Con Tuchel il Chelsea è diventato imbattibile negli scontri diretti

Sette vittorie, un pareggio e un solo gol subito contro squadre guidate da allenatori che hanno vinto in Europa.

Grazie alla vittoria per 2-0 contro il Real Madrid, il Chelsea ha conquistato l’accesso alla terza finale di Champions League della sua storia. Il successo nel doppio confronto contro la squadra di Zidane ha determinato numerose statistiche curiose e significative: intanto, i Blues hanno raggiunto la loro sesta finale europea dal 1998, la quinta dopo aver esonerato l’allenatore in carica a inizio stagione (Gullit/Vialli nella Coppa delle Coppe 1997/98, Mourinho/Grant nella Champions League 2007/2008, Villas-Boas/Di Matteo nella Champions League 2011/12, Di Matteo/Benítez nell’Europa League 2012/13 e ora Lampard/Tuchel; l’unica eccezione risale al 2018/19, quando Sarri vinse l’Europa League); inoltre, Tuchel è diventato il primo tecnico ad aver raggiunto per due volte consecutive la finale della massima competizione continentale alla guida due club diversi.

L’ultimo atto tra il Chelsea il Manchester City, in programma a Istanbul il prossimo 29 maggio, deve ovviamente essere considerato come uno scontro diretto tra grandi squadre. E questo per Guardiola potrebbe essere un problema, per diversi motivi: intanto, va considerato che nell’ultimo incrocio (il 17 aprile, nella semifinale di FA Cup) è stata la squadra di Tuchel a imporsi, con il risultato di 1-0; ma il dato veramente sorprendente è che i Blues sono diventati imbattibili nelle grandi partite, fin da quando il manager tedesco ha preso il posto di Lampard. Dal giorno dell’esordio (29 gennaio 2021, Chelsea-Wolverhampton 0-0) a oggi, il Chelsea ha affrontato otto partite contro squadre guidate da allenatori che hanno vinto almeno un trofeo europeo, e non ha mai perso. Anzi, ha praticamente vinto sempre: lo score totale è di sette vittorie e un pareggio, con 11 gol fatti e solamente uno subito.

Per la precisione, il Chelsea ha sfidato le seguenti squadre guidate dai seguenti allenatori: il Tottenham di Mourinho (0-1 al nuovo White Hart Lane); l’Atlético di Simeone agli ottavi di finale di Champions League (0-1 al Wanda Metropolitano e 2-0 a Londra); il Liverpool di Klopp (0-1 ad Anfield); l’Everton di Ancelotti (2-0 a Stamford Bridge); il Manchester City di Pep Guardiola nella già citata semifinale di FA Cup giocata a Wembley; il Real Madrid di Zidane nel penultimo atto in Champions League (1-1 in Spagna e 2-0 a Londra). A questo elenco, possiamo aggiungere anche un altro scontro diretto, quello contro il Manchester United di Solskjaer (che però non ha ancora vinto nessun titolo internazionale da allenatore) finito 0-0 a Stamford Bridge. È paradossale che il Chelsea, da gennaio a oggi, abbia perso solo contro il West Bromwich Albion, squadra praticamene retrocessa in Championship (2-5 a Stamford Bridge) e contro il Porto (0-1 a Londra), tra l’altro in una partita già indirizzata dal risultato dell’andata (0-2 per i Blues al Do Dragão). Gran parte del merito va ascritto ovviamente a Tuchel, anche alla luce dei risultati colti nella prima parte di stagione: da agosto a gennaio, il Chelsea ha perso contro Liverpool, Everton, Arsenal e Manchester City, mentre l’unico risultato più o meno positivo in uno scontro diretto è arrivato contro il Manchester United (0-0).