La lotta coi cuscini sta diventando uno sport professionistico

E sta avendo un grandissimo successo.

«Il bello della lotta coi cuscini è che non la devi spiegare a nessuno». Così si è espresso Steve Williams, imprenditore americano e creatore del Pillow Fight Championships (PFC), la prima organizzazione di lotta coi cuscini. No, non c’è nessun errore: è stata creata una lega in cui dei fighter combattono tra loro con dei cuscini, con eventi in Pay per View, sponsor, telecronisti, insomma con tutto l’apparato necessario perché possa diventare un evento mediatico di rilevo. Pochi giorni fa, a fine gennaio, sono stati incoronati anche i primi due campioni PWC: la brasiliana Istela Nunes e l’americano Hauley Tillman. Il Guardian ha dedicato un lungo reportage a questa nuova invenzione sportiva, nata dalla mente di Williams e che ha sede nel sud della Florida. Le prime gare PWC si sono svolte a ottobre, ma da pochi giorni sono disponibili gratuitamente su Fite.tv, il principale servizio di streaming diretto agli appassionati degli sport da combattimento. Il passo successivo, già programmato per gli eventi che si sono tenuti a Miami e che hanno incoronato Nunes e Tillmann, è stato l’introduzione del Pay per View per alcuni eventi.

Un aspetto interessante di questo nuovo sport sono i cuscini: hanno dimensione king-size, sono imbottiti di spugna e rivestiti in tela di nylon. I fighter sono abbinati – e quindi si sfidano tra loro – in base alle loro dimensioni fisiche e al loro livello di esperienza; le sfide sono piuttosto veloci, si compongono da tre round di 90 secondi. La vera novità di questo sport è la sua universalità, il fatto che sia assolutamente trasversale: tra gli iscritti ai primi eventi c’erano diversi combattenti di MMA ancora attivi, pugili professionisti, ma anche persone comuni, star dei reality show in tv, meccanici, veterinari, mamme single. Secondo Yuri Villefort, un combattente professionista brasiliano di MMA, «la lotta coi cuscini è destinata ad avere un successo planetario: chiunque può competere e chiunque può vincere. L’età, le misure fisiche e la preparazione hanno un’importanza relativa». Per il suo creatore, invece, il PWC è destinato a un futuro luminoso perché «negli incontri si percepisce un’aggressività estrema, ma nessuno si fa male. Molte persone non vogliono più vedere il sangue e la violenza».

Un’altra dichiarazione significativa di Williams riguarda l’immediato successo della sua iniziativa: «Non ho mai visto decollare niente in questo modo», ha detto. Finora i suoi investimenti (circa 350mila dollari) sono stati a fondo perduto, ma i contenuti prodotti finora sono diventati virali in tutto il mondo. Al punto che gli eventi sono già diventati “professionali”, cioè alcuni atleti vengono pagati per partecipare agli incontri. E per i titoli assegnati a Miami sono già stati messi in palio dei soldi: 5000 dollari per i vincitori.

I prossimi passi, per la PWC, si ispireranno alla UFC, che è l’organizzazione di MMA più importante al mondo e ha reso fruttuoso un modello fatto di tappe in tutto il mondo, ma anche di combattimenti molto brutali. Il fatto che la lotta coi cuscini sia decisamente meno violenta sembra destinata ad attirare molti sponsor: per il momento, uno dei partner più significativi è l’azienda Pillow Guy, ovviamente specializzata nella produzione di biancheria da letto. Dopo il torneo in Florida, però, Williams si è espresso con termini entusiastici sul futuro della sua organizzazione: «È incredibile quello che sta succedendo», ha detto al Guardian. «Giappone, Inghilterra, Brasile, Stati Uniti: tutto il mondo vuole saperne di più della lotta con i cuscini».

L’immagine in apertura è tratta dal profilo Twitter del PWC