L’inizio perfetto di Tuchel al Chelsea

Zero sconfitte e due gol subiti in 13 partite, ma soprattutto la sensazione di avere tutto sotto controllo.

C’è un’immagine che spiega la forza del Chelsea, forse più di tutte le altre: nei minuti di recupero della sfida contro l’Atlético Madrid, subito dopo che Emerson Palmieri ha realizzato il gol del 2-0, le telecamere sono andate sugli spalti vuoti di Stamford Bridge e hanno inquadrato Thiago Silva, Jorginho e Mount che si abbracciavano per festeggiare. Loro erano assenti per infortunio o squalifica, mentre l’autore della rete era entrato da pochi minuti al posto di Marcos Alonso. Nello stesso momento, anche un altro terzino sinistro (Ben Chilwell) aveva fatto il suo ingresso in campo al posto di Ziyech, autore del primo gol della partita. Insomma, il punto è che il Chelsea ha una rosa fortissima e lunghissima. Forse non è ancora al livello di Bayern Monaco e Manchester City, le grandi favorite per la conquista della Champions League 20/21, ma la distanza si è assottigliata di molto questa estate, per merito dei grandi investimenti di Abramovich. E ora sembra ancora inferiore, grazie all’ottimo lavoro svolto da Thomas Tuchel.

Da quando, a fine gennaio, la dirigenza ha deciso di cambiare manager, il Chelsea è diventato imbattibile: Tuchel ha guidato i Blues in 13 partite, e non ne ha persa nemmeno una. Nove vittorie – tra cui quelle prestigiose contro Atlético Madrid, Liverpool e Tottenham – e quattro pareggi (Wolves all’esordio, Manchester United, Leeds e Southampton). È la prima volta, nella storia del club londinese, che un nuovo allenatore riesce a rimanere imbattuto per un numero di gare così elevato. Il record precedente, paradossalmente, non apparteneva a José Mourinho o a uno degli altri grandi tecnici dell’era Abramovich, ma addirittura a Felipão Scolari, che ha allenato a Stamford Bridge nella prima parte della stagione 2008/09, prima di essere esonerato per mancanza di risultati.

La grande striscia iniziale di Tuchel è stata costruita sulla solidità della difesa. Il tecnico tedesco ha cambiato assetto di gioco, passando a giocare stabilmente con tre centrali di ruolo, e questo ha portato il Chelsea a diventare praticamente imperforabile: in 13 partite, i Blues hanno subito solamente due gol, l’ultimo risale addirittura al 20 febbraio (1-1 sul campo del Southampton); da allora, la squadra di Tuchel ha tenuto inviolata la porta per sei gare, le due contro l’Atlético Madrid e poi quelle contro Manchester United, Everton, Leeds e Liverpool. Il nuovo sistema di gioco ha permesso ad Azpilicueta – emarginato da Lampard a favore di Reece James – di tornare a essere protagonista, ma anche tanti altri giocatori sembrano essere stati rinfrancati dal cambio in panchina: Jorginho, Mateo Kovacic, Marcos Alonso, Andreas Christensen, Callum Hudson-Odoi e soprattutto Antonio Rudiger hanno recuperato centralità nel progetto tecnico, anche grazie ad alcuni cambi di ruolo sorprendenti (Hudson-Odoi, per esempio, è stato schierato esterno a tutta fascia).

È un segnale chiaro: Tuchel ha in mente e sta portando avanti un progetto tattico chiaro e inclusivo, che punta alla valorizzazione di tutta la rosa attraverso un approccio solido ma anche proattivo in fase offensiva (anche contro una squadra molto ambiziosa come il Leeds di Bielsa, i Blues sono riusciti a superare il 60% di possesso palla). Il portiere Eduard Mendy ha detto che «Tuchel è un allenatore che sa cosa vuole dai giocatori, che sa spiegarlo molto bene, e così noi andiamo in campo con la certezza di avere una strategia da seguire. Se lo facciamo in maniera corretta, col giusto impegno, il mister esprime il suo apprezzamento. E questa è una cosa che fa bene a tutti noi».

Forse l’unica cosa che manca a questo Chelsea è una maggiore efficacia in attacco: Werner e Havertz non hanno ancora raggiunto i livelli di rendimento mostrati in Germania, Giroud e Abraham non sembrano del tutto all’altezza di un progetto così ambizioso, e infatti i gol segnati dai Blues sono pochini, considerando la grande striscia di partite senza sconfitta (15 in tutto). Non a caso, le indiscrezioni di mercato arrivate dall’Inghilterra raccontano di un Abramovich determinato a voler acquistare Haaland nella prossima stagione. Forse l’arrivo e i risultati di Tuchel hanno dato all’oligarca russo l’ultima iniezione di entusiasmo che serviva perché decidesse di riportare il Chelsea tra le squadre più competitive d’Europa. Di farlo di nuovo, a modo suo.