In Premier è sparito il tiro da fuori area

L'analisi di The Athletic dimostra come nel calcio inglese si tiri di meno, ma meglio. E in questo c'entra soprattutto da dove si tira maggiormente.

La Premier League è certamente il campionato più ricco e seguito al mondo, ma è anche un interessante laboratorio tattico, visto che al momento tra le venti squadre ci sono allenatori di ben dieci nazionalità diverse. È un discorso dunque di diversi approcci, filosofie che si compenetrano, una contaminazione di stili di gioco che ha cambiato la “faccia” tecnica del campionato inglese, a lungo etichettato come un calcio fisico e ad alta intensità e oggi sicuramente trasformato dal lavoro dei protagonisti della panchina. Si è già raccontato come un sintomo di questa evoluzione è il drastico calo di colpi di testa, adesso un altro approfondimento di The Athletic indaga il cambiamento delle zone da cui partono i tiri nell’ultimo decennio. Mettendo in luce come i tiri da fuori area abbiano subito un decremento significativo.

Innanzitutto, nell’analisi di Mark Carey si ribadisce come sia diminuito, tra la stagione 2011/12 e quella 2020/21, il numero di tiri a partita: da 28,4 a 23,9. Una variazione del -17 per cento, sicuramente significativa, a cui non corrisponde, però, un calo dei gol in egual misura. Infatti, senza contare i gol su rigore, le reti nella stagione 2011/12 sono state 2,6 a partita, in quella precedente 2,4. Significa che si tira meno, ma meglio.

E qui si arriva al discorso sui tiri da fuori: come si vede nel grafico di The Athletic, la percentuale di tiri da fuori area è diminuita in maniera importante: dal 47 per cento della stagione 2011/12 (con un picco del 48,2 per cento nel 2013/14) si è arrivati, nella scorsa stagione, al 38,2 per cento. Per Carey, potrebbe esserci – pur senza una necessaria correlazione – il “concorso di colpa” dell’analisi degli xG, utilizzati in vasta misura proprio a partire dal 2013: gli allenatori sanno che un tiro da fuori area ha una percentuale di successo – quindi di gol – che oscilla tra il <5 e il 10 per cento, rispetto al range tra il 10 e il 40 per cento dei tiri da fuori area. Insomma, i calciatori oggi sono incoraggiati a non calciare appena ne hanno la possibilità, ma a cercare soluzioni che permettano di calciare da posizioni più favorevoli.

Questo è il caso soprattutto di squadre che fanno di un’idea di gioco evoluta il proprio credo, come il Manchester City: Gabriel Jesus ha infatti in media di distanza di tiri verso la porta più bassa dell’intero campionato: 11,7 metri, con l’88 per cento dei suoi tiri scoccati dall’interno dell’area di rigore. In realtà, comunque, non è un discorso che aderisce soltanto ad alcuni giocatori o ad alcune squadre, ma all’intero campionato. Dal 2011/12 a oggi la media della distanza da cui parte un tiro si è abbassata da 19,1 a 16,5 metri dalla porta. Può sembrare un dato non così rivoluzionario, invece è certamente significativo, e racconta come anche un altro caposaldo del calcio inglese, che ci riporta con la memoria alle prodezze dei vari Beckham, Gerrard e Lampard, stia pian piano cedendo il passo.