Non è vero che in Serie A si gioca in maniera più difensiva rispetto alle altre leghe top

I dati dicono che le partite del campionato italiano sono tra quelle in cui si creano più occasioni da gol.

I dati, a volte, hanno il potere di cancellare o comunque diluire i luoghi comuni. Succede anche nel calcio, uno sport che spesso viene raccontato e commentato attraverso frasi fatte e vecchi cliché, quando invece la realtà va in una direzione completamente diversa. Per esempio: quante volte abbiamo sentito dire o letto che una partita di Serie A, di quelle aperte e ricche di occasioni da gol, sia stata definita da Premier League più che da campionato italiano? Nell’autonarrazione del nostro calcio, insomma, le gare di Serie A sono eternamente bloccate e profondamente difensive. Ecco, questo è un luogo comune smentito dai dati. Quelli relativi a una media gol sempre più in crescita – da 1,3 reti per match del 1997/98 si è passati alle 2,61 dell’annata 2009/10 fino alle 3,06 dell’edizione 2020/21, e in questa stagione siamo a 2,99 – di cui avevamo parlato in questo articolo, e ora anche quelli relativi alle occasioni da gol nitide costruite dalle squadre in campo in ogni partita: secondo le rilevazioni dell’osservatorio CIES, sono 11,1 ogni 90 minuti.

È la settima quota in tutta Europa, e la seconda tra le cinque leghe top (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1) dopo quella relativa alla Bundesliga (11,9). Insomma, nelle partite del campionato italiano ci sono più occasioni da gol nitide rispetto alla Premier League (10,9), alla Ligue 1 (10,4) e alla Liga (10). La differenza numerica tra questi campionati è evidentemente minima, ma il punto è proprio questo: spesso si pensa – perché si dice, perché si legge – che le gare di Serie A siano più lente, meno offensive e quindi più noiose rispetto a quanto succede all’estero. La situazione, invece, è del tutto simile a quella delle altre grandi leghe europee. Tra la Bundesliga (prima in assoluto in questa graduatoria) e la Serie A ci sono infatti campionati come la Super League svizzera, la Pro League belga e la Eliteserien norvegese. Questo per dire che il gioco va alla stessa intensità offensiva un po’ dappertutto, non è una questione di blasone, di valore economico e quindi tecnico-tattico.

Un altro luogo comune ribaltato dai dati del CIES è quello sul tempo effettivo: in Serie A, infatti, si gioca di più che in tutte le altre leghe top europee. In Italia, il tempo medio di gioco reale in una partita del massimo campionato è di 61 minuti e 35 secondi. Una quota più alta rispetto a quella della Bundesliga (61:28), della Premier League (60.59), della Ligue 1 (60:32) e della Liga (58:36). Rispetto alla Serie A, solo in Olanda (63:21), Svezia (63:05), Russia (62.59) e Israele (62:50) il tempo effettivo di gioco è più alto. Sono numeri che sconfessano qualsiasi discussione su perdite di tempo sospette, infortuni simulati o strategie speculative/ostruzionistiche da parte delle squadre di Serie A: è ovvio che esistano anche in Italia, semplicemente la verità è che esistono dappertutto, in misura anche maggiore rispetto alla nostra. Ed è bene saperlo e ricordarlo, prima di utilizzare di nuovo frasi fatte che non sono verificate nella realtà.