica, e in cui una grande mole di giovani scelgono di praticare questo sport sin da piccoli. Un dato interessante riguarda però proprio la Francia: negli ultimi anni, infatti, è diventata il Paese che esporta più calciatori in Europa, infatti è primo in classifica per numero di giocatori espatriati in Premier League (47), in Bundesliga (36), in Serie A (35) e anche in Liga (30). Non è solo una questione di vicinanza geografica o di qualità/valore del giocatore o del campionato: la Francia è la nazione più rappresentata anche nelle leghe di Belgio, Bulgaria, Turchia, Svizzera, Romania, Qatar, Algeria e Lussemburgo. La prima rotta migratoria per numeri assoluti, però, resta quella che dal Brasile conduce al Portogallo: in Primeira Liga ci sono ben 141 calciatori brasiliani, più altri 106 in seconda divisione. Il secondo e il terzo flusso più importante sono quelli che collegano due nazioni vicine, una di grande tradizione e una più piccola e con meno appeal calcistico: 100 giocatori inglesi militano nel campionato gallese (più altri 90 in quello scozzese), mentre 93 professionisti francesi militano in squadre del Lussemburgo.

Anche l’Argentina produce e valorizza moltissimi calciatori che poi decidono di espatriare: i giocatori argentini sono i più ricercati dell’America Latina (ce ne sono 71 in Cile, 62 in Ecuador, 44 in Messico, 32 in Perù, 22 in Brasile e 12 in Colombia) ma anche nel nord del continente (42 argentini in Mls) e nelle leghe di altri continenti, per esempio la massima divisione greca (32) e quella cinese (71). La classifica relativa alla Serie A rispecchia quello globale: Francia (35 calciatori), Brasile (30) e Argentina (28) compongono il podio – il terzo posto è ex aequo con la Spagna – mentre in Serie B il Paese più rappresentato è la Polonia, con 13 atleti professionisti. Al contrario, la scuola italiana non è molto rappresentata in altre leghe: in totale, gli espatriati sono 124 (contro i 902) della Francia, e sono quelli più presenti solo nel campionato maltese (12).

>

Leggi anche

Calcio
Il Marocco vuole diventare una vera potenza del calcio mondiale, e così adesso si è messo a “rubare” i dirigenti al Real Madrid
L'obiettivo del ct Regragui è alzare ancora di più l'asticella: dall'approccio difesa e contropiede, Hakimi e compagni dovranno diventare una squadra in grado di dominare le avversarie. Come fa appunto il Real.
di Redazione Undici
Calcio
E se fosse davvero, incredibilmente, l’anno dell’Arsenal?
Vince, convince e soprattutto non subisce gol. La rosa è lunga e il vero Gyokeres non si è ancora visto: tra Premier e Champions, i Gunners hanno un tabù da sfatare.
di Redazione Undici
Calcio
L’incredibile risalita del Parma dalla Serie D alla Serie A, raccontata in un libro
Si intitola Come noi nessuno mai e lo ha scritto Nicolò Fabris, che ha vissuto quest'impresa dall'interno.
di Redazione Undici
Calcio
Quella del Mjällby campione di Svezia è una storia bellissima, ma che poteva avvenire solo in Svezia
Il club di un piccolissimo villaggio ha vinto il primo titolo della sua storia. L'ex tecnico Andreas Brännström racconta com'è arrivato questo trofeo, ma anche le anomalie e gli anacronismi del modello calcistico svedese.
di Emanuele Giulianelli