Il rebranding del Modena di Carlo Rivetti

Il canarino è tornato protagonista.

Sei anni dopo l’ultima volta, il Modena tornerà sui campi di Serie B. Il club emiliano ha conquistato la promozione diretta vincendo il girone B di Serie C, e il prossimo anno proverà a costruire un’altra risalita, questa volta in Serie A, vent’anni dopo l’ultima apparizione in prima divisione, nella stagione 2003/04. È questo il progetto ambizioso di Carlo Rivetti, presidente di Stone Island, che ha rilevato le quote del Modena poco più di un anno fa, a maggio 2021. Il cambio di proprietà ha portato subito alla promozione in Serie B, e a una profonda operazione di rebranding. A cui oggi si è aggiunto un nuovo, fondamentale tassello: la creazione e la presentazione del nuovo logo societario. Un video condiviso su Instagram e sulle altre piattaforme social ha svelato la nuova identità visiva del Modena: dallo scudo ovale gialloblu si è passati a un canarino stilizzato, da sempre simbolo della squadra e della tifoseria. Nel video, viene rappresentato il volo di questo canarino, che attraversa le strade del Centro Storico di Modena fino ad arrivare allo stadio Braglia. Nel logo completo c’è anche la scritta “Modena FC” con l’anno di fondazione della squadra, il 1912.

«Si tratta di un ritorno al futuro», ha detto Mattia Rivetti, nipote del presidente Carlo, presentando il logo in conferenza stampa. «Il canarino ha sempre fatto parte della storia del Modena. I nostri tifosi ci si riconoscono così, e riportare l’immagine del canarino nel mondo del calcio, e nel mondo in generale, è un valore aggiunto per il club». L’ispirazione per questa nuova versione del canarino arriva da lontano: il font e lo stile del nuovo logo sono stati ripresi da Modena Flash, un giornale degli anni Sessanta. «Non ci siamo inventati niente, ma da oggi il canarino torna protagonista», ha detto Rivetti. «In un’era digital il nuovo logo si sposa meglio con tutti i dispositivi. Dal punto di vista cromatico, abbiamo eliminato l’oro per farlo rendere meglio. Il nuovo logo sarà sulle maglie dalla prossima stagione, e non sarà abbinato a quello vecchio»

 

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Anche prima dell’acquisto del Modena, Carlo Rivetti e il calcio hanno sempre avuto un rapporto profondissimo, legato proprio alla storia e all’essenza più pura del brand Stone Island: negli anni Novanta, insieme con Burberry, Aquascutum e altri brand italiani come Fila, Tacchini e Ellesse, Stone Island diventa uno dei marchi di riferimento dei casuals, cioè di tifosi che in Inghilterra e in tutto il resto d’Europa si fecero conoscere e riconoscere per il loro tifo caldo, appassionato, di grande temperamento. Lo stesso Rivetti, in un’intervista, ha raccontato che tutto iniziò grazie a un’improvvisata di Éric Cantona: «Non mi ricordo l’anno», dice, «ma Cantona andò in negozio da noi a Manchester e si comprò delle maglie. Poi andò in televisione con le nostre maglie per tre volte di seguito. E da lì partì tutto». Fu così che la toppa con rosa dei venti giallo-verde, simbolo storico di Stone Island, ha cominciato a diffondersi nel mondo, fino a che i capi progettati da Rivetti e dai suoi designer hanno ridefinito completamente i canoni, i confini, l’idea stessa di sportswear.

Nonostante la grande espansione e il successo a livello globale, Stone Island ha sempre mantenuto uno stretto legame con Modena e con l’Emilia. L’acquisto del Modena, infatti, è stata un’operazione con cui la famiglia Rivetti «ha voluto ribadire la sua stima e il suo impegno concreto per il territorio, e soprattutto la riconoscenza per i successi imprenditoriali che in questa terra sono nati e si sono sviluppati». La grande spinta innovativa che ha sempre contraddistinto il lavoro di Stone Island ora ha coinvolto in qualche modo anche il club gialloblu: il Modena ha scelto un logo-simbolo fortemente identitario ma anche molto riconoscibile, che si accosta immediatamente al club e alla sua storia, alle radici culturali dei suoi tifosi, però ha rivisitato questo legame in chiave moderna, attraverso uno stile e una grafica minimale e quindi perfetta per i nuovi media. Era ed è ciò che serviva per inaugurare una nuova era in Serie B, celebrando il passato e proiettandosi al futuro.