Anche la Federazione svedese ha scritto alla Fifa per protestare contro i Mondiali in Qatar

Dopo la Norvegia, un altro Paese scandinavo vuole dei chiarimenti sulle condizione dei migranti che hanno lavorato per costruire gli stadi.

La Scandinavia sembra essersi imposto come (unico) avamposto di opposizione ai Mondiale 2022 in Qatar. Dopo le manifestazioni dei club norvegesi e della Federcalcio di Oslo, infatti, anche la Svezia ha deciso di compiere un atto formale di protesta nei confronti della Fifa, inviando una lettera aperta a Gianni Infantino, presidente della Confederazione Internazionale. Nel testo, ovviamente, l’argomento centrale sono i diritti umani e dei lavoratori impegnati nei cantieri per la costruzione degli stadi che ospiteranno le partite: «Quando la Fifa ha assegnato la fase finale della Coppa del Mondo al Qatar, nel 2010, gli abusi nei confronti dei lavoratori migranti erano ben noti, e sono proseguiti per tutto il periodo in cui sono state costruite le infrastrutture che ospiteranno l’evento. In virtù di questo, e dei nostri valori, siamo fermamente convinti che il processo di hosting del torneo non sia stato condotto nel modo corretto».

«La comunità calcistica internazionale», si legge ancora, « è responsabile di fronte al fatto che la Fifa abbia assegnato il torneo al Qatar: tutti abbiamo il dovere di fare il possibile per assicurare che i diritti umani siano rispettati nella fase di preparazione e attuazione del torneo. Dal 2016 a oggi, abbiamo visitato tre volte il Qatar, in due occasioni l’abbiamo fatto insieme ai nostri colleghi di altre federazioni scandinave, per conoscere da vicino la situazione e contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti umani in relazione alla Coppa del Mondo 2022. Inoltre, abbiamo cercato di convincere le autorità del Qatar a utilizzare il torneo come catalizzatore per un cambiamento sostenibile in merito alla garanzia dei diritti umani, a tutti i livelli della società. La Federcalcio svedese ha seguito da vicino e ovviamente accoglie con favore i cambiamenti che il governo locale ha apportato alla sua legislazione in tema di lavoro, ma molti lavoratori migranti vivono e lavorano ancora in condizioni molto difficili. Quindi, ciò che è stato fatto non basta: occorrono ulteriori misure per proteggere tutti i lavoratori migranti dagli abusi».

«Con l’avvicinarsi del torneo», scrivono a Stoccolma, «crediamo che il mondo del calcio debba rivolgere la sua attenzione alle migliaia di lavoratori migranti nel settore dell’ospitalità e della logistica, oltre a quelli già impiegati nelle prime fasi di organizzazione. I giocatori, i dirigenti e i tifosi dovranno recarsi in Qatar nella consapevolezza che i migranti siano adeguatamente pagati, vengano trattati in modo equo e soprattutto non subiscono alcun tipo di abuso sul lavoro. Perciò è tempo che vengano presi dei provvedimenti urgenti e concreti, non solo in vista dell’evento, ma anche per far sì che la Coppa del Mondo lasci un’eredità positiva e duratura per tutti i lavoratori migranti in Qatar: la Fifa deve immediatamente condurre un’adeguata indagine sul tema dei diritti umani, per verificare che siano rispettati nei siti legati alla Coppa del Mondo, e in caso agire rapidamente per fermare gli abusi e porre rimedio a qualsiasi danno materiale e morale. Inoltre, crediamo che la Fifa debba usare tutta la sua influenza, pubblicamente e privatamente, per sollecitare le autorità del Qatar ad attuare pienamente le riforme necessarie a proteggere tutti i lavoratori. Inoltre, ci auguriamo che i prossimi tornei organizzati dalla Fifa non vengano assegnati né giocati in Paesi dove ci sono dei dubbi sul rispetto dei diritti umani, a tutti i livelli. La Federazione svedese vorrebbe programmare un incontro con i rappresentanti Fifa per discutere di queste questioni importanti, perché crediamo che il più grande sport del mondo debba essere anche il miglior sport del mondo».