Una società di criptovalute sta per acquistare una quota del Sunderland

E non sarebbe la prima volta in Inghilterra che le azioni di un club vengono rilevate da un'azienda di questo tipo.

Lo scorso aprile il piccolo Crawley Town, quarta divisione inglese, è diventata la prima squadra di calcio acquistata da una società di criptovalute, la WAGMI United – acronimo che sta per We’re All Gonna Make It. L’obiettivo della nuova proprietà era ed è «reimmaginare il modo in cui le squadre sportive sono possedute e gestite, con la volontà di dare a tifosi e appassionati la possibilità di prendere parte alle decisioni e plasmare il futuro del club». In realtà però è già da qualche anno che le criptovalute sono entrate prepotentemente nel mondo del calcio. E per accorgersene basta guardare la nostra Serie A: la Juventus come sponsor di manica ha Bitget, il Milan invece BitMEX; lo Spezia usa Bitci.com come retro sponsor, mentre la Lazio e la Roma hanno i nomi di altre due aziende di criptovalute come sponsor principale.

Il motivo dell’aumento degli investimenti di queste società nel calcio è da ricercarsi nella crisi di liquidità che sta attraversando i club, una crisi acuita dalla pandemia, e che si è sposata con la necessità delle aziende di criptovalute di farsi conoscere e arrivare a nuovi utenti attraverso mezzi meno tradizionali. Con i fan token emessi sulle piattaforme, i club ottengono poi anche un altro obiettivo: la possibilità di raggiungere i tifosi al di fuori dei mercati nazionali. Questi in cambio possono prendere parte ad alcune decisioni della squadra, come il design del pullman, il motto da inserire nello spogliatoio, quale canzone far suonare nel riscaldamento pre partita. L’esperienza calcistica, insomma, diventa diversa, e il mondo delle criptovalute è arrivato a coinvolgere anche gli stessi giocatori. Diversi di loro infatti hanno cominciato a investire nel settore e a creare i propri Nft, anche se non sempre con risultati ottimali.

Ma la scalata delle società di criptovalute nel calcio sta andando oltre le serie minori e le semplici sponsorizzazioni. Il Sunderland, storica squadra inglese appena promossa in Championship dopo quattro stagioni passate in League One, la terza divisione della piramide calcistica britannica, è in trattativa con un gruppo di criptovalute noto come “The Fans Together”. «Confermiamo che siamo in trattativa con Stewart Donald e Charlie Methven per acquisire le loro quote partecipazione nel Sunderland AFC, pari al 39%» ha dicharato il portavoce del gruppo a The Athletic. «Guardando al Sunderland, abbiamo deliberatamente scelto un club con una vasta base di fan, che si trova in una solida situazione finanziaria e siamo ansiosi di lavorare con gli azionisti esistenti per continuare a costruire sullo slancio raggiunto attraverso la recente promozione al campionato». La trattativa comunque non è ancora in fase di chiusura, anche se entrambe le parti sono intenzionate a firmare il passaggio di proprietà entro la fine dell’estate. I tifosi del Sunderland, comunque, restano scettici. Nonostante Donald e Methven siano diventati sempre più impopolari infatti, il fatto che il gruppo operi come DAO (Decentralised Autonomous Organisation), ovvero sia un’entità digitale senza sede fisica non infonde fiducia nei fan, nonostante tutte le iniziative che i potenziali nuovi azionisti hanno promosso di dedicargli, ovviamente attraverso le criptovalute. Forse sono ancora scottati da quanto raccontato in  Sunderland ‘Til I Die, la serie Netflix che avrebbe dovuto raccontare dall’interno l’immediata risalita in Premier League e invece ha documentato un’incredibile retrocessione in terza serie.