Sempre più tifosi stanno protestando contro le amichevoli politicamente sconvenienti dei loro club

Dopo il Watford contro la Nazionale del Qatar, ora è toccato al Mainz contro il Newcastle.

La commistione sempre più evidente tra (alcuni) club e (alcuni) stati-nazione, tra cui quelli arabi, non piace a tutti. E non poteva essere altrimenti. Da qualche tempo, però, gli atti di ribellione e di resistenza si stanno intensificando sempre di più. A livello istituzionale le proteste più rumorose e quindi significative sono state quelle attuate dalle Federazioni di calcio della Scandinavia, mentre in giro per il mondo tanti club e tantissimi gruppi di tifosi hanno sviluppato dei forti sentimenti di avversione nei confronti delle espressioni di Paesi come il Qatar, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e le loro emanazioni dirette, che siano club di proprietà o anche le Nazionali. Nelle ultime settimane, la nuova espressione di dissenso dei fan passa dalle amichevoli. O meglio: dai rifiuti delle amichevoli. L’ultimo caso è quello legato al test match tra Mainz e Newcastle, in programma il 18 luglio in Austria, mentre le due squadre si preparano per affrontare la stagione ormai alle porte. I membri di un gruppo organizzato della tifoseria tedesca, per la precisione il Supporters Mainz, hanno chiesto alla loro società di cancellare la gara.

Il motivo alla base di questa richiesta è proprio la dimensione politica dei Magpies. Si legge nel comunicato diramato dai fan: «Il Newcastle United non è solo una squadra di calcio, ma un veicolo per affermare gli interessi di un regime che calpesta i diritti umani e le cui politiche sono diametralmente opposte ai valori del Mainz. In tempi in cui stati autoritari, grandi corporazioni o miliardari si impossessano del calcio internazionale per far valere i propri interessi, non è più possibile separare calcio e politica. L’organizzazione di questa amichevole manda un segnale chiaro, e non è un segnale positivo: il Mainz, in pratica, offre un palcoscenico che legittima l’Arabia Saudita e le sue politiche, e quindi noi vogliamo che questa amichevole sia annullata». Questa presa di posizione non ha cambiato i programmi del Mainz, che ha già confermato lo svolgimento regolare della partita: il presidente Stefan Hoffman ha spiegato che «la gara contro il Newcastle è particolarmente importante per la preparazione della squadra: abbiamo degli obblighi contrattuali da rispettare, abbiamo bisogno di un avversario di grande prestigio. Non ci aspettavamo la reazione dei tifosi, li rispettiamo e ci rammarichiamo delle loro irritazioni. Ascolteremo le loro ragioni, ma per il momento non possiamo rinunciare a questa partita, dal punto di vista sportivo, economico, promozionale».

Quello relativo a Mainz-Newcastle è il secondo caso in pochi giorni: una settimana fa, infatti, alcuni fan di due gruppi organizzati del Watford, Women of Watford (WOW) e Proud Hornets, avevano richiesto al loro club di «supportare tutti i diritti umani, della comunità LGBT+ e i diritti delle donne» durante una gara in programma contro la Nazionale del Qatar. Per tutta risposta, la dirigenza del club inglese ha preferito annullare la partita, diramando un comunicato ufficiale in cui ha spiegato che «è diventata ampiamente chiara la necessità che la partita non venisse disputata». Il Watford è stato “sostituito” dall’Udinese, che con il Watford condivide la proprietà della famiglia Pozzo, ma non – evidentemente – la sensibilità dei tifosi rispetto ai temi relativi alla politica, ai diritti umani, all’opportunità di affrontare squadre dall’anima politica controversa.