Come è cambiata la misurazione dei record alle Olimpiadi Invernali

A Pechino 2022, Omega taglia il traguardo delle 30 edizioni come cronometrista ufficiale, a novant'anni dalla prima.
di Redazione Undici 04 Febbraio 2022 alle 17:04

Ogni Olimpiade, invernale o estiva, viene organizzata e si svolge in un contesto diverso rispetto a quella precedente. In un mondo che, soprattutto per quanto riguarda l’avanzamento tecnologico, aumenta la velocità di decennio in decenni in modo esponenziale, è normale che lo scarto temporale tra le varie edizioni dei Giochi appaia molto più ampio rispetto ai due o quattro anni canonici. Un esempio su tutti: la pistola elettronica che dà il via alle gare sembra far parte della nostra vita da decenni, e invece è stata introdotta solo nel 2010, per i Giochi Olimpici Invernali di Vancouver. Da tempo le istituzioni sportive e le aziende che misurano il tempo dello sport erano alla ricerca di una soluzione a un problema complesso, quello relativo all’equità delle partenze: gli atleti che si trovavano più vicino alla pistola – a salve – dello starter risultavano storicamente leggermente avvantaggiati rispetto a coloro che si trovavano in corsie più lontane. L’intuizione di Omega ha risolto la questione: creare una pistola che in realtà non spara, piuttosto emana un fascio di luce, mentre nello stesso momento tutti i corridori ricevono un segnale sonoro da altoparlanti posti alle loro spalle, sui famosi “blocchi di partenza”.

Proprio l’azienda svizzera, alle Olimpiadi Invernali 2022, festeggia un traguardo importante: quella di Pechino è la 30esima edizione dei Giochi da cronometrista ufficiale – considerando anche quelli estivi. L’avventura è iniziata novant’anni fa, quando alle Olimpiadi estive di Los Angeles furono inviati 30 cronografi. Oggi, novant’anni dopo, le dimensioni e le quantità dell’attrezzatura sono piuttosto diverse: in Cina sono arrivate 200 tonnellate di strumentazioni, e 300 cronometristi professionisti. Questa enorme evoluzione, com’è ovvio che sia, determina anche una miglior qualità nelle rilevazioni. A Pechino, giusto per fare qualche esempio, saranno utilizzate apparecchiature di grande precisione, come per esempio Scan’O’Vision MYRIA, una fotocamera per il fotofinish in grado di registrare fino a 10mila immagini digitali al secondo; oppure la tecnologia Snowgate, introdotta a Vancouver 2010 e successivamente perfezionata, che fa scattare la misurazione del tempo di una gara di sci quando l’atleta fa pressione sul cancelletto di partenza; il punto è che Snowgate permette di far partire il cronometro ufficiale solo quando il cancelletto raggiunge la stessa inclinazione per ogni sciatore, garantendo quindi le identiche condizioni di partenza per tutte le prove e per tutti gli atleti.

Giusto per tuffarci in qualche confronto significativo con il passato: il primo fotofinish – introdotto alle Olimpiadi di Londra 1948 – impiegava circa 20 minuti per sviluppare la prima fotografia da esaminare per verificare il risultato in caso di incertezza per un arrivo sul traguardo. Oppure si può ricordare che solo a partire dall’edizione 1952 la misurazione del tempo è stata in grado di assicurare una precisione al centesimo di secondo, mentre oggi siamo oltre il milionesimo. Nell’era contemporanea, insomma, è praticamente impossibile che ci siano dubbi su un tempo, quindi sulla prestazione di un atleta.

Un’altra innovazione che sarà introdotta a Pechino sarà una nuova tecnologia per la rilevazione delle false partenze. Finora la discriminante per individuarle è sempre stata l’occhio umano del giudice. Omega ha creato un nuovo sistema di tracciamento delle immagini che fornisce più affidabilità: in ogni corsia delle gare di pattinaggio viene installata una telecamera, le cui immagini registrate in tempo reale saranno visualizzate da funzionari in contatto diretto con il giudice. In caso di partenza anticipata, insomma, sarà impossibile sfuggire alla penalità.

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