Come si organizza una parata in tempo di Covid? In elicottero

Il Cambuur ha deciso di festeggiare così la promozione in Eredivisie.

Il Cambuur-Leeuwarden non ha solo vinto il campionato di Eerste Divisie, la seconda divisione della piramide calcistica olandese, ma l’ha praticamente dominato fin dalla rima giornata. Lo dicono i numeri: 27 vittorie, cinque pareggi e quattro sconfitte in 36 partite, 11 punti di vantaggio sulla seconda classificata (il De Graafschap) e promozione messa in tasca con larghissimo anticipo. Poi è arrivata anche la certezza matematica, grazie alla vittoria contro l’Helmond Sport del 16 aprile, un 4-1 che ha sancito il ritorno nella Eredivisie cinque anni dopo l’ultima retrocessione.

Per festeggiare una vittoria così schiacciante, il Cambuur ha deciso di organizzare una parata per il primo maggio. Ovviamente, però, c’erano e ci sono le disposizioni sanitarie da rispettare: come in gran parte dell’Europa, anche in Olanda sono vietate manifestazioni all’aperto a causa della pandemia. Questo, però, non ha tolto animo ed entusiasmo alla dirigenza, che ha deciso di sfilare comunque per la città di Leeuwarden, capoluogo della provincia della Frisia, nel Nord del Paese. Per farlo senza violare le restrizioni, ha adottato una soluzione inusuale: la squadra vincitrice del campionato non ha attraversato le strade a bordo di un bus scoperto, come da tradizione calcistica, ma ha sorvolato le case dei tifosi a bordo di tre elicotteri, due per la squadra e uno per i media che hanno seguito l’evento.

Ogni elicottero aveva una capacità di cinque persone, e ha sorvolato Leeuwarden per circa venti minuti, a circa 300 metri di altitudine. I tifosi non sono rimasti a guardare, anzi sono stati parte della festa: nei giorni precedenti alla parata, il club aveva invitato i suoi sostenitori decorare i loro giardini e le loro case con i colori sociali del Cambuur, giallo e blu, così da “salutare” comunque i giocatori protagonisti della promozione, anche se da lontano. Il tecnico Henk De Jong, intervistato da Espn, ha spiegato che non tutti i componenti della rosa hanno aderito all’evento, perché impauriti dalle possibili conseguenze del volo.

Per un paio d’ore, dall’una alle tre, i tre elicotteri hanno sorvolato Leeuwarden. I giocatori non hanno visto solo i giardini decorati di cui abbiamo già detto, ma anche altre manifestazioni: alcuni tifosi hanno acceso razzi e fumogeni gialloblu, i vigili del fuoco della caserma locale hanno disegnato un semicerchio di autopompe per celebrare la vittoria; mentre sorvolavano Maximilla Straat, la via più importante della città, i giocatori hanno potuto ammirare lo stemma del club disegnato con il gesso sull’asfalto.

Sorvolando il campo dell’LKC Sonnenborgh (il locale club di pallamano), i giocatori del Cambuur hanno letto sul campo la scritta “SCC – Justice”. SCC è l’acronimo di Sportclub Cambuur, mentre il termine “giustizia” spiega il perché di questa festa così impegnativa, nonostante la pandemia. L’approdo del Cambuur in Eredivisie è giunto infatti al termine di ben due campionati dominati dalla squadra gialloblu. Il problema è che un anno fa la Federcalcio olandese decise di interrompere i campionati e di bloccare promozioni e retrocessioni, indipendentemente dalla situazione di classifica. Anche nel 2020 il Cambuur aveva dominato la Eerste Divisie: 66 punti conquistati in 29 partite, undici in più della terza classificata, al momento dell’interruzione. L’incomprensibile decisione dei vertici calcistici nazionali aveva tolto alla società gialloblu una promozione meritatissima. L’allenatore De Jong, in carica anche l’anno scorso, ha detto che questa scelta è stata «la più grande disgrazia nella storia dello sport olandese»; l’amministratore delegato Ard de Graaf, invece, ha spiegato che «il Cambuur ha dovuto convivere con un profondo senso di ingiustizia», anche perché la promozione ormai acquisita aveva fatto partire un progetto per la costruzione di un nuovo stadio, poi interrotto per mancanza di fondi. Ora queste vecchie ferite sembrano essere state sanate, almeno in parte, e per dimostrarlo ci voleva proprio una festa in grande, anche se un po’ particolare.