La Red Bull è sbarcata anche nel calcio italiano

Il nuovo General Manager del Genoa, Johannes Spors, ha lavorato col Lipsia e col Vitesse.

Poche settimane dopo aver assunto Andriy Shevchenko al posto di Davide Ballardini, la nuova proprietà del Genoa ha deciso di imprimere un’ulteriore svolta internazionale al suo progetto. Se ne parlava dopo che l’ipotesi Sabatini era tramontata, e ora la notizia è ufficiale: Johannes Spors è stato nominato General Manager, football del club rossoblu, vale a dire che sarà il nuovo responsabile dell’area tecnica. Per chi segue poco il calcio internazionale, il nome di Spors non è molto famoso. E il fatto che sia solo alla seconda esperienza in un ruolo di primo piano – dall’aprile 2020 a pochi giorni fa è stato direttore tecnico del Vitesse, club di Eredivisie – non aiuta di certo. Il suo arrivo in Italia, però, è un evento importante: dopo aver “sfiorato” Rangnick, promesso sposo del Milan, la Serie A entra finalmente a contatto con l’universo calcistico della Red Bull. Quello italiano era l’unico campionato di primo livello che, al di là dei giocatori, non aveva ancora attinto dal serbatoio di professionisti allevati nei club della multiproprietà austriaca.

Il rapporto di Spors con Red Bull è iniziato nel 2015, quando Ralf Rangnick – all’epoca coordinatore tecnico di tutte le squadre del gruppo Red Bull – decise di assumerlo come responsabile scouting del Lipsia. Spors aveva lavorato con il manager tedesco già durante la sua precedente esperienza all’Hoffenheim, dove era stato match analyst e poi capo degli osservatori. Al suo arrivo a Lipsia, Rangnick disse che «l’arrivo di Spors è la dimostrazione di come il Lipsia sia costantemente alla ricerca dei migliori profili per i ruoli più importanti dell’organigramma». Fin da subito, Spors ha lavorato rispettando i parametri del Lipsia e del gruppo Red Bull, che da sempre cercano di perseguire i risultati sul campo creando al contempo grande valore sul mercato. Grazie alle sue consulenze e ai suoi report, sono arrivati a Lipsia Timo Werner e Dayot Upamecano, ma anche giocatori meno conosciuti eppure funzionali al progetto, per esempio il difensore Bruma.

La sua avventura nell’universo Red Bull si è interrotta bruscamente nel 2018: secondo alcune indiscrezioni, ci sono stati dei conflitti tra lui e Rangnick che l’hanno portato ad accettare l’offerta dell’Amburgo. A distanza di anni, però, lo stesso Spors ha continuato a parlare benissimo del suo mentore: in un’intervista rilasciata a Goal dopo l’approdo in Olanda, al Vitesse, ha detto che «La vera forza di Rangnick sta nella sua capacità di costruire il club. Per lui la filosofia societaria viene prima di ogni cosa. Mi ha portato al Lipsia dopo che avevamo lavorato insieme all’Hoffenheim, sono entrato nell’universo Red Bull grazie a lui. E siamo passati dalla seconda divisione alla Champions League proprio grazie a questa sua volontà di provare e innovare in ogni stagione, in ogni dipartimento, rispettando sempre il dna della società».

Nella stessa intervista, Spors ha parlato della filosofia del gruppo Red Bull, che è diventata anche la sua: «La differenza con tutte le altre società del mondo è che la Red Bull attua una filosofia, una strategia chiara. Il caso di Werner è emblematico: l’abbiamo preso anche se era appena retrocesso con lo Stoccarda perché cercavamo un attaccante con quelle caratteristiche e un’alta qualità prospettica. Questa secondo me è una delle qualità di un buono scouting: vedere il potenziale e avere un ambiente pronto a far crescere un giocatore. Certo, poi è importante guidare i talenti del futuro al salto definitivo. La chiave è farli giocare: un calciatore giovane ha bisogno di tempo in campo per svilupparsi, per crescere. Magari non subito al livello più alto: per quanto riguarda Werner, ma anche Upamecano, sono sicuro che avrebbero avuto la possibilità di andare direttamente in un top club, ma tra i 17 e i 20 anni devi gettare le basi per la tua carriera, devi giocare ad alto livello, ma non altissimo».

Johannes Spors è nato a il 17 agosto 1982 a Heidelberg, in Germania; con i suoi 39 anni, era il direttore sportivo più giovane del campionato olandese, e ora lo sarà del campionato italiano (Rene Nijhuis/BSR Agency/Getty Images)

L’arrivo al Vitesse è stato in sintonia con queste parole, con la sua visione di calcio e di scouting. Quando è stato nominato direttore sportivo del club olandese, ha detto che «il mio obiettivo è creare una struttura e una mentalità vincenti, e per farlo ho intenzione di costruire una squadra che pratichi un calcio intenso, veloce, aggressivo, con molti momenti di interscambio. Per farlo servono giocatori giovani, ma un direttore sportivo deve adattarsi al fatto che deve rinunciare a qualcosa nel curriculum dei giocatori che acquista, se vuole che la sua squadra abbia una certa identità». Nelle ultime sessioni di mercato, il Vitesse ha allentato il suo storico legame con il Chelsea (un solo giocatore preso in prestito nella stagione 2020/21, nessuno in questa) e poi ha anche ridotto le operazioni temporanee in senso assoluto, concentrandosi soprattutto sul mercato degli svincolati; quasi inutile aggiungere che i sette calciatori arrivati nell’estate 2021 hanno un’età media di 21,4 anni. Inoltre, proprio negli ultimi mesi si è parlato in maniera insistente di una possibile partnership ufficiale tra il Vitesse e il dipartimento calcistico della Red Bull, alimentata proprio dalla presenza di Spors e dal completamento di alcune operazioni di mercato congiunte. Sul campo, i risultati sono stati e sono positivi: il Vitesse ha raggiunto il quarto posto in Eredivisie e la finale di Coppa d’Olanda (persa con l’Ajax), ora è al quinto posto in campionato ed è ancora in corsa per qualificarsi agli spareggi per gli ottavi di Conference League.

Secondo le notizie di alcuni giornali olandesi, il Genoa avrebbe pagato un indennizzo di poco superiore al milione di euro per poter portare subito Spors in Italia. È evidente che la nuova proprietà rossoblu abbia intenzione di avviare un progetto simile a quelli del Lipsia, del Vitesse, insomma di club che puntano molto sul player trading e quindi sui giovani da lanciare e valorizzare senza paura, senza tentennamenti – oltre che su un gioco spettacolare, veloce, aggressivo. Ora sarà interessante capire fin dove e fin quando Spors avrà libertà di azione, quanto riuscirà ad amalgamarsi con Shevchenko e l’ambiente, insomma quanto spazio c’è in Italia per il modello Red Bull.