La storia delle Predator di adidas non è una storia qualunque: da un lato c’è il fascino di una scarpa indossata negli anni da campioni come Zidane, Beckham e Del Piero, e oggi da Pogba, Ter Stegen e Alaba tra gli altri, e dall’altro, nella stessa narrazione, c’è la ricerca costante di un’evoluzione tecnologica pensata apposta per questi giocatori, tra i più talentuosi delle loro epoche. Predator, nella gamma adidas, è insomma la scarpa perennemente orientata alla ricerca del tocco di palla migliore. Un anno fa, la nuova tecnologia Demonskin – uno strato innovativo composto di piccoli artigli progettato per migliorare il grip e la rotazione del pallone – entrava per la prima volta nel calcio, sulle Predator Mutator; oggi quel percorso continua con le Predator Freak, progettate per assicurare un controllo di palla perfetto.
Nelle nuove Predator Freak, la nuova tecnologia Demonskin di adidas avvolge la tomaia a 360 gradi: questa innovazione ad alte prestazioni consiste in uno strato di “artigli” in gomma, come se fossero le scaglie di un drago (o di un demone, appunto) che sono stati disposti e calibrati da un algoritmo, posizionati proprio in corrispondenza dei principali punti di contatto con la palla. Partendo dall’esperienza diretta dei giocatori, per il 2021 il team di Product Creation adidas ha deciso di aumentare ulteriormente il numero di spikes, posizionandoli strategicamente per controllare con maggior precisione anche l’effetto del tiro. Dettagli minuscoli ma che funzionano, a sentire i giocatori. Pogba, ad esempio ha detto che «fin dalla prima volta che le ho indossate, ho capito che adidas aveva creato qualcosa di speciale con Demonskin. Mi è bastato toccare il pallone per sentire una differenza sostanziale nel contatto con il piede».
Il nuovo modello Predator Freak si rinnova anche nella forma, una cosa non da poco e che, probabilmente, segnerà un capitolo decisivo nell’idea che abbiamo di come è fatta una scarpa da calcio. Se ai collarini alti ci siamo abituati, in questo modello debutta una sorta di alettone posteriore: oltre ad adattarsi a varie conformazioni, favorisce il movimento del piede in tutte le direzioni.
Ci sono poi altri interventi sulla tomaia qui: niente lacci, perché il collarino Purecut in tessuto Primeknit e la struttura bipartita (cioè non un unico pezzo) rendono la scarpa facile da infilare, assicurando però, allo stesso tempo, una perfetta adesione al mesopiede e alla caviglia. E tra le altre migliorie apportate in un’ottica di performance spicca la leggerissima suola Controlframe, completata da tacchetti a elevata aderenza che hanno il pregio di favorire la presa sul terreno e stabilizzare la corsa, per moltiplicare l’energia del movimento.
E poi c’è l’estetica. Anche qui, le Predator Freak parlano un nuovo linguaggio. Rendendo omaggio a due antenate storiche, le Predator Accelerator del 1998 e le Predator Precision del 2000, la livrea riprende le tre strisce adidas, che avvolgono la tomaia dal lato fino al centro e si estendono sotto la scarpa. Dal punto di vista cromatico, gli sgargianti spikes Demonskin gialli spiccano sulla base total blue, dando vita a un look che, in campo, noteremo anche da lontano.