Noel Gallagher ha festeggiato un po’ troppo la vittoria del City

Punti sul labbro e occhio nero, dopo uno scontro involontario con il padre di Ruben Dias.

Quando Jonathan Moss fischia tre volte, l’Etihad Stadium si lascia andare a un’esultanza sfrenata e liberatoria. Dopo aver visto il titolo in bilico per ottanta minuti, il Manchester City è riuscito a rimontare 3-2 l’Aston Villa vincendo così la sua quarta Premier League degli ultimi cinque anni. Ironia della sorte, si è consumato lo stesso epilogo di dieci anni fa, del famoso gol di Agüero a tempo scaduto: nel 2012 il City, all’epoca allenato da Mancini, era sotto contro il Qpr, prima di rimontare con due reti negli ultimissimi istanti di partita, beffando il Manchester United. Stavolta la rimonta è arrivata leggermente in anticipo, ma la squadra di Guardiola ha dovuto rimontare due gol all’Aston Villa di Gerrard – che ha invano provato a fare un favore al “suo” Liverpool, arrivato con un punto dietro – e è riuscito a segnarne tre in poco più di cinque minuti, con la doppietta di Gundogan e con Rodri. Uno straordinario finale che ha amplificato, se mai ce ne fosse bisogno, la festa del City al fischio conclusivo.

Ma tra i tifosi in delirio, c’è anche qualcuno – o forse più di qualcuno – che ha festeggiato un po’ troppo. Noel Gallagher, ex cantante degli Oasis e tifosissimo dei Citizens, ha raccontato di aver avuto un gioioso “scontro” con il padre di Ruben Dias: «Quando abbiamo segnato il terzo gol, lo stadio era una bolgia. Io mi sono messo a saltare in giro come un idiota, sollevando mio figlio come fosse il trofeo della Premier League. Tutti lo stanno sollevando, e io mi giro verso il padre di Ruben Dias che mi sta correndo incontro. Mi dà una testata, e mi ritrovo per terra coperto di sangue». L’incidente, totalmente involontario, ha provocato a Gallagher diversi punti sul labbro e due occhi neri: «Non ho visto nulla per due minuti, ma a fine partita ho incontrato Guardiola. Ci siamo abbracciati per un po’ e mi ha chiesto “ma che hai fatto in faccia?”».

 

Per il padre di Dias invece, nemmeno un graffio: «Lui non si è fatto niente. È un uomo grosso quanto un orso, per poco non mi faceva cadere i denti. Oggi sembro appena uscito dagli anni Ottanta, dopo aver visto una partita a Elland Road. Ho incontrato diversi tifosi del City e tutti mi hanno chiesto: “Stai bene? Che è successo?” e io rispondo a tutti allo stesso modo: non indovinerai mai».