Chi sarà il Will Grigg di Euro 2020?

Otto calciatori più o meno noti che, per motivi vari, potrebbero diventare gli idoli del torneo.

È giovedì 24 giugno 2021 e siete di turno al sito di un giornale il cui editore è anche proprietario di una squadra di Serie A. La fase a gironi degli Europei è finita da un giorno, gli ottavi di finale cominceranno tra due e l’Italia si è qualificata battendo 1-0 il Galles con un gol di Raspadori al 94esimo dopo aver pareggiato 1-1 con la Turchia e 0-0 con la Svizzera. Intanto Antonio Conte, pur di allenare nella prossima stagione, ha deciso di tornare nella sua Puglia e, per non scontentare né i tifosi del Bari né quelli del Lecce, ha accettato l’offerta del Monopoli in Serie C per 15 milioni netti all’anno. Presto però si accorgerà che si tratta di soldi finti.

Nel bilocale senza aria condizionata in cui lavorate in smart working fa molto caldo, ma il caporedattore è stato chiaro con voi: stamattina dovete produrre una videonews sul personaggio del momento agli Europei di calcio. È per la colonnina destra dell’homepage del sito, lo impone l’algoritmo. Purtroppo però l’Irlanda del Nord quest’anno non si è qualificata e a nessun giocatore è stato dedicato un coro sulle note di “Freed from Desire” di Gala. Siete in difficoltà? Ecco qualche consiglio per voi.

Teemu Pukki — Finlandia
Senza l’Islanda, gran parte del tifo hipster a questi Europei sarà rivolto verso la Finlandia: del resto le ore di luce in estate nei due Paesi sono simili e le barbe dei calciatori pure. La stella della Finlandia è il numero 10 Teemu Pukki, attaccante che quest’anno ha riportato il Norwich in Premier League con 26 gol in 41 partite e che dista solo due reti dal record di Jari Litmanen come miglior marcatore nella storia della sua Nazionale. Pukki ha anche segnato una doppietta nella vittoria per 3-0 sul Liechtenstein che il 15 novembre 2019 ha sancito la prima qualificazione della Finlandia a un torneo internazionale. E sapete cosa vuol dire Pukki in finlandese? Capra, che si traduce “goat” in inglese, acronimo utilizzato per indicare il Greatest of all time, il migliore di tutti i tempi. Perfetto.

Breel Embolo — Svizzera
È l’unico essere umano sulla faccia della Terra a non essere triste per l’assenza di Will Grigg; anzi, finalmente la vetrina dei social network sarà tutta per lui dopo che cinque anni fa, agli Europei 2016, il suo coro sulle note di “The Lion Sleeps Tonight” aveva nettamente perso la sfida a distanza contro Will Grigg’s on fire. Ripassiamo insieme il testo: «I de Nati, de Schwizer Nati, do isch de Breel dihei, oh Embolo, oh Embolo», che più o meno significa: «Nella Nazionale, nella Nazionale svizzera, lì c’è la casa di Breel, oh Embolo, oh Embolo». Tra l’altro Embolo è perfetto per la colonnina di destra: lo scorso gennaio ha partecipato a una festa illegale dopo una partita e secondo la polizia tedesca avrebbe tentato la fuga attraverso il tetto per nascondersi nell’appartamento vicino. Ma è anche un bravo ragazzo: nel 2015 ha creato una fondazione per aiutare le persone povere in Svizzera, Perù e Camerun. Preferibilmente da evitare il titolo “Embolo dal cuore d’oro”.

Molto meglio della versione di Timon e Pumbaa

Enis Bardhi — Macedonia del Nord

Bardhi è un centrocampista dotato tecnicamente e pericoloso sui calci di punizione. È soprannominato il Messi del Levante (la squadra spagnola in cui gioca) e si aggiunge all’infinita lista di “nuovi Messi” che comprende, tra gli altri, Giannīs Fetfatzidīs (il Messi greco), Giorgi Chanturia (il Messi georgiano), Marta Vieira da Silva (la Messi femminile) e persino l’ex califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi (il Messi di Baghdad): li aveva raccolti Marco Maioli nel 2015 in questo esilarante articolo. Bardhi ha anche un cane di nome Boyka che possiede un profilo su Instagram.

Marko Arnautovic — Austria  

Volete che Arnautovic non ne combini una delle sue?

Per non dimenticare

Ché Adams — Scozia

Sì, il suo nome deriva da Che Guevara, anche se si pronuncia “shay”.

Jude Bellingham — Inghilterra

È nato nel 2003 e ha solo 17 anni (diventerà maggiorenne il 29 giugno, durante gli ottavi di finale), ma non è il più giovane convocato per questi Europei: lo batte il polacco Kacper Kozłowski, che è nato sempre nel 2003 ma qualche mese più tardi, il 16 ottobre. Tuttavia è molto probabile che sarà lui a strappare all’olandese Jetro Willems il record di debuttante più giovane agli Europei (a 18 anni e 71 giorni nel 2012). Pochi giorni fa il ct inglese Gareth Southgate ha dichiarato in conferenza stampa: «È un fenomeno. Sarà un giocatore importante per l’Inghilterra. Non è qui solo per fare esperienza». Bellingham gioca con il numero 22 perché è la somma tra il 4, l’8 e il 10 (a indicare che sa fare tutti i ruoli del centrocampo, ed è vero) e lo scorso luglio, dopo averlo venduto al Borussia Dortmund, il Birmingham City ha ritirato il suo numero nonostante avesse disputato appena 44 partite in prima squadra.

Çağlar Söyüncü — Turchia

È il sosia di Lord Farquaad di Shrek, direi che basta questo.

Ádám Szalai — Ungheria

A sorpresa l’Ungheria arriva seconda nel girone della morte dietro alla Francia eliminando Portogallo e Germania. Il 3-5-2 del ct Marco Rossi è un mix perfetto tra pragmatismo all’italiana e goulash-pressing, come è già stato ribattezzato dalla stampa inglese. Dagli ottavi di finale in poi, prima di ogni partita dell’Ungheria, su Sky Sport Fabio Caressa e Benedetta Parodi conducono insieme un approfondimento tattico-culinario che si chiama Cotto e magiaro. L’Ungheria vincerà gli Europei come la Danimarca nel 1992 e la Grecia del 2004 e Ádám Szalai, più che il nuovo Will Grigg, diventa il nuovo Charisteas con sei gol, di cui quattro di testa. Ha 33 anni ed è alto 193 centimetri: dopo il torneo il Milan lo comprerà come vice Ibrahimović visto il recente rinnovo di Giroud con il Chelsea. Szalai prenderà la maglia numero 9 e segnerà un solo gol in Coppa Italia contro la Salernitana. A gennaio andrà in prestito al Parma in Serie B.