Sette acquisti di Serie A destinati a sorprenderci

Idee a prezzo medio-basso per l'asta del fantacalcio.

Non è facile essere un nuovo acquisto nell’estate 2021. Chi ha scelto di cambiare squadra, esattamente come chi ha voluto farlo, è finito schiacciato – almeno mediaticamente – tra due delle operazioni più importanti degli ultimi venti o trent’anni, e ovviamente ci stiamo riferendo al passaggio di Messi al Psg e di Cristiano Ronaldo al Manchester United. Prima e dopo questi affari dall’impatto planetario ci sono stati altri grandi trasferimenti – Grealish dall’Aston Villa al Manchester City, Sancho dal Borussia Dortmund al Manchester United – e alcuni di questi hanno riguardato anche l’Italia – Lukaku dall’Inter al Chelsea, Locatelli dal Sassuolo alla Juventus, Abraham dal Chelsea alla Roma – ma alla fine tutto è stato fagocitato dai racconti su Messi e su Ronaldo. Più che negli altri anni, dunque, abbiamo finito per perderci, per ignorare, o comunque per sottovalutare, dei colpi potenzialmente interessanti, vuoi per le qualità tecniche dei giocatori coinvolti, vuoi per il fatto che sono esotici, oppure perché ci aspettavamo tanto da loro, ci hanno deluso e ora potrebbero rifarsi. Ci sono mille motivi per affezionarsi agli affari di mercato, noi avevamo e abbiamo i nostri e quindi ne abbiamo scelti sette conclusi in Serie A. Forse, come detto, sono passati un po’ inosservati, ma ora che la sessione trasferimenti è finita, finalmente, possiamo dargli lo spazio mediatico che meritano.

Eldor Shomurodov alla Roma
Prima che arrivasse Abraham a monopolizzare il racconto sul mercato della Roma, Eldor Shomurodov era stato il colpo giallorosso per il reparto offensivo. Anzi, in realtà l’attaccante uzbeko aveva già dimostrato di poter essere molto importante nel gioco di Mourinho, segnando il gol decisivo in casa del Trabzonspor, servendo un assist delizioso a Veretout durante Roma-Fiorentina. Queste giocate discendono dalla sua qualità migliore, ovvero la capacità di muoversi molto su tutto il fronte offensivo e di leggere benissimo il gioco d’attacco, cercando sempre – e trovando spesso – la soluzione migliore per rendere pericolosa l’azione. Tutto questo si era già visto al Genoa nello scorso anno, forse un po’ a intermittenza, ed è per questo che la Roma ha investito su di lui. Ma ora che c’è anche Tammy Abraham? Le cose cambiano, certo, ma Shomurodov potrà essere ancora utile a Mourinho. Come seconda punta nei casi d’emergenza, come alternativa sugli esterni del 4-2-3-1 (ricordate la conversione di Eto’o?), ovviamente come backup dell’ex attaccante del Chelsea. Sì, forse Shomurodov non era abbastanza per sostituire Dzeko, ma ora potrà essere un valore aggiunto e imprevedibile per la Roma, anche in vista del cammino in Conference League – anzi, contro Zorya Luhansk, CSKA Sofia e Bodo Glimt potrebbe aspirare a segnare anche cinque o sei gol. A partita.

Zinho Vanheusden al Genoa
Da diversi anni, ormai, tutti ci aspettiamo che Zinho Vanheusden esploda, o che quantomeno dia un seguito alle voci sotterranee sul suo talento. Non è ancora successo, forse perché tutti abbiamo sempre sbagliato a leggere e/o a pronunciare il suo cognome – sembra incredibile ma no, non è Vandausen, leggete bene. O magari è successo, solo che nessuno ha fatto in tempo ad accorgersene: un anno fa, infatti, lo Standard Liegi ha acquistato Vanheusden dall’Inter per circa 11 milioni di euro e gli ha fatto giocare le prime 13 partite della stagione da titolare, alcune anche da capitano; Roberto Martínez, a novembre 2020, gli ha concesso anche l’esordio in Nazionale maggiore. Purtroppo, però, Zinho si è rotto i legamenti subito dopo, è stato fermo per molti mesi ed è rientrato solo a primavera inoltrata. L’Inter, nonostante questo lungo stop, ha deciso di esercitare la recompra – investendo ben 16 milioni – e di darlo in prestito al Genoa, dove ha giocato da titolare le prime due partite della Serie A 2021/22. Le prime partite in Serie A della sua vita. A 22 anni, forse, non è ancora troppo tardi: nella difesa a tre di Ballardini, Vanheusden avrà un’occasione importante, anche in vista di un possibile ritorno in nerazzurro – magari al posto di Kolarov? Certo, l’inizio del Genoa non è stato incoraggiante, ma forse non è un caso che Lozano, schierato dalla sua parte, sia stato il peggiore in campo della gara contro il Napoli; e che il suo sostituto, Andrea Masiello, fosse il marcatore che si è perso Petagna in occasione della punizione decisiva. Forse era meglio continuare a puntare su Vanheusden.

Mohamed Ihattaren alla Sampdoria

I tifosi della Sampdoria – ma anche quelli della Juve, perché Ihattaren è arrivato in prestito dal club bianconero – non si sono entusiasmati troppo per il suo acquisto. Forse perché avranno letto del contenzioso che c’era con il Psv – è stato messo fuori rosa perché aveva visitato di nascosto il centro sportivo del Nizza – o di tutte le volte che Ihattaren doveva esordire nella Nazionale olandese e non ci è riuscito. In realtà proprio questo curioso sortilegio dovrebbe significare qualcosa. Anzi, significa tantissimo: Ihattaren ha 19 anni, e non molti 19enni sono stati convocati in più occasioni per giocare negli Oranje; non molti 19enni sono stati inseriti nella lista Uefa dei 50 giovani più promettenti per la stagione 2019-2020; non molti 19enni, infine, possono dire di aver accumulato 74 presenze, 10 gol e 11 assist nel Psv, cioè in una squadra della media borghesia europea. Insomma, Juventus e Sampdoria hanno portato in Italia un giocatore dal potenziale riconosciuto, il cui piede sinistro possiede una sensibilità non comune, nei controlli in spazi stretti come nel gioco sul lungo, e che può essere schierato in tutte le posizioni sulla trequarti offensiva. Prima che arrivasse in Italia si era parlato di un fortissimo interesse dell’Ajax, e anche questa dovrebbe essere una garanzia di qualità in divenire. Ora potremmo vederlo alle prese con le difese italiane, a patto che D’Aversa gli dia un po’ di spazio, anche solo per dare soddisfazione a tutti i giocatori di Football Manager che l’hanno allenato solo virtualmente, mentre lui può farlo dal vivo, che fortuna.

Un minuto abbondante di belle giocate di Mohamed Ihattaren

André-Frank Zambo Anguissa al Napoli

André-Frank Zambo Anguissa è uno dei tanti acquisti costosissimi finalizzati dal Fulham nell’estate 2018, quella del ritorno in Premier League dopo la vittoria nei playoff di Championship contro l’Aston Villa. Nonostante i grandi investimenti, i Cottagers sono retrocessi subito e l’hanno mandato in prestito al Villarreal; l’immediata risalita in Premier League ha spinto il club londinese a puntare di nuovo su Anguissa, ma poi ecco una nuova retrocessione e un nuovo prestito, stavolta al Napoli. È evidente che parliamo di un giocatore che non può permettersi di giocare in un campionato di seconda divisione, neanche quello nobile, piuttosto ricco. della piramide inglese. Per chi ha seguito un po’ il Fulham, poi, è stato evidente pure il fatto che Anguissa fosse fuori scala per i Cottagers, che fosse sempre uno dei migliori in campo, che fosse uno dei pochi a non aver paura di prendersi responsabilità e di tentare giocate ambiziose – slalom nello stretto, lanci lunghi in verticale, tiri da fuori, interventi difensivi rischiosi. Se qualcuno si aspetta un clone di Bakayoko, o comunque un giocatore dalle caratteristiche simili a quelle del francese tornato al Milan, deve ricredersi e si ricrederà: Anguissa ha un fisico meno imponente, e questo lo rende un centrocampista più dinamico, più d’assalto, perfetto in un reparto a due come scudiero di un regista – Lobotka, Demme – o come mezzala, magari a compensare il gioco spregiudicato di Zielinseki e Fabián Ruiz. A plasmarlo ad alti livelli è stato Rudi Garcia a Marsiglia, ora Spalletti potrebbe dargli gli stimoli giusti per riemergere, per dimenticare la scelta non proprio felice di andare al Fulham, anche perché i Cottagers sono già al comando della Championship, quindi potrebbero essere promossi di nuovo, e allora il ciclo di prestiti e retrocessioni potrebbe non interrompersi mai, quindi meglio premunirsi e cambiare le cose.

Gianluca Busio al Venezia

Afroamericano del North Carolina con nome italianissimo; 19 anni compiuti da poco, a maggio; centrocampista del Venezia. È difficile trovare un nuovo giocatore di Serie A più hipster di Gianluca Busio, considerando anche i sei milioni di euro investiti dal club lagunare per prelevarlo dallo Sporting Kansas City – record di tutti i tempi per entrambe le società. La palla persa in costruzione, quella che ha portato al 2-0 dell’Udinese nel secondo turno di Serie A, ha macchiato indelebilmente il suo esordio in Italia, però va anche detto che prima di quel gol c’erano state delle sensazioni positive: con 40 passaggi riusciti, sette palloni recuperati, otto duelli vinti su 11 e quattro tackle solo nel primo tempo, Busio ha dimostrato di essere un giocatore vero, d’impatto, con ampi margini di crescita – che, inevitabilmente, dipenderanno anche da quanto cresceranno i compagni intorno a lui, per qualità ed esperienza media. Busio entra in questa rubrica anche come uomo-simbolo di una campagna acquisti, quella del Venezia, che non ha fatto sconti al salto di categoria, che sembra una partita di Football Manager giocata nella realtà: in Laguna sono arrivati 13 nuovi giocatori di otto nazionalità diverse – di cui tre statunitensi – con un’età media di 22,5 anni. Impossibile non sperare nella loro salvezza, poi hanno anche una maglia molto bella.

Toma Basic alla Lazio

Nella sua seconda partita sulla panchina della Lazio, Maurizio Sarri ha schierato un centrocampo composto da Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto davanti a una difesa a quattro e dietro un attacco a tre. Magari il fatto che l’avversario di turno fosse lo Spezia può aver agevolato le scelte a dir poco spregiudicate del tecnico toscano, ma è vero anche che le alternative a centrocampo – i vari Cataldi, Escalante, Akpa-Akpro, André Anderson – non sembrano all’altezza dei titolari. In virtù di tutto questo è arrivato Toma Basic, spilungone 25enne del Bordeaux che nel gioco di Sarri può fare la mezzala – perché è efficace nella conduzione a testa bassa e a testa alta, perché sa toccare la palla con una certa sensibilità anche negli spazi stretti, – ma in realtà avrebbe il fisico per giocare anche da mediano in un centrocampo a due, per dare un po’ più di copertura rispetto a Milinkovic-Savic e Luis Alberto. La Lazio è una squadra diversa da tutte quelle allenate finora da Sarri, manterrà il possesso per lunghe fasi della partita ma poi dovrà accelerare in maniera più diretta e verticale, e anche da questo punto di vista Basic sembra l’uomo giusto: i videoskills che si trovano su Youtube sono pieni di strappi in avanti, di progressioni in cui dà la sensazione di trascinarsi dietro gli avversari, di saper ribaltare il campo velocemente. Andrà verificato il suo impatto in un ambiente più competitivo rispetto alla Ligue 1, ma ci sono tutte le premesse perché possa diventare uno degli acquisti più interessanti dell’anno, non solo all’interno del contesto-Lazio.

Come gioca Toma Basic

Dennis Praet al Torino

Il 27enne Dennis Praet appartiene alla generazione di mezzo del calcio belga, una nidiata piena di aspiranti talenti, di giovani che dovevano seguire le orme di Hazard, De Bruyne, Witsel, solo che poi hanno un po’ deluso o comunque non sono (ancora?) esplosi del tutto: sono Carrasco, Batshuayi, Dendoncker, Denayer e giù fino al 24enne Tielemans, che però sembra avere qualcosa in più ed è stato compagno di squadra di Praet fino a poche ore fa. Giocavano entrambi al Leicester, solo che, appunto, Tielemans ha mostrato di possedere la forza, il dinamismo e la qualità necessari per imporsi nel calcio inglese, e in quello europeo; Praet, invece, ha mostrato di avere tanta qualità ma anche un’intensità fisica, mentale e quindi tattica non (ancora?) all’altezza di certi palcoscenici. Per calciatori di questo tipo, l’Italia è un contesto migliore, consente di muoversi in campo con meno frenesia, di ragionare di più. Il Torino di Juric – che però, paradossalmente, punta a diventare una delle squadre più intense della Serie A – l’ha preso proprio perché possa ragionare, perché faccia girare i meccanismi galleggiando tra metà campo e trequarti offensiva, perché possa recuperare la tranquillità e la pulizia della giocata che ha esibito nei suoi tre anni alla Sampdoria, che gli sono valse la chiamata dalla Premier League e un investimento di circa 20 milioni da parte del Leicester. Forse erano troppi, forse c’è ancora tempo per ritornare a quella dimensione, di certo il Torino in cerca di rivalsa è una piazza potenzialmente giusta per scoprire tutte le carte sul tavolo.