Nuove idee dal passato per le coppe europee del futuro

La Super Lega è fallita, la nuova Champions proposta dalla Uefa non piace a nessuno. Per salvare il calcio dalla crisi, serve un po' più di fantasia o basta solo riannodare i fili della storia?

Lo psicodramma Super Lega ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, che nel calcio sono finiti i soldi e sono finite le idee. Nella sfida tra Andrea Agnelli e Aleksander Ceferin è mancata la creatività, il colpo di genio, il tocco di classe: più soldi, più partite, più di tutto, più del solito. La Super Lega era il futuro distopico, il presente irredimibile è della Uefa: la riforma della Champions League trasforma la massima competizione continentale in una royal rumble con 36 partecipanti, un polpettone fatto con 100 partite. La prossima idea geniale della Uefa sarà l’anno solare che passa da 365 a 400 giorni, ha detto Guardiola. E che dire della nascitura Conference League, la “terza competizione Uefa per club di prestigio”? Forse tutta la discussione necessaria a riguardo si sta facendo a Roma in questi giorni: Josè Mourinho non è già una punizione sufficiente per i peccati di questa stagione, la Conference League non sarà crudeltà?

Il peccato mortale della Super Lega, il difetto congenito della nuova Champions League e della prossima Conference League è la mancanza di creatività. Già visto e già fatto, che c’è di nuovo? E perché mi dovrebbe interessare? Manca quell’originalità che ha fatto grande il calcio europeo delle origini, quella novità che tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Novecento ha fatto del pallone il più importante fenomeno di cultura popolare del secolo. Ma, soprattutto, manca quella strato di romanticismo e nostalgia che oggi è fondamentale per convincere chiunque a comprare qualsiasi cosa: se non è ritorno alle origini non piace, se non c’è citazionismo non si segue.

Andrea, Aleksander, mi sono permesso di formulare tre proposte che sono sicuro salveranno il calcio europeo e, se tutto andrà come previsto, mondiale. Mi auguro che possiate cominciare a ricucire il vostro sbrindellato  rapporto a partire dall’oggettiva e manifesta condivisibilità di questi progetti. Lo faccio per il calcio ma lo faccio soprattutto per voi.

World’s Fair Cup

Nel 1955 a Basilea nasce la Coppa Internazionale delle Città di Fiere Industriali. L’idea è di Ernst Thommen, vicepresidente della Fifa, Stanley Rous, della Football Association, e di Ottorino Barassi, a capo della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Nel mondo ancora si raccolgono le macerie lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale e nello sforzo di ricostruzione c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Per far ripartire l’economia europea si prova di tutto, si tenta anche con il pallone. Thommen, Rous e Barassi sanno che in Europa si faranno un sacco di fiere perché gli americani hanno un sacco di soldi da spendere e un sacco di prodotti da vendere: c’è il piano Marshall da implementare e l’Unione Sovietica da sconfiggere. I tre allora si inventano un torneo da tenersi solo e soltanto nelle città che ospitano grandi fiere campionarie, nelle capitali del commercio europeo. La formula iniziale non prevede qualificazione legata al piazzamento nei campionati nazionali e permette a ogni città di partecipare con una sola squadra. A Londra mettono assieme una squadra pensata apposta per partecipare alla prima edizione della Coppa: la London XI, composta dai migliori giocatori delle migliori squadre della capitale inglese, sconfitta in finale dal Barcelona XI, il meglio che il calcio catalano dell’epoca aveva da offrire.

Rifacciamo la Coppa Internazionale delle Città di Fiere Industriali, rivista e corretta, aggiornata e ammodernata, oggi a indicare l’uscita dalla pandemia come ieri a segnare la fine del secolo delle grandi guerre. Chiamiamola World’s Fair Cup, partecipano le squadre delle città che hanno ospitato un’edizione dell’Esposizione Universale, le città che hanno più di una squadra presentano un superteam composto dai migliori giocatori dei diversi club locali. Pensateci: Ibrahimovic e Lukaku fanno pace e giocano assieme nella Milano RossoNerAzzurra, il Papu Gómez fraseggia con Nabil Fekir per il Grande Siviglia Unificato, Cristiano Ronaldo e il gallo Belotti litigano per decidere chi deve stare al centro dell’area di rigore a segnare caterve di gol per la Juventus Red Bull Football Club.

Visegrad League, Eurobond Cup, Lega dei Frugali, Brexit Trophy

Tra il 1927 e il 1992 la Mitteleuropa aveva il suo trofeo calcistico: la Mitropa Cup, il più antico torneo tra squadre del Vecchio Continente, un allargamento della Challenge Cup, il passatempo del tardo Impero Austro-Ungarico. Nelle diverse versioni della Mitropa Cup hanno partecipato squadre rumene, svizzere, italiane, jugoslave, cecoslovacche, ungheresi e austriache, due, tre o quattro compagini per nazione a seconda delle necessità e circostanze. Nel 1949 e fino al 1957 esisterà anche la versione mediterranea: la Coppa Latina, un torneo estivo (si teneva tra giugno e luglio) al quale partecipavano le squadre vincitrici dei campionati italiano, francese, spagnolo e portoghese. La Mitropa e la Latina sono ciò che è venuto prima della Coppa dei Campioni, la prima iterazione dell’attuale Champions League, il primo movimento dell’unificazione europea. D’altronde, gli anni erano quelli dell’ottimismo: il 18 aprile del 1951 a Parigi si firma il trattato che fa nascere la CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.

Questi sono gli anni del pessimismo, invece: l’Unione Europea è fragile, c’è chi fa pressione sulle crepe nel muro per far crollare i muri della casa continentale. Acceleriamo, tagliamo corto, corriamo verso l’inevitabile: se disgregazione deve essere, lo sia prima nel pallone, lo sia soprattutto nel calcio, mondo avvezzo alle divisioni insuperabili, alle distanze incolmabili. Che la Champions League non sia più, che con le sue macerie si costruiscano le nuove architetture del calcio continentale: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria mandino le loro squadre a giocare la Visegrad League; Francia, Spagna, Portogallo e tutti i Paesi con un rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo oltre una certa soglia (ancora da stabilire) iscrivano i loro club alla Eurobond League; Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e tutti i Paesi contrari all’emissione di obbligazioni di debito pubblico europeo si dedichino alla Lega dei Frugali; l’Inghilterra, la Scozia, il Galles e l’Irlanda si facciano il loro Brexit Trophy, detto anche Coppa degli Scissionisti.

Qualche anno prima che il Psg diventasse uno dei club più ricchi e cool del mondo, poteva capitare che sfidasse il Brescia, in estate, e lo battesse di misura nella Coppa Intertoto (Jean-Loup Gautreat/AFP via Getty Images)

La Nuova Coppa Intertoto

Dal 1995 al 2008 chi per un pelo non ce la faceva a qualificarsi per la Coppa Uefa (così si chiamava l’Europa League prima del rebranding) era costretto a passare l’estate a giocare l’Intertoto. Ma prima che la Uefa si prendesse la briga di organizzarlo, l’Intertoto era esistito per 34 anni (prima edizione nel 1961), conosciuto ufficialmente come International Football Cup e affettuosamente come Cup of the Cupless.

Se è vero che il calcio moderno è il calcio delle élite, se è vero che la Super Lega è inevitabile, se è vero che i vincitori di oggi saranno anche  vincitori di domani, sempre e per sempre, allora si faccia l’Internazionale dei Perdenti del Pallone e la Nuova Coppa Intertoto sia il suo trofeo: ogni anno, le squadre retrocesse da Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1 si sfidino in un torneo per decidere chi è il migliore tra i peggiori. Alla vincitrice una wild card per accedere alla fase a gironi della Champions League, alla fase a eliminazione diretta dell’Europa League, alla semifinale di Conference League oppure una partita a scelta contro una delle squadre che avrebbero dovuto partecipare alla Super Lega.

Andrea, Aleksander, ho molte altre idee da proporVi. Se queste tre vi dovessero piacere, contattatemi tramite la redazione di Rivista Undici. E non preoccupatevi, per la salvezza del calcio sono disposto a lavorare gratis.