Dopo 70 partite in dieci mesi, la stagione di Pedri non è ancora finita

Il centrocampista del Barcellona è impegnato alle Olimpiadi di Tokyo, e punta alla medaglia.

Poco meno di dodici mesi fa, il 20 luglio 2020, Pedri è un centrocampista di 17 anni che gioca l’ultima partita del campionato di Segunda División con il Las Palmas, il club in cui è cresciuto. Ha messo in mostra qualità enormi, e il Barcellona non si lascia scoraggiare nemmeno dal fatto che queste qualità siano venute fuori in un contesto non proprio iper-competitivo: il club catalano, dopo averlo acquistato un anno prima direttamente dal settore giovanile, decide di terminare il prestito e di portarlo subito in prima squadra. Oggi, poco più di dodici mesi dopo, Pedri è uno dei centrocampisti più forti d’Europa, di certo il più promettente in assoluto: è riuscito a imporsi, cioè a far vedere le stesse doti che aveva manifestato con il Las Palmas, anche in Liga, in Champions League, ed è diventato un perno della squadra di Koeman e poi anche della Nazionale di Luis Enrique.

La sua esplosione è stata talmente immediata e fragorosa che, semplicemente, non ha avuto modo e tempo di fermarsi: il 3 settembre 2020, ancora prima di esordire con il Barça, gioca la sua prima di quattro gare con l’Under 21 spagnola, impegnata nelle qualificazioni agli Europei di categoria; quando il Barcellona comincia la sua stagione, Koeman decide di dargli un posto da titolare in tutte le competizioni, e così Pedri arriva a disputare 52 partite con i bluagrana, di cui 40 dal primo minuto, a centrocampo o nella batteria di trequartisti alle spalle di Leo Messi. Le sue prestazioni non lasciano indifferente il ct della Spagna Luis Enrique, che lo convoca per la prima volta a marzo 2021 e lo schiera da subentrato nella partita con la Grecia, e poi da titolare nei match contro Georgia e Kosovo – tutti validi per le qualificazioni mondiali. A quel punto, Pedri entra nella lista definitiva per gli Europei e gioca altre sette gare con la Roja, una da subentrato – l’amichevole contro il Portogallo – e tutte le altre da titolare, comprese le sei partite giocate dalle Furie Rosse al torneo continentale. In totale, dunque, Pedri ha giocato 66 partite in una stagione “classica” di un grande giocatore di livello internazionale, ovvero quella composta dagli impegni con il club più il torneo estivo con la sua rappresentativa.

Solo che a Pedri non basta: undici giorni dopo la semifinale degli Europei, persa ai rigori contro l’Italia, è già in campo per l’ultima amichevole della Spagna Olimpica prima del torneo a cinque cerchi – la gara contro il Giappone finisce 1-1. Sì, esatto: Pedri ha deciso di accettare la convocazione per i Giochi Olimpici, insieme ad altri reduci degli Europei – Unai Simón, Pau Torres, Eric García, Dani Olmo. Il tecnico della Rojita, Luis de la Fuente, lo schiera da titolare nelle tre gare del girone eliminatorio contro Egitto (0-0), Australia (1-0) e Argentina (1-1). In tutto, quindi, fanno 70 partite stagionali, e non è ancora finita: la rappresentativa iberica si è qualificata ai quarti di finale, e questa notte affronterà la Costa d’Avorio per entrare in zona-medaglie. Pedri, dunque, punta ad arrivare a quota 73 partite in dieci mesi: «Non sono stanco», ha detto a Radio Catalunya. «Cerco sempre di riposare appena possibile, per me dormire non è mai un problema, e questo mi aiuta molto a recuperare velocemente». Quando gli è stato chiesto se e per quanto tempo sarebbe andato in vacanza dopo la fine delle Olimpiadi, ha risposto che «dipenderà dal Barça: farò quello che mi diranno di fare dal mio club». Considerando che la Liga inizierà il 15 agosto, otto giorni dopo l’eventuale finale per la medaglia d’oro olimpica, è bene che Koeman e i suoi datori di lavoro facciano bene i conti.