Avete presente quella scena dei Simpsons in cui Bart, tutto triste, esclama: «Questo è il giorno peggiore della mia vita!» e poi arriva Homer che lo corregge dicendogli: «Il giorno peggiore della tua vita… finora»? Ecco, negli ultimi sette anni, più o meno dal 2013 in poi, i tifosi del Milan devono aver fatto più volte affidamento sulle parole di Homer Simpson per non sprofondare nella depressione (sportiva, ovviamente).
Adesso però i rossoneri sono primi in classifica e, al di là di come finirà la stagione, sembrano aver ritrovato fiducia e continuità in un progetto ambizioso. Ma siccome domenica 3 gennaio 2021, alle 18, ritroveranno sulla propria strada, in un colpo solo, il Benevento e Filippo Inzaghi (in veste di allenatore), mi sembra arrivato il momento adatto per rivivere alcune delle peggiori partite della storia recente del Milan fino a quel giorno.
Ne ho scelte otto e ho pensato di giudicarle attraverso tre parametri, due puramente soggettivi a cui ho dato un voto da 1 a 10 (iconicità del momento e bruttezza della prestazione) e uno oggettivo (la media punti ottenuta fino a quella giornata di campionato), per avere anche dei dati inequivocabili sugli impietosi livelli raggiunti dal Milan nell’ultimo decennio.
Milan-Parma 2-4, stagione 2013/14
Iconicità del momento: 7/10
Bruttezza della prestazione: 6/10
Media punti fino a quella giornata: 1,25 a partita
In realtà Milan-Parma è quella che si direbbe una partita sfortunata. Dopo sei minuti Abbiati stende Schelotto lanciato a rete e viene espulso: rigore e gol di Cassano, che esulta contro i suoi ex compagni e subisce i fischi di San Siro. È il Milan allenato da Seedorf, che ha ereditato la squadra dall’esonerato Allegri, e in campo ci sono Kakà e Balotelli. Sullo 0-1 l’attaccante italiano colpisce anche un palo. Poi nel secondo tempo Cassano raddoppia ma, tra il 57’ e il 76’, Rami e Balotelli su rigore pareggiano. Nonostante l’inferiorità numerica il Milan è dunque a un passo dal completare la rimonta, ma al 78’ un gol di tacco di Amauri (!) riporta avanti il Parma. Biabiany nel recuperò farà 2-4.
Il vero motivo per cui ricordo Milan-Parma, però, è la contestazione della Curva Sud prima, durante e dopo la partita. Pochi giorni prima i rossoneri sono stati eliminati dalla Champions League perdendo 4-1 il ritorno degli ottavi di finale contro l’Atlético Madrid e uno dei più criticati è l’amministratore delegato Adriano Galliani, a cui gli ultras, secondo Gianluca Di Marzio, chiedono meno acquisti a parametro zero. Galliani risponde dicendo: «La contestazione fa male perché va ricordato tutto il percorso di questo Milan. Abbiamo fatto per 15 volte le coppe, per 13 la Champions. È capitato a tutte di star fuori dall’Europa, speriamo non accada ma ci rifaremo l’anno prossimo». Atlético Madrid-Milan dell’11 marzo 2014 rimane tutt’oggi l’ultima partita disputata dal Milan in Champions League.
Torino-Milan 1-1, s. 2014/15
Iconicità del momento: 8/10
Bruttezza della prestazione: 9/10
Media punti fino a quella giornata: 1,44 a partita
Non so bene perché, ma in questi anni difficili per un tifoso milanista, con poche gioie e moltissime delusioni, le conversazioni tra simili si sono spesso soffermate su una partita eletta arbitrariamente a simbolo della mediocrità (per non dire altro) raggiunta dalla squadra: Torino-Milan 1-1 della stagione con Filippo Inzaghi in panchina. Bene: ho rivisto gli highlights e l’ho capito, il perché.
A partire dall’orribile terza maglia gialloverde sfoggiata per l’occasione, il Milan passa in vantaggio dopo tre minuti grazie a un rigore di Ménez, ma per il resto della gara subisce l’assedio dei granata allenati da Ventura, ispirati da Farnerud (!) e a cui serve una capocciata di Glik all’81’ per pareggiare una partita altrimenti stradominata se non fosse per gli errori sotto porta di Quagliarella e Josef Martínez e per il palo colpito da Darmian. Viene anche espulso De Sciglio. Alla fine i tiri del Torino saranno 27. Negli highlights, oltre al rigore di Ménez, compare soltanto un’altra azione del Milan.
Milan-Empoli 1-1, s. 2014/15
Iconicità del momento: 9/10
Bruttezza della prestazione: 7/10
Media punti fino a quella giornata: 1,30 a partita
Milan-Frosinone 3-3, s. 2015/16
Iconicità del momento: 7/10
Bruttezza della prestazione: 8/10
Media punti fino a quella giornata: 1,5 a partita
Più che la gara in sé (i ciociari arrivano a condurre anche per 3-1 con i gol fantozziani di Paganini, Kragl e Dionisi, i rossoneri la recuperano con Bacca, Antonelli in rovesciata e Ménez su rigore al 92’; per la prestazione di Balotelli servirebbe un paragrafo a parte: rigore sbagliato a inizio ripresa e traversa al 95’ che sarebbe valsa il 4-3), Milan-Frosinone è iconica perché in dieci giorni il Milan – che nel frattempo è passato da Mihajlović a Brocchi – pareggia 0-0 in casa con il Carpi (nella partita dell’haka), perde 2-1 a Verona contro l’Hellas con una punizione di Siligardi all’ultimo secondo e rimonta appunto il Frosinone a San Siro sul 3-3. Squadre retrocesse in Serie B alla fine del campionato 2015/16: Carpi, Verona e Frosinone.
Benevento-Milan 2-2, s. 2017/18
Iconicità del momento: 10/10
Bruttezza della prestazione: 6/10
Media punti fino a quella giornata: 1,6 a partita
Ed eccoci al momento che per un’intera generazione di tifosi milanisti rappresenta il Milan-Cavese (vittoria dei campani a San Siro per 2-1 nella stagione 1982/83, in Serie B) della loro epoca, anche se in realtà è solo un pareggio. Peraltro un pareggio immeritato: con Gattuso all’esordio in panchina dopo l’esonero di Montella, i rossoneri tirano 12 volte, segnano con Bonaventura e Kalinic, rimangono in dieci per un rosso a Romagnoli che il Corriere dello Sport definisce «molto, molto al limite» e, se proprio commettono un errore, è quello di abbassarsi troppo nei minuti finali, complice anche il cambio Zapata-Suso all’87’.
Però il Benevento, all’esordio in Serie A, fino a quel pomeriggio ha perso 14 partite su 14. E quando al 94’ Abate stende D’Alessandro e regala ai giallorossi la punizione dell’ultimo assalto, tutti sanno già come andrà a finire (tanto che qualcuno, dagli spalti, fa anche un video), ma a nessuno viene in mente di marcare un uomo con i guanti vestito di verde, che parte dal limite dell’area e si tuffa a peso morto verso il pallone crossato in area. È Alberto Brignoli, il secondo portiere del Benevento, che quando si rialza è il quinto portiere nella storia della Serie A ad aver realizzato un gol.
Milan-Benevento 0-1, s. 2017/18
Iconicità del momento: 9/10
Bruttezza della prestazione: 8/10
Media punti fino a quella giornata: 1,58 a partita
Milan-Benevento al ritorno va anche peggio, e se l’iconicità non è 10/10 è solo perché questa volta Brignoli è in panchina e il nuovo portiere Puggioni (arrivato dalla Sampdoria durante il mercato di gennaio) si limita a svolgere il suo lavoro senza andare fuori copione. Il match winner è Pietro Iemmello, oggi attaccante del Las Palmas, e nonostante la vittoria di San Siro il giorno dopo – complice la vittoria del Crotone sull’Udinese nella partita giocata domenica pomeriggio – il Benevento retrocede aritmeticamente in Serie B.
Milan-Fiorentina 1-3, s. 2019/20
Iconicità del momento: 7/10
Bruttezza della prestazione: 9/10
Media punti fino a quella giornata: 1 a partita
È solo il 29 settembre ma il Milan di Marco Giampaolo è già all’ultima spiaggia: una settimana prima ha perso senza colpo ferire il derby con l’Inter e nel turno infrasettimanale si è fatto rimontare in casa del Torino nonostante un buon primo tempo. In pieno recupero Kessié e Piatek si sono anche divorati il gol del pareggio. La partita contro la Fiorentina di Montella dovrebbe essere quella del riscatto, con la grinta e la voglia necessarie per svoltare la stagione, invece scende in campo una squadra triste, coi reparti slegati, che rimane in dieci all’inizio del secondo tempo per un fallaccio di Musacchio su Ribery (che uscirà con la standing ovation di San Siro) e con Bennacer che regala due calci di rigore (e Donnarumma ne parerà uno). Sotto di tre gol e di un uomo, il Milan è impotente e sembra difendere il punteggio per evitare l’imbarcata. Allo stesso modo la Fiorentina dà l’idea di non voler inferire.
Per dare un’idea della desolazione di questa partita, è stata una delle poche volte nella mia vita in cui ho lasciato lo stadio prima della fine. E il fatto che abiti abbastanza vicino a San Siro da andarci a piedi non giustifica l’essere rientrato in casa mentre la gara era ancora in corso. La bruttezza non è 10/10 solo perché Leão, sullo 0-3, dribbla mezza difesa viola e segna il primo gol della sua carriera in rossonero.
Atalanta-Milan 5-0, s. 2019/20
Iconicità del momento: 9/10
Bruttezza della prestazione: 10/10
Media punti fino a quella giornata: 1,23 a partita
Leåo è anche il simbolo della disfatta del Milan a Bergamo, la peggior sconfitta in 21 anni (da Roma-Milan 5-0 della stagione 1997/98) che, simbolicamente, chiude in maniera perfetta uno dei decenni più bui della storia rossonera. Il 2020, si sa, è stata tutt’altra solfa. Leão, dicevo, nel soleggiato mezzogiorno prenatalizio contro l’Atalanta ciondola isolato e mal servito tra Toloi, Palomino e Djimsiti in una specie di 4-5-1 in cui Suso non aiuta mai una volta Conti in raddoppio su Gosens o Gomez, e infatti i primi due gol nascono sulla fascia destra.
Atalanta-Milan 5-0 è lo zenit di questo articolo: forse non la partita più iconica (onestamente nulla batte il gol di Brignoli), di sicuro la prestazione più brutta. Unica nota positiva: è stata anche l’ultima presenza in rossonero di Ricardo Rodríguez.