Anche in Champions League, Cancelo è stato l’uomo in più del Manchester City

Entrambi i gol segnati contro il Gladbach nascono dai cross ispirati del portoghese, un giocatore sempre più decisivo nel sistema perfetto di Guardiola.

Il miglioramento del rapporto – umano e professionale – tra João Cancelo e Pep Guardiola era sotto gli occhi di tutti da un bel po’ di tempo, già dall’inizio di questa stagione il portoghese è diventato uno degli elementi fondamentali del Manchester City, un motore creativo a tutto campo, più che un terzino abile in fase offensiva. Nella partita contro il Borussia Mönchengladbach, però, l’ex giocatore di Inter e Juventus ha fatto e mostrato qualcosa di diverso, di superiore, rispetto alle ultime strepitose partite: in qualche modo, Cancelo ha confermato le – recentissime – dichiarazioni di Nicolás Otamendi, ex difensore del City, secondo cui «Guardiola ti dà gli strumenti per imparare, poi sta a te evolverti». Ecco, lui si è evoluto. E ora non è solo un giocatore fondamentale, ma è anche un giocatore decisivo oltre il sistema in cui agisce.

Anche nel contesto di una partita dominata dal City attraverso i suoi strumenti classici – possesso esasperato, grande pressione difensiva – servono i gol, per vincere. Ieri sera la squadra di Guardiola ne ha segnati due, grazie a movimenti pianificati ed eseguiti bene, ma soprattutto grazie a due cross poetici di João Cancelo. La prima azione, quella che porta alla rete di Bernardo Silva, mostra chiaramente questa commistione tra tattica collettiva e talento individuale: il City attacca con quattro uomini, Gabriel Jesus sbaglia un controllo e regala il pallone a Kramer, ma poi l’aggressività nella fase di riconquista spinge il centrocampista tedesco a buttare via la palla; Cancelo la fa sua fingendo di spingere sulla sinistra, poi rientra sul suo piede forte, sembra non guardare mai verso l’area di rigore e invece lo fa; nel frattempo, Bernardo Silva – che sa ciò che sta per accadere – si muove perfettamente alle spalle del centrale avversario, si muove con i tempi giusti, è distante dal difensore ma non finisce in fuorigioco. La traiettoria disegnata da Cancelo è perfetta, arcuata eppure tesa, scavalca il centrale del Gladbach – che è Nico Elvedi, alto 190 centimetri – e si posa perfettamente sulla testa di Bernardo. Basta toccarla e indirizzarla dall’altro lato della porta per fare gol, non serve dare tanta forza.

In campo, Guardiola ha dato a Cancelo una collocazione fluida per non dire libera: in teoria il portoghese agirebbe da terzino sinistro, ma in realtà è che è un centrocampista e/o un esterno offensivo aggiunto con funzioni di regia, un costruttore della manovra offensiva. Non si può definire diversamente un giocatore che tocca 118 volte il pallone in tutte le zone del campo, che completa il 93% dei passaggi totali e il 100% dei passaggi lunghi. Non è un caso che, qualche settimana fa, Guardiola abbia detto che «Cancelo ha coraggio, vuole sempre il pallone tra i piedi e non ha paura di sbagliare. Lui preferisce restare più largo ma certe volte gli chiedo di giocare in una posizione più centrale, diciamo da mezzala, anche se non è abituato».

Da quella posizione è partito il cross/assist per Bernardo Silva, da quella posizione è partito il cross che ha determinato il raddoppio di Gabriel Jesus. Stavolta il Manchester City tiene il pallone per un po’ di secondi, lo sposta dal centrodestra sulla fascia sinistra, poi isola Sterling per l’uno contro uno; a quel punto, Cancelo può ricevere con una certa libertà e Bernardo Silva è di nuovo appostato sul secondo palo, solo leggermente più esterno. Non c’è problema: altro lancio perfetto sulla testa del suo compagno – di club e in Nazionale – e altro tocco perfetto di Bernardo, solo che questa volta è un assist per l’accorrente Gabriel Jesus al centro. Lo stesso Gabriel Jesus che ha impostato per primo l’azione pochi secondi prima – e questo è un merito di Guardiola. Solo che per segnare serviva un altro cross splendido di Cancelo, e Cancelo ha servito un altro cross splendido – e questo è un merito di Cancelo, solo suo.

Non sappiamo come finirà la stagione del Manchester City. Dati i dieci punti di vantaggio sulle inseguitrici in Premier League, è decisamente probabile che alla fine vincerà il terzo titolo nazionale in quattro anni; è in finale di League Cup, è ancora in corsa in FA Cup ed è praticamente qualificato ai quarti di finale di Champions League. A maggio, potremmo raccontare un successo totale, colossale, oppure l’ennesimo trionfo interno corredato dall’ennesima delusione europea. Di un paio di cose, però, possiamo essere certi: Guardiola ha reinventato la sua squadra, rendendola di nuovo fortissima; Cancelo ha dimostrato di essere un giocatore dominante, intelligente, poliedrico, versatile, quindi decisivo ai massimi livelli. E se per il tecnico catalano questa è l’ennesima conferma di una carriera incredibile, per João Cancelo è la rivelazione che stavamo aspettando da un po’, e che finalmente è arrivata.