A Tokyo si corre più veloce per merito della pista?

La superficie progettata dalla Mondo assicurerebbe maggiori vantaggi, e sembra piacere agli atleti.
di Redazione Undici

I 9’’80 di Marcell Jacobs sui cento metri sono entrati nella storia, in particolare quella italiana: non si era mai visto un azzurro correre così veloce, figuriamoci vincere l’oro nella gara regina dei Giochi. In tanti si sono chiesti da dove venisse uno sprinter che in pochi conoscevano (su qualche media internazionale si sono insinuate anche gravi accuse, che il presidente del Coni Malagò ha giustamente bollato come motivo di «imbarazzo») e che ha migliorato in modo prodigioso i suoi tempi: c’è chi ha analizzato questioni tecniche (lo stesso Jacobs ci aveva detto di aver cambiato partenza, e questo aspetto gli ha fatto guadagnare non pochi centesimi di secondo), chi ha messo nel mirino le scarpe chiodate del velocista, e poi ci sarebbe anche un altro alleato, per giunta “italiano”. La pista di Tokyo.

Come accade da anni, l’azienda piemontese Mondo è fornitore ufficiale ai Giochi olimpici dei pavimenti gommati utilizzati per le piste di atletica. A Tokyo, la superficie su cui sprintano i corridori sarebbe la più veloce di sempre: «Puoi sentire il rimbalzo», ha detto Sydney McLaughlin, che con il tempo di 51”46 ha vinto i 400 metri ostacoli femminili e ha fissato il nuovo record del mondo. «Alcune piste assorbono il tuo movimento, questa invece lo rigenera e te lo restituisce». Andrea Vallauri, manager internazionale di Mondo, ha raccontato le caratteristiche della pista al New York Times: «Avevamo l’ambizione di inventare qualcosa di diverso». Per circa tre anni Mondo ha testato questo tipo di pista, sperimentando diversi tipi di gomma e poi coinvolgendo proprio gli atleti nel processo di selezione. «Il feedback degli atleti è stato unanime, e ha indicato questa pista», ha detto Vallauri. La superficie promossa, sostiene Vallauri, assorbe gli urti e rigenera energia «come un trampolino».

Vallauri ha aggiunto che la pista, del valore di 1,5 milioni di dollari, offre un 2 per cento in più di vantaggio agli atleti. Perciò, non stupiamoci se dovesse arrivare qualche record del mondo: in questo senso abbiamo già detto di McLaughlin, e poi nei 400 ostacoli maschile sia il primo classificato, Karsten Warholm, sia il secondo, Rai Benjamin, hanno polverizzato il primato esistente. Come ha affermato Mondo, del resto, più della metà dei record mondiali stabiliti negli ultimi 20 anni sono stati realizzati su piste progettate dall’azienda italiana.

Non solo sprint: la pista assicurerebbe un vantaggio anche ai saltatori. Yulimar Rojas, oro nel triplo femminile, ha per esempio stabilito il nuovo record mondiale con la misura di 15,67 metri (cancellando un primato che resisteva addirittura dal 1995). Nella finale di lungo femminile, invece, ben otto atlete hanno superato la misura di 6,80 metri, un inedito.

La Mondotrack WS, come viene reso noto dall’azienda piemontese, è “la più evoluta tecnologicamente al mondo: è progettata con l’obiettivo di portare la velocità umana a livelli senza precedenti. Per mettere gli sportivi nella condizione di toccare sempre il massimo del loro potenziale, Mondo ha creato la pista per l’atletica perfetta in gomma vulcanizzata. Il processo 2-Phase Vulcanization incorpora nello strato superficiale di Mondotrack WS una rete tridimensionale di granuli prevulcanizzati, di composizione ed elasticità controllate. Aumenta così in modo significativo la risposta elastica della superficie e assicura uniformità di risposta dinamica su tutta la pista. Tutto questo minimizza la necessità di regolazione della postura durante la corsa e si traduce in una diminuzione della fatica. Inoltre, garantendo un maggiore controllo sulla lunghezza del passo e sui movimenti, permette all’atleta di raggiungere con facilità il massimo della propria performance”.

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