Alcuni club stanno boicottando i social media per protestare contro abusi e razzismo online

Swansea e Rangers hanno seguito l'esempio di Thierry Henry, sospendendo la pubblicazione di nuovi contenuti per una settimana.

C’è un nuovo fronte nella lotta al razzismo da parte delle società di calcio. L’hanno aperto alcuni club britannici, che per protesta contro ogni forma di discriminazione su internet hanno deciso di avviare un boicottaggio dei social media. Il primo annuncio in questo senso è stato fatto dallo Swansea, attualmente iscritto alla Championship, la seconda divisione del campionato inglese: a partire da giovedì 8 aprile 2021, il club gallese ha deciso di sospendere per una settimana la pubblicazione di contenuti sulle su piattaforme social – Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, Snapchat, YouTube e TikTok. Anche la squadra femminile delle Swansea City Ladies, la community trust del club e lo staff amministrativo senior prenderanno parte al boicottaggio sospendendo la pubblicazione di nuovi post nei loro profili personali.

In una nota ufficiale diffusa sul sito internet del club e sui social (prima dell’inizio della sospensione, ovviamente), lo Swansea ha chiarito che si tratta di una scelta «per sostenere la battaglia contro gli abusi e le discriminazioni in rete. Questa decisione è stata concordata a seguito di conversazioni tra lo staff senior del club, i giocatori e la dirigenza. Come squadra di calcio, abbiamo visto molti dei nostri giocatori sottoposti ad abusi abominevoli solo nelle ultime sette settimane, e riteniamo che sia giusto prendere posizione contro comportamenti che sono un flagello per il nostro sport e la società in generale». L’utilizzo dell’hashtag #EnoughIsEnough dà ulteriore forza alla campagna degli Swans, che, attraverso l’amministratore delegato Julian Winter, hanno inviato una lettera al CEO di Twitter, Jack Dorsey, e al presidente di Facebook, Mark Zuckerberg, per ribadire la necessità di un impegno più profondo e significativo nella lotta contro gli abusi online.

Oltre allo Swansea, anche i Rangers Glasgow – campioni di Scozia per la stagione 2020/21 – hanno deciso di attuare una strategia simile, specificando che «anche giocatori e dirigenti prenderanno parte alla sospensione di tutti i post sui social media per una settimana». Nel comunicato ufficiale diramato dal club di Glasgow, si legge che «la speranza dei Rangers è che venga intrapresa un’azione chiara e diretta da parte delle persone che detengono la proprietà delle piattaforme social. La verifica di base degli utenti come parte del processo di registrazione a qualsiasi social garantirà che le persone siano facilmente identificabili, e quindi responsabili delle loro azioni e parole». Si tratta della stessa posizione espressa da Thierry Henry, che qualche giorno fa è stato il primo personaggio calcistico di rilievo a sospendere la propria attività sui social, sempre per le stesse motivazioni. Qualche giorno fa, inoltre, anche l’amministratore delegato dell’Arsenal, Vinai Venkatesham, ha dichiarato che il club londinese «non esclude la sospensione di tutti gli account social per protestare contro gli abusi e le discriminazioni online». Per il momento, i Gunners non hanno dato seguito alle parole di Venkatesham, ma Swansea e Rangers Glasgow hanno aperto una strada, o quantomeno un varco.