Dopo mesi di discussioni e di proteste – anche piuttosto insistite – da parte dei cittadini giapponesi, che chiedevano un ulteriore slittamento o la cancellazione dei Giochi Olimpici di Tokyo, le autorità nipponiche hanno deciso che le gare si svolgeranno a porte chiuse, senza pubblico. Tre settimane fa era stato annunciato che solo i tifosi giapponesi avrebbero potuto seguire dal vivo le gare, con un limite massimo di 10mila persone per evento, oppure con un tetto pari al 50% della capienza dei vari impianti. Ora, però, la situazione relativa alla pandemia sta peggiorando, e quindi il governo di Tokyo e quello centrale hanno deciso di prendere la decisione più drastica, in ossequio allo stato d’emergenza dichiarato a partire da lunedì 12 luglio per tutta l’area della capitale.
Tamayo Murakawa, ministro dei Giochi Olimpici, ha detto che «gli impianti di Tokyo che ospiteranno le gare resteranno interdetti al pubblico. Per le zone in cui non è in vigore lo stato d’emergenza, si vedrà». La capitale entrerà per la quarta volta in “zona rossa” a fronte di 920 nuovi contagi rilevati nella giornata di mercoledì. Il primo ministro giapponese, Yoshihide Suga, ha dichiarato che «l’effetto delle varianti del coronavirus e la necessità di impedire che le infezioni si diffondano nuovamente nel resto della nazione, dobbiamo rafforzare le nostre contromisure». Il governo giapponese ha dato ascolto ai propri consulenti medici, per cui la chiusura degli impianti a tutti gli spettatori, non solo a quelli provenienti dall’estero, era l’opzione meno rischiosa in assoluto, anche perché decine di migliaia di persone tra atleti, funzionari, collaboratori, volontari, esponenti degli sponsor e dei media sarebbero inevitabilmente arrivati a Tokyo.
Un altro grande problema del Giappone riguarda l’andamento della campagna vaccinale: secondo i dati riportati dal Guardian, solo il 15% della popolazione ha completato il ciclo, una quota decisamente inferiore rispetto a quello di molti altri Paesi degli altri continenti. Di conseguenza, una nuova ondata di contagi potrebbe aggravare un bilancio comunque non drammatico rispetto ad altre nazioni: dall’inizio della pandemia a ora, infatti, il Giappone ha rilevato 810mila contagi totali e circa 15mila decessi.