Come Bendtner cercò di farsi cacciare dall’Arsenal, senza riuscirci

Anche gli insulti non bastano, in certi casi.
di Redazione Undici 11 Dicembre 2020 alle 12:37

La carriera di Nicklas Bendtner è un continuo susseguirsi di what if, considerando le sue doti naturali, i suoi comportamenti discutibili, le sue scelte anticonvenzionali. Nato e cresciuto a Copenaghen, formatosi nel vivaio del KB – squadra antenata dell’attuale FC Copenaghen – si aggrega all’Arsenal nel 2004; nel 2007, quando ha 19 anni ed è reduce da una buona esperienza in prestito al Birmingham, in seconda divisione, Arsène Wenger lo inserisce nelle rotazioni della prima squadra. Le prime stagioni sono promettenti, Bendtner non segna tantissimo – il suo highscore in carriera è di 15 reti in una stagione, nel 2008/09 – ma mostra di avere buone qualità tecniche nonostante un fisico imponente. A quel punto, però, era già diventato un giocatore difficilmente governabile: nel 2008 viene coinvolto in una rissa con il compagno di squadra Adebayor, poi a Euro 2012 viene multato e squalificato dall’Uefa per pubblicità non consentita durante una partita – dopo un gol mostrò uno slip con il marchio di una società di scommesse. Wenger decide di cederlo in prestito per due stagioni – al Sunderland e alla Juventus – poi lo riaccoglie in squadra nell’estate del 2013.

Proprio allora, però, Bendtner decise di lasciare il club londinese. Ed era così convinto di volerlo fare al punto da incrinare, in maniera volontaria e profonda, il rapporto con Wenger. L’ha raccontato lo stesso Bendtner in un’intervista rilasciata a FourFourTwo: «Com Arsène siamo sempre stati onesti l’uno con l’altro: ci rispettavamo, ecco. Ma nell’estate del 2013 avevo ricevuto un’ottima offerta del Crystal Palace e volevo andare via a tutti i costi. L’Arsenal non è riuscito a trovare un attaccante che potesse sostituirmi e quindi la trattativa è saltata, ma io ero davvero molto arrabbiato. Wenger ha provato a calmarmi con una telefonata, ma io ero davvero furioso e allora l’ho chiamato “wanker” e “f***ing a**hole” per costringerlo a vendermi. Purtroppo non ha funzionato». Inutile aggiungere che si tratta di due insulti molto pesanti nei Paesi anglofoni.

Bendtner rimase dunque all’Arsenal per un’altra stagione: inizialmente fuori rosa, fu reintegrato e utilizzato in 14 partite di tutte le competizioni – in cui riuscì a segnare solo due gol. È stata la sua ultima stagione in Premier League, dopo si è trasferito in Germania, al Wolfsburg, poi è tornato nella seconda divisione inglese, al Nottingham Forest, e infine ha chiuso la carriera ad alto livello in Scandinavia, con le maglie di Rosenborg e Copenaghen. Attualmente, a 32 anni, è tesserato con il Tarnby FF, una squadra iscritta a un campionato senior organizzato dalla Federcalcio danese. 

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