Tutta l’India ce l’ha con Robbie Fowler

La nuova esperienza con l'East Bengal, squadra di Calcutta, è avvelenata dalle sue polemiche contro i calciatori, le usanze locali e soprattutto gli arbitri.
di Redazione Undici 05 Febbraio 2021 alle 15:09

Nella sua nuova carriera da allenatore, Robbie Fowler ha lavorato in Thailandia, Australia e ora si è trasferito in India. Ciò che non è cambiato, però, sono i suoi atteggiamenti un po’ eccessivi, diciamo pure provocatori. Se ne stanno accorgendo compiutamente anche a Calcutta, dove ha sede la sua nuova squadra, l’East Bengal: Fowler è diventato il nuovo tecnico del club indiano il 9 ottobre 2020, e da allora ha fatto letteralmente impazzire il calcio locale, alternando dichiarazioni contro gli arbitri ad attacchi frontali verso le usanze locali e addirittura i suoi giocatori. Il tutto, tra l’altro, senza raggiungere grandi risultati: l’East Bengal è penultimo in classifica con 13 punti accumulati in 15 partite, ma non rischia la retrocessione, perché l’Indian Super League è una lega chiusa, che cambia il proprio organico solo attraverso fusioni ed espansioni – l’East Bengal è stato infatti ammesso come 11esimo club del campionato proprio alla vigilia di questa stagione.

Anche per via di questo rendimento scadente, Fowler è sempre stato particolarmente nervoso. In molte occasioni, per esempio, ha criticato duramente i suoi giocatori: dopo la sconfitta del 2 febbraio (0-2) contro il Bengaluru, ha detto che «gli unici a lottare, in campo, sono stati gli avversari. Alcuni dei nostri hanno fatto davvero una pessima partita, e questo è stato estremamente deludente». Ma per Fowler non è sempre colpa dei giocatori, piuttosto è l’etica del lavoro locale a non convincere l’ex attaccante del Liverpool: appena arrivato all’East Bengal, ha detto che «i calciatori qui non sembrano in grado di allenarsi, è come se non l’avessero mai fatto prima. Noi lavoriamo per cercare di migliorare il livello degli atleti e del calcio indiano in generale, per riuscirci serve un buon allenatore, e non credo che una figura del genere ci sia stata negli anni passati». Il bersaglio preferito di Fowler sono però gli arbitri: al termine di molte partite si è lamentato dei presunti soprusi nei confronti della sua squadra, poi dopo il pareggio (1-1) del 29 gennaio contro il Goa si è detto «frustrato dalle decisioni prese dal direttore di gara. Non sono sicuro sia un anti-inglese, ma di certo non ci ha dato nessun aiuto. Non è possibile che commettano errori molto gravi a ogni partita dell’East Bengal». Per via di queste parole, Fowler è stato multato e squalificato per quattro giornate dal Comitato disciplinare della Federcalcio indiana, che ha definito «grossolane, inconcepibili e maliziose» le sue parole.

Fowler si è scusato ma si è anche difeso, spiegando che questi suoi atteggiamenti puntano a «difendere i giocatori e il club». Anche per questo si scontra spesso con analisti e giornalisti locali, che dopo ogni partita gli rimproverano di parlare solo degli arbitri, di protestare troppo durante le partite quando in realtà i problemi dell’East Bengal sono essenzialmente tecnici. È evidente che Fowler tiene molto al suo nuovo lavoro, a quella che considera una missione, anche se lo fa a modo suo – e non è un modo particolarmente ortodosso. Anche in un’intervista al Guardian ha confermato le problematiche di adattamento culturale ed etico al suo nuovo ambiente, soprattutto nel rapporto con i suoi giocatori: «Sto cercando di costruire una squadra che abbia un’identità, che i calciatori sviluppino il proprio potenziale, ma non è facile. Loro devono abituarsi ai miei metodi e io devo adattarmi ai loro costumi: in Inghilterra gli atleti crescono mangiando pasta, pollo e piatti proteici, ma qui vogliono ancora ricette con il curry, quindi ci vorrà un po’ di tempo per essere sulla stessa lunghezza d’onda. Ma sono ambizioso, lo ero da giocatore e lo sono ora da allenatore: voglio essere migliore di chiunque altro».

>

Leggi anche

Calcio
La Premier League ha fissato una sola partita per il Boxing Day 2025, scrive il Times
Una delle tradizioni più antiche e più amate del calcio inglese è rimasta "ingolfata" in un calendario sempre più asfissiante.
di Redazione Undici
Calcio
Il progetto della Juventus non sta funzionando, questo è chiaro, ma anche Tudor ha le sue colpe
L'esonero nasce dal fatto che la squadra bianconera non sia mai stata adatta alle idee del tecnico croato. Che però, in ogni caso, non ha mai dato l'impressione di poter invertire davvero la rotta.
di Francesco Gottardi
Calcio
Jude Bellingham ha scelto la partita più importante, il Clásico tra Barcellona e Real Madrid, per ricordare a tutti il fuoriclasse che è
Un gol, un assist, un rigore procurato e un'infinita trama di passaggi immaginifici. Come Jude pochi altri al mondo, forse nessuno.
di Redazione Undici
Calcio
Il grande problema della Juventus di Tudor è che non ha ancora un’identità, né tantomeno una fisionomia
La partita contro la Lazio ha confermato lo stato di crisi dei bianconeri. Non solo a livello tecnico e tattico, ma anche (e soprattutto) a livello progettuale.
di Redazione Undici