Erik Lamela, la sua vita in una rabona

Il bellissimo gol realizzato contro l'Arsenal racconta pregi e difetti di un giocatore dal talento incredibile, ma che però non è mai riuscito a compiersi per davvero.

Erik Lamela ha segnato un gol con una rabona, e già questa, detta semplicemente così, sarebbe una notizia piuttosto importante, piuttosto spiazzante. Ma non è tutto: Erik Lamela ha segnato un gol con una rabona in una partita molto sentita, il North London Derby; ha segnato un gol di rabona colpendo il pallone di prima, mandandolo sotto le gambe di Thomas Partey e poi nell’angolo più remoto della porta di Leno; l’ha fatto dopo aver ricevuto un passaggio in area di rigore da Lucas Moura, ed entrambi si muovevano in uno spazio ridottissimo, come se fossero in una stanza degli specchi, o in un’arena di battaglia laser; l’ha fatto mentre c’erano due difensori avversari in pressione su di lui, il già citato Thomas e poi il terzino Cedric; l’ha fatto tenendo il pallone rasoterra, indirizzandolo esattamente come avrebbe fatto un giocatore destrorso in quella situazione, solo che lui è un mancino di quelli integralisti, uno di cui amiamo dire che usa il destro solo per *compiere una qualsiasi azione motoria elementare. Ecco, probabilmente questa è la cosa più importante da sottolineare, dal punto di vista strettamente tecnico: Lamela non ha fatto quel gesto solo perché è un esteta innamorato di sé e del proprio talento; sì, magari l’ha fatto anche per questo, ma il fatto è che per un giocatore con le sue caratteristiche, con il delta di sensibilità che passa tra il suo piede sinistro e il suo piede destro, quella era la soluzione migliore possibile in quel momento. Lamela ha semplicemente fatto la scelta più funzionale tra tutte quelle che conosce, anche se sembra incredibile parlare così di una rabona.

Poche giocate calcistiche, infatti, sono considerate superflue, fini a sé stesse, come la rabona. Anzi, il tiro/cross/passaggio effettuato con il piede forte dietro il piede perno è universalmente considerato una mossa che appartiene ai giocatori in grado di usare bene solo il destro o solo il sinistro, quelli che non hanno grande qualità nel piede debole, che quindi mancano di qualcosa e allora devono trovare il modo per compensare un evidente gap rispetto ad altri atleti. Per questo, si tratta di un gesto tecnico che viene visto e narrato con un certo pregiudizio, un’arma a doppio taglio che può generare apprezzamenti universali ma anche delle reazioni avverse, come se la rabona fosse un vezzo o poco più. Lamela ha dimostrato che non è sempre così, che la rabona può essere qualcosa di più, o anche di diverso. Non è la prima volta che succede. Quello segnato all’Arsenal, infatti, è il secondo (bellissimo) gol realizzato da Lamela con una rabona. Ne aveva già segnato uno in Europa League, nel 2014, contro l’Asteras Tripolis: allora il suo fu un tiro più convenzionale, avrei usato quest’aggettivo se non fosse folle usarlo per descrivere un gol con una rabona, perché il pallone partì dal limite dell’area e si insaccò a mezz’altezza, un po’ come tutte le conclusioni curve sul secondo palo, quelle che vengono definite arcobaleni e che fanno mancare il terreno sotto ai piedi dei portieri.

Qualcuno ha sostenuto che nei sei anni e mezzo trascorsi da quel gol alla nuova rabona-di-Lamela, quella del North London Derby del 14 marzo 2021, Erik Lamela sia cambiato, sia diventato un giocatore meno estetico, meno fantasioso e anarchico, più obbediente, più affidabile e professionale, dal punto di vista tattico. Sarà vero, potrebbe anche essere vero, ma al momento non mi viene in mente nessun altro gol di Lamela realizzato dal 2014 a oggi. Nessun record, nessuna vittoria, solo qualche exploit isolato dovuto al talento cristallino, sempre lo stesso, sempre il suo. È una cosa triste, pure ingiusta se vogliamo, ma è innegabile che ci sia un filo quasi invisibile, eppure indistruttibile, che collega i due gol di rabona realizzati da Lamela con il Tottenham. È come se l’argentino non fosse riuscito a evolversi, ad andare oltre certi momenti di astrazione dalla sua dimensione di incompiuto, certi flash rari e accecanti un talento enorme ma mai del tutto razionalizzato.

Forse non è colpa di nessuno, forse Lamela è questo giocatore qui, e infatti anche Mourinho lo ha utilizzato e lo sta utilizzando come faceva Pochettino: il gol di rabona all’Arsenal è stato il primo realizzato da Lamela nella Premier League 2020/21, le altre tre reti stagionali sono arrivate nei preliminari di Europa League, in Coppa di Lega e in FA Cup; da inizio stagione, Erik è stato schierato da titolare solo in 12 partite di tutte le competizioni, neanche pochissime considerando il valore dei suoi compagni in attacco – Kane e Son su tutti, ma anche Bale, Lucas Moura, Vinícius, Bergwijn, Alli. Il punto è che Lamela, oggi, è una riserva del Tottenham o poco più. E ormai sono anni che va più o meno così, senza che niente o nessuno siano riusciti a cambiare le cose.

Anche il telecronista dell’Arsenal fa fatica a contenersi

La rabona di ieri c’entra qualcosa? In fondo sì, anche perché la sensazione è che Lamela non abbia mai lavorato davvero su altro che non fosse la tecnica di base. Ovviamente non è così, non si resiste per sette anni al Tottenham senza impegnarsi in allenamento, senza progredire almeno un po’. Solo che poi ci sono le partite, le verifiche inappellabili del campo, e allora la spregiudicatezza e la conseguente strafottenza tecnica di Lamela sono stati i suoi pregi, ma anche i suoi difetti più grandi. Per due rabone riuscite e trasformate in gol memorabili, quanti tocchi di suola e colpi di tacco e dribbling ubriacanti hanno finito per ritardare un passaggio, una conclusione, uno stop a seguire che sarebbero stati più immediati, più efficaci? È una domanda a cui è facile rispondere, visto com’è andata la carriera di Erik Lamela.

Di lui, ormai è acclarato, ci resteranno due gol con la rabona, molti altri momenti di estasi e poi lunghi periodi di assenza. A José Mourinho, invece, sono rimasti un gol indimenticabile ma inutile – l’Arsenal, alla fine, ha vinto 2-1 – e un’espulsione al minuto numero 76′, quando Lamela ha colpito Tierney con una gomitata e si è preso il secondo giallo. In realtà avrebbe meritato il rosso diretto. Difficile pensare potesse esserci una conclusione più malinconica, ma anche più onesta e coerente, per il North London Derby con il gol di rabona di Erik Lamela.